Mentre lo sgarbo di Lukaku è ancora troppo vivo per essere relegato nell’oblio o anche soltanto nella semplice indifferenza e il divisivo arrivo di Cuadrado continua a tenere banco, in casa Inter c’è un problema. O meglio… manca ancora una soluzione. 

All’alba della tournée in Giappone (oggi la partenza) la squadra di Simone Inzaghi non ha ancora i portieri, tantomeno l’attaccante (o gli attaccanti, tenendo conto che, in caso di offerta concreta, Correa potrebbe lasciare Milano). Un ritardo che anche in questo caso può essere addebitabile al caso Romelu Lukaku, ma solo in parte. Da un lato il rallentamento sul fronte portieri provocato dall’emergenza Big Rom ha di fatto deviato e rimandato la chiusura dell’affare André Onana facendo slittare, nel nome del famoso editto ‘le entrate dopo le uscite), l’eventuale affondo per Sommer e/o Trubin… dall’altro mette in luce un reiterato errore di calcolo che un club come l’Inter non dovrebbe nè potrebbe permettersi. Un’apparente leggerezza di calcolo del rischio e dell’imprevisto che sistematicamente spunta a scuotere i tifosi nel bel mezzo di un’apparente e illusoria serenità, puntualmente, sconquassata. Situazione sentimentale ‘status Lukaku’. Pleonastico spiegare il perché. L’ennesimo lampo a ciel sereno lo scaglia infatti proprio il gigante buono dal carattere poco poco ondivago, per così dire, che spacca ancora una volta gli equilibri nerazzurri e spariglia le strategie del trio Marotta-Ausilio-Baccin. Ancora una volta in Viale della Liberazione la ricerca dell’attaccante passa dall’essere l’ultimo eventuale tassellino o nell’eventualità di… a priorità assoluta di un mercato che improvvisamente si ritrova costretto a cambiare coordinate. Ai mirati e ponderati acquisti di Bisseck, Frattesi e Thuram, ai quali segue Di Gennaro, prima dell’ultimissima sorpresa Cuadrado, sarebbe dovuta seguire una serena ricerca di seconde linee e qualche eventuale cessione ‘d’occasione’ e annesso rimpiazzo per completare un organico in perfetta linea marottiana. Una strategia che al netto della rivoluzione ‘porta’ non avrebbe dovuto incassare particolari scompensi e grandi colpi di scena. Ma le insidie del sempre più avido mercato cambiano di nuovo le regole di un gioco che mostra ancora una volta una natura schizofrenica. Una recidiva che sembra attestare un quadro clinico che - per l’appunto, va ribadito - non può essere giustificabile. Comprensibile sì, non giustificabile. 

Agli entusiasmanti acquisti di partenza, l’Inter di Marotta incassa un gol nel bel mezzo di un momento di eccessiva agiatezza che ha finito per ribaltare l’inerzia della partita. Reazione sottotono che sembra mostrare un’impreparazione dal punto di vista strategico che riesca sbrigliare la matassa. Immagine di sé che poco si concilia al blasone dello stemma e che fa da contraltare ad un’encomiabile maestria fino ad un certo punto inappuntabile come il controversissimo colpo Juan Cuadrado, “eticamente” improponibile, strategicamente impeccabile. A favore dei direttori del The Corner c’è anche la posticipazione dell’attenzione rivolta al mercato conseguente alla finale di Champions, altro alibi troppo debole per poter rendere accettabile l’assenza dei capisaldi di una squadra quali i portieri e il centravanti di peso che “decide le partite” a questo punto della pre-season. 

Una soluzione mancante che inizia a diventare un potenziale grosso problema.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 23 luglio 2023 alle 00:00
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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