Sarebbe stato francamente innaturale anche solo immaginare il presidente Marotta spendersi in particolari riti tribali a mero scopo scaramantico prima del calcio d'inizio di Pisa-Inter. Giusto ad immagine e somiglianza di un suo predecessore sulla opposta sponda pisana come l'iconico Romeo Anconetani a cui è infatti intitolata l'Arena Garibaldi, anche se con la cointestatazione dello sponsor societario. Riportano gli annali dell'epoca che l'istrionico presidente di un Pisa che fu arrivò a spargere fino a 26 kg di sale in una sola partita casalinga pur di allontanare la malasorte dalle vicende calcistiche della sua squadra del cuore. Dunque uno status che avrebbe ora accomunato - almeno secondo una narrazione piu o meno distorta - due 'sofferenze' diversamente nerazzurre... Ma una propensione del genere non alberga certo nell'indole del dirigente varesino, peraltro confortata anche da una serie di motivazioni non solo logistiche. Fra le quali, tra il serio ed il faceto, si sarebbero distinte:

1) Il preventivo, dunque fastidioso, avallo da chiedere al suo omologo contemporaneo Giuseppe Corrado che - pur di fare un po' di "cinema" per tirare acqua al suo ex core business - avrebbe magari potuto concedergli un'eccezione. Ma Voi ve lo sareste mai immaginato Beppe Marotta finire poi accostato mediaticamente a "Er Viperetta", alias Massimo Ferrero, ex presidente della Sampdoria nonché produttore cinematografico? Dài, su: una macchia indelebile sul suo prestigioso curriculum. A questi pagani mezzucci scaramantici, il buon Beppe non sarebbe ricorso nemmeno sotto tortura;

2) I costi di trasporto del sale: dalla salina più prossima alla ex linea costiera tirrenica, Pisa - per colpa dell'Arno e del Serchio che non stanno mai fermi continuando, da secoli, a depositare detriti alle loro foci - dista ora almeno 10 chilometri. Mica Oaktree avrebbe potuto accendere una esclusiva voce di bilancio per gli oneri imposti da certa logistica propiziatoria...

3) Nonostante il dente avvelenato con l'arbitro designato - dei cui pregressi si scriverà fra poco - era stata dedicata la massima attenzione per non urtarne la suscettibilità. Verso il direttore di gara ci si sarebbe quindi fatto scrupolo di non turbare la sua supposta serenità di giudizio - peraltro riacquisita da poco - attraverso la totale rinuncia al rituale evocato all'inizio.

No, perché ad essere paracadutato dal designatore Rocchi proprio nella gara toscana dei 'nerazzurri-contro', era stato giusto quel Marco Guida dichiaratosi, in precedenza, renitente alla 'leva partenopea' per manifesta incompatibilità ambientale... Ossia quell'arbitro campàno scopèrtosi insaputo 'statista' col fischietto in bocca, dunque perfettamente accostabile a Camillo Benso, Conte di Cavour. Tanto da essere indotti a pensare che lui ora si senta autorizzato ad adattare lo storico motto di quest'ultimo ("Libera Chiesa in libero Stato) in "Libera spesa in libero supermercato"... Di fronte al "Tengo famiglia!" di un arbitro geograficamente bisognoso di serenità degli affetti, i nerazzurri milanesi non hanno potuto fare altro che accettare una siffatta designazione di campo, 13 mesi dopo un derby d'Italia casalingo pur marcato dalla fruizione di 2 rigori per un clamoroso 4 a 4 finale. Una anomala diaspora di Guida dall'Inter che, a torto o a ragione, deve evidentemente fare parte del curriculum delle (sedicenti) migliori giacchette nere della penisola. Idonea dunque a ricordare che per quelle forche caudine - a seguito di conclamate nefandezze precedenti - erano dovuti passare, a suo tempo, anche lo stesso Rocchi (con 24 mesi di forzato allontanamento in Serie A) ed Orsato (con oltre 40 mesi): mica pizza e fichi!

A cavallo di quel pareggio sortito a San Siro, di Guida si ricordavano, però, un paio di pessime performance in sala VAR. Nella 1a occasione, risalente a più di 4 anni fa, Guida - come varista - aveva indebitamente richiamato ad un OFR l'arbitro Mariani, inducendolo poi a fargli decretare, in prossimità del 90°, un rigore per il conseguente pareggio dei bianconeri torinesi. Nonostante l'intensità del falletto di Dumfries su Alex Sandro fosse stata valutata come veniale in campo da Mariani, stante i suoi inequivocabili gesti con le mani. Simone (Inzaghi), do you remember? L'altro episodio risale invece all'Inter-Lazio dello scorso maggio, stavolta nel ruolo di assistente VAR (con Di Paolo varista). Le dinamiche di richiamo all'OFR dell'arbitro Chiffi furono le stesse di 4 anni prima, con le note conseguenze penalizzanti per i nerazzurri...

A Pisa, per fortuna, Guida non ha combinato disastri: anzi, a dirla tutta, ha risparmiato a Bastoni un cartellino giallo, seppure poi compensato da un mezzo rigore negato ai nerazzurri. Nessuno si sarà poi preso la briga di spargere sale, ma un miracolo si è comunque materializzato sul prato dell'Arena. Ne hanno dato testimonianza comparativa 2 giornalisti della rosea. Roberto Maida (figlio di Enrico), appena sabato 29 titolava di "Mistero Diouf" argomentando poi che "(...) è lecito immaginare che siano stati spesi troppi soldi (circa 25 milioni bonus inclusi) per una mezzala che si è vista solo in tre spezzoni di partita, uno dei quali addirittura nell’improvvisata posizione di ala destra". Salvo essere corretto nelle ore domenicali dal collega Sebastiano Vernazza che - nelle sue pagelle su Pisa-Inter andate in stampa lunedi 1° dicembre - introduceva quella sul centrocampista francese con un roboante: "Continua la crescita di Diouf" e la corredava poi con una domanda più sarcastica che calzante: "Attenzione, non sarà Diouf quello buono tra Luis Henrique e Sucic?" Da danaroso flop ad acquisto indovinato nell'arco di poco più di 40 ore...

Se e quando costoro faranno pace col cervello, sarà sempre un giorno lieto!

Orlando Pan

Sezione: Calci & Parole / Data: Mer 03 dicembre 2025 alle 14:24
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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