L'Inter ha conquistato il diciannovesimo scudetto della sua storia lo scorso 2 maggio. Dieci giorni fa. Milano si è colorata di nerazzurro. Trentamila persone in Duomo dopo il fischio finale di Sassuolo-Atalanta. Più di tremila persone, coordinate dalla Curva Nord, domenica scorsa hanno reso omaggio ai neo Campioni d'Italia fuori dal Meazza, armati di bandiere, fumogeni e cori, scortando il pullman fin dentro lo stadio prima della sfida vinta per 5- 1 contro la Sampdoria. Domenica 23 maggio, in occasione dell'ultima di campionato contro l'Udinese, quando la squadra verrà ufficialmente premiata con la Coppa dello Scudetto, è prevista un'altra grande festa finale per dire grazie a chi è riuscito nell'impresa di riportare la Beneamata alla vittoria dopo troppo tempo passato a guardare gioire gli altri, altri di bianco e nero vestiti.
Tutto questo, dopo più di un anno di convivenza con il maledetto virus che ha impedito alla gente di recarsi a San Siro e che ha dunque impedito al club di contare sugli introiti da stadio. Introiti che per l'Inter non erano entrata banale, visto che alle partite dei nerazzurri, prima della pandemia, di media assistevano almeno sessantamila spettatori. La pandemia ha poi fatto esplodere definitivamente il bubbone di un calcio non più sostenibile, come dice l'ad nerazzurro Beppe Marotta. E soprattutto i grandi club, quelli che hanno scelto anche la strada dell'indebitamento per sopportare gli ingaggi spropositati di top player e allenatori che ti fanno vincere, ora vedono nero e hanno tentato addirittura un approdo disperato a una remunerativa Superlega, che però non poteva andare d'accordo con la passione popolare e con lo status quo targato Uefa.
Il problema di capire cosa succederà domani ce l'hanno in tanti. Non solo l'Inter. Ma noi di Inter parliamo e quindi, alla gioia per essere tornati a guardare tutti dall'alto in basso, si aggiunge una legittima ansia per sapere se questo glorioso club potrà tentare di aprire un ciclo vincente o dovrà rassegnarsi a un brusco ridimensionamento. Suning, il governo cinese, i prestiti, i fondi, la chiarezza, gli stipendi. Chi è pagato per fare cronaca, con retribuzioni che non sono certo quelle dei calciatori, giustamente cerca di informare, senza farsi condizionare dall'eventuale tifo che nasce da bambini. Chi lo fa in buonafede, va solo ringraziato perché non è un mestiere facile. Molti giornalisti sportivi si sono dovuti trasformare, negli anni, anche in esperti di finanza ed economia. Capisco che molti tifosi, anche inconsciamente, vorrebbero leggere solo ciò che desiderano. Lo vorrei anch'io. Ma esiste una situazione in atto, una dinamica che può mutare di ora in ora. Poi, è indubbio, esiste anche il rumore dei nemici di mourinhana memoria, c'è chi spara nel mucchio per una copia in più, ma non è certo quello il problema. Non è certo la fake news che deve intessare il tifoso dell'Inter. Alla gente deve interessare cosa stia veramente accadendo e cosa succederà. Ma questo, al di là delle sacrosanta cronaca, lo possono sapere solo i diretti interessati, i protagonisti della vicenda.
Il presidente Zhang, dopo mesi di colpevole silenzio, è tornato in Italia. Giustamemte ha stappato lo champagne insieme a mister Conte, insieme a Giuseppe Marotta, Alessandro Antonello, Gabriele Oriali e Piero Ausilio. Gente in parte scelta meritoriamente da Suning, in parte confermata. La proprietà festeggia e ne ha diritto perchè è stata la prima proprietà, peraltro straniera, a riportare il sorriso nel pianeta Inter dopo aver investito svariati milioni di euro, alzando decisamente l'asticella. Ma ora è giusto onorare l'impegno preso nel giugno del 2016, è giusto che si rispettino i sentimenti di milioni di tifosi dell'Inter. Sarà fondamentale trattenere un allenatore vincente come Antonio Conte, sarà fondamentale trattenere un management sinonimo di successi, sarà fondamentale, almeno, trattenere i giocatori che fanno la differenza. Ma sarà ancora più importante non essere superficiali con la passione degli interisti.
In questo editoriale non ho dato notizie sullo stato delle cose, perché non ne ho. Quelle spettano a chi, tutti i giorni, deve fare cronaca. Ho solo cercato di esternare una opinione sul momento e il conseguente stato d'animo. Che non è triste, perché l'Inter è Campione d'Italia e questa sera la vedremo in campo contro la Roma. Domani è un altro giorno e si vedrà.
VIDEO - INTER, SITUAZIONE ALLARMANTE: ECCO COSA STA SUCCEDENDO IN SOCIETA'
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