“Buongiorno a te, dopo la partita di domenica scorsa non potrebbe andare meglio sinceramente”. Comincia così la conversazione con Manuela Meleleo, bellissima 23enne studentessa di marketing, che non a caso lavora anche per un’agenzia di moda, conta su quasi 50 mila seguaci su Instagram e che soprattutto è una super tifosa dell’Inter, tant’è che in futuro sogna propria di poter lavorare per la Beneamata. Ecco l’intervista completa e in esclusiva per FcInterNews.it: “Sono interista perché è la squadra che mi ha scelto da piccolina. Mi ci sono affezionata guardando tutte le partite. Dico sempre che è stata lei a scegliere me e non viceversa. Tanti mi chiedono se ho genitori o fratelli che tifano per la compagine nerazzurra ma non è così, anzi tutt’altro”.
Quale è stata la sua prima partita allo stadio?
“Il derby del gol di tacco di Palacio. Mi ricordo le 20 ore di pullman con l’Inter Club. Direi… che sono state ripagate al massimo!”
Chi apprezza maggiormente della rosa attuale?
“Attualmente sono molto delusa dal comportamento di alcuni. Penso ‘male’ di vari giocatori non in quanto tali, ma come persone e non riesco a ‘salvarne’ molti. Tra questi sicuramente ci sono Skriniar, che adoro. Handanovic che ha sempre un atteggiamento serio e non fa mai parlare di sé. E Politano che dà sempre il massimo per la squadra”.
Chi le piacerebbe vedere all’Inter?
“Immagino che molti giocatori andranno via e avremo bisogno di ricoprire vari ruoli. Prima di guardare il nome, osserverei il professionista che c’è dietro. Ma sogno Toni Kroos. E perché no, pure Marco Reus, il mio atleta preferito”.
Dopo l’eliminazione dall’Europa League si aspettava di conquistare la stracittadina contro il Milan?
“Sinceramente no. Avevo una sensazione negativa, non per il brutto match con i tedeschi, ma proprio per l’atteggiamento e per l’approccio mentale alle partite dovuto alla crisi che c’è in società. Ovviamente vincere il derby, sarà scontato dirlo, ma per un interista è sempre emozionante. Io lo vivo particolarmente ‘male’ perché è la partita che sento di più e che aspetto con più ansia. Vincere ci ha dato un po’ di quella motivazione che ormai avevamo perso, e che invece c’era ad inizio anno. Tutte le vicende accadute hanno poi destabilizzato l’ambiente, non era facile mantenere la concentrazione. Non significa che sia contenta della mia Inter o che abbiamo raggiunto qualche obiettivo. Ma è sempre bello battere i cuginastri”.
L’approdo in Champions League è più vicino.
“Dipende da come andranno le prossime partite. Abbiamo un calendario tosto, forse anche più difficile rispetto alle nostre dirette concorrenti. Ma se giochiamo come sappiamo possiamo tornare nella competizione più importante d’Europa”.
Luataro o Icardi?
“Se parla la Manuela tifosa dico Lautaro. Se invece metto da parte i sentimenti, viro su Mauro: uno dei finalizzatori più forti in circolazione. Sono diversi come calciatori. A me piaceva molto l’idea di poterli vedere giocare insieme. Spalletti ci ha provato ma dovevano trovarsi e capirsi. Se fosse successo saremmo diventati una macchina da gol notevole. Lautaro, considerando anche la sua giovane età, è un gioiellino che dobbiamo crescere e blindare. Icardi, al contrario, nonostante il suo talento, mi ha delusa. Ero una di quelle tifose che più lo sosteneva, ma il suo comportamento, nonostante immagino ci siano verità che noi non conosciamo, non mi è piaciuto. Wanda? Non sarebbe dovuta venire per prima lei. Invece pare abbia separato l’Inter da Mauro, di cui dice di fare gli interessi. Dovrebbe fare qualche passo indietro, mentre l’ex capitano non ha avuto l’atteggiamento consono alla figura che ricopriva, anziché unire lo spogliatoio ha creato tensioni. Nella scorsa settimana i nerazzurri si sono giocati molto, prima in Europa League, e poi nel derby. Icardi a parole ha professato l’attaccamento ai nostri colori, ma non lo ha dimostrato con i fatti. Mi piange il cuore, ma gli dico grazie per tutto quello che è stato, nessun tifoso dimentica, e arrivederci”.
Che ne pensa invece di Spalletti?
“Penso che alcuni lati del carattere del mister siano incompatibili con l’Inter. È stato bravo a reggere la pressione ed è un tecnico che a me piace, ma anche nella questione Icardi ha le sue colpe. La figura dell’allenatore deve unire. E chiarire i vari diverbi che all’interno di uno spogliatoio, costituito da tante persone diverse, possono dipanarsi. È compito suo trovare una soluzione. Non ho apprezzato le esternazioni riguardanti il contratto della punta argentina dopo la vittoria di Parma. Spalletti è un validissimo mister, solo che per me dovrebbe modulare il suo carattere. Poi non è possibile che dal 2010 in poi nessun mister abbia fatto al caso nostro. Il problema è ben più profondo. La dimostrazione? Il caso Icardi-Perisic. Se fosse vero che c’erano già alcune tensioni, non sarebbe stato il caso di prendere dei provvedimenti prima di arrivare a tutto questo? Ricordo un incontro di due anni fa con protagonista Ausilio e alcuni studenti milanesi. Già allora il direttore sportivo fece capire come ci fossero dei problemi interni. Spalletti all’epoca non era mica all’Inter, mentre la dirigenza era ed è sempre la stessa. Questo cosa significa? Che hanno sbagliato qualcosa, ahimé. Ecco perché non confermerei Ausilio. In tanti anni non è stato capace di formare una squadra unita, che tenesse conto non solo dei giocatori, ma anche degli uomini”.
Diciamo che oltre al lato sportivo, lei pesa molto anche quello umano e professionale.
“Certo, credo che con educazione e senza offendere nessuno si possa esprimere la propria idea. Poi amo l’Inter. Soffro a vedere certe partite, così come notare che sino a dicembre tutto fosse andato bene, poi il disastro. Dobbiamo ricominciare a vincere. La Coppa Italia era un’ottima opportunità. Peccato, ma adesso basta con certi ingaggi. Il calcio è uno sport di squadra: gli interessi del singolo non possono prevaricare quelli del gruppo. Vorrei uomini veri abituati a giocare in certi contesti e a determinati livelli per aiutarci a tornare dove meritiamo. Magari affiancare giovani talenti a giocatori di esperienza che però sanno come comportarsi. È in quest’ottica che colloco il futuro arrivo di Godin. Sarebbe una soluzione anche reinserire in società qualche pezzo della vecchia e gloriosa Inter. Loro sanno cosa significhi vestire i nostri colori e come trasmetterlo ai nuovi tesserati, gestendo al meglio situazioni come queste. Io per il futuro sono fiduciosa, ma il tifoso dell’Inter non si può accontentare del quarto posto dopo 10 anni”.
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