Giocatori dell’Inter ed ex che fanno parlare di se, soprattutto nel bene, giornali che rilanciano le notizie che li riguardano tentando la carta del rimpianto, della mancata valorizzazione o dell’allarmismo. La vetrina dell’Europeo e della Copa America sollecita la discussione. I protagonisti assoluti di questa riflessione sono giocatori attualmente in rosa: Perisic, Brozovic, Eder, Murillo e Medel, i neo acquisti Banega, Erkin e Ansaldi e gli ex Quaresma e Shaqiri.
Partiamo dai giocatori che hanno disputato l’ultimo campionato con la maglia nerazzurra. Perisic si è segnalato come uno dei migliori, se non il miglior giocatore croato, compresa la partita con il Portogallo dove è stato l’unico dei suoi davvero pericoloso, a differenza di Brozovic, apparso spento o comunque poco presente. Non mi ha stupito l’uscita di scena della Croazia perché c’è molto di quell’anima irritante che è stata dell’Inter in questa stagione, tanto talento e zero continuità. Dicevo prima dell’Europeo che se hai giocatori come Rakitic, Modric, Mandzukic e Perisic più altri, dovresti arrivare sempre fino in fondo alle competizioni. Invece quell’anima slava, inzuppata nella classe è ispirata a giorni alterni, vive di lune e accende il talento solo a ispirazione, che arriva in momenti inattesi.
Perisic ora è un desiderio di Wenger, tecnico eterno dell’Arsenal che stravede per il croato. La cifra che dovrebbero mettere in campo tra ingaggio e costo del cartellino dovrebbe assicurare all’Inter e al giocatore lunga vita e prosperità. Altrimenti non si capisce perché ci si dovrebbe privare dell’unico croato capace di restare sul pezzo agli Europei e che è andato in crescita nel finale di stagione con l’Inter. Brozo invece è ancora immaturo nelle scelte durante le partite e nei movimenti in campo. È forte ma incapace di valorizzare tutta la sua qualità. Questione, appunto, di testa.
Medel ha giocato una Copa America ad alto livello. Mai stato un fan sfegatato del cileno, ma è evidente che il gioco della Nazionale lo mette in condizione di esprimere il suo potenziale e di essere illuminato persino nelle verticalizzazioni, visto che diversi suoi compagni gli dettano il passaggio. Una cosa che all’Inter spesso non accade. Murillo fa sempre bene il suo dovere, fino a quando non commette errori sconcertanti. È accaduto in nerazzurro ed è successo anche con la Colombia. Dall’estero qualche club insiste per lui ma Bruma (l’eventuale sostituto olandese) è passato al Wolfsburg. La domanda è se Murillo resterà sempre bravo ma distratto o crescerà e se ceduto diventerà un rimpianto. Eder si è espresso bene, finalmente in grado di macinare chilometri ed essere lucido negli ultimi minuti con un gol importante. Non è un fenomeno ma nemmeno quella pallida copia vista all’Inter. Conte gli ha fatto fare un supplemento di preparazione, Mancini invece lo ha tenuto così per cinque mesi, sbiadendolo. Per questo sarei curioso di sapere perché.
Shaqiri ha fatto un gol impressionante e giocato una partita spettacolare contro la Polonia. Fa rabbia vedere tante potenzialità espresse con altrettanta intermittenza. L’ho visto giocare in tutto l’Europeo e si accendeva e spegneva in un amen, per poi vederlo rabbioso e presente nel corso di tutto l’ottavo. Unica luce in una Svizzera prevedibile. Fa parte della lunghissima lista di giocatori capaci di farti impazzire e farti cadere le braccia nel corso di un campionato, come di una stessa partita. Eppure, potendo, non lo avrei ceduto. Quaresma lo cito perché da anni gioca con regolarità nel Porto e ora nel Besiktas, oltre che, regolarmente nella Nazionale. Ha numeri, talento e ha perso l’incostanza che era la sua colpa originale. All’Inter lo ricordano come un brocco o giù di lì. Soprassiedo (per ora) per evitare le consuete polemiche.
Venendo ai nuovi acquisti, su Banega abbiamo già detto che se mantiene questo standard l’Inter è a posto per i prossimi anni. Su Erkin, visto l’Europeo mantengo l’enorme perplessità per il suo acquisto e su Ansaldi gli ho visto fare una sola stagione al Genoa per poterlo giudicare nel complesso. Mi sembra un buon esterno capace di andare in dribbling, avere visione di gioco e qualità da grande club. Se è arrivato così tardi alla maturazione però significa che qualche problema lo ha avuto. Le valutazioni sui giocatori si fanno in base al rendimento del momento, alla prospettiva e alla testa. L’ultima di queste voci mi sembra sia quella più sottostimata in sede di valutazione, per questo il nuovo corso non potrà prescindere dalla mentalità.
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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