Andrea Mandorlini, prima di iniziare la lunga carriera da allenatore, è stato un pilastro dell'Inter dei record del 1988/'89. Ricorrono oggi 30 anni dalla partita scudetto, Inter-Napoli, di quel favoloso campionato. Lo riviviamo proprio insieme a Mandorlini. "La partita che sancì la vittoria dello scudetto a quattro giornate dalla fine", ricorda.

Che effetto fa pensare che siano passati trent'anni?
"Sono tanti (ride, ndr). Il ricordo è vivo, indelebile. La chiamarono l'Inter dei record. Pensare che venivamo da una serie di annate che non erano state così buone. Eppure ci fu una partenza a razzo. Uscimmo dalla Coppa Italia e da lì ci compattammo riuscendo in quella cavalcata che poi ci portò allo scudetto".

Una squadra costruita negli anni ma che poi aggiunse proprio nell'estate '88 giocatori importantissimi?
"Almeno cinque e molto forti. Noi che eravamo lì da qualche anno eravamo molto legati. Eravamo gente che ci teneva. Siamo stati bravi a farli inserire nel gruppo".

Un aneddoto su tutti che ha fatto da chiave di volta di quella stagione?
"Ce ne sono tanti, alcuni noti, come la cena con il presidente Pellegrini dopo la quale cominciammo a vincere. Un momento importante fu quando a ottobre venne fuori che l'Inter aveva già preso Klinsmann per l'anno dopo e noi avevamo Diaz in squadra. Non aveva fatto benissimo fino a quel momento, da allora giocò un campionato fantastico, segnando e facendo segnare tanti gol a Serena".

L'Inter attuale vive un momento un po' diverso da allora. Ha avuto modo di seguire la partita con l'Empoli?
"Certo. E' stato un finale sofferto, per l'Inter e anche per i toscani. So cosa vuol dire arrivare all'ultima giornata e doversi salvare".

Giusto ripartire da Conte?
"Sicuramente è uno dei più bravi. Poi sa, noi interisti discutiamo tutto di tutti. E' chiaro che i tifosi hanno voglia di veder vincere qualcosa alla squadra. La Juve ha messo in bacheca l'ottavo scudetto di fila, magari sono sazi...".

Il gap da ridurre è così grande?
"Bisogna migliorare tanti aspetti, ma la strada intrapresa è giusta. Ho lavorato con Gardini a Verona ed è un grande dirigente, così come Marotta".

Cosa non è andato nella gestione del caso Icardi?
"Da fuori è difficile e non sarebbe nemmeno giusto da parte mia giudicare. Spalletti ha vissuto una situazione molto delicata. Ora ci sarà da valutare cosa fare anche per quel che riguarda il futuro del giocatore. In primis bisognerà capire se al nuovo tecnico andrà bene per le sue idee".

VIDEO - ACCADDE OGGI - MATTHAUS METTE IL SIGILLO SULLO SCUDETTO DEI RECORD (1989)

Sezione: Esclusive / Data: Mar 28 maggio 2019 alle 21:54
Autore: Mattia Todisco
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