Tre sul campo

Sarebbe facile per me attaccare, sparlare e ridicolizzare coloro i quali avevano attaccato e disonato l'Inter. Tante, tantissime citazioni da poter utilizzare che non basterebbero 10 editoriali. Ne basta invece uno per dire: stavolta vi è andata male.

Vi è andata male perché gli ingredienti per il polpettone ingurgitato di malavoglia tante e tante volte era pronto in tavola. Tutto apparecchiato, tutto al posto giusto. A casa loro, nel fortino inespugnabile. Nemmeno 20 secondi e il fuorigioco di Asamoah è più grande della rabbia per il gol di Vidal. 1-0, ci sta, si sa. L'Inter sbanda, ma non crolla. E, soprattutto, non s'innervosisce.

Sarà vero quello che dicono alcuni: la squadra rispecchia il suo allenatore. Va proprio così. Perché se la Juve è tignosa e ringhia, dall'altro l'Inter è... come dire? Spensierata. Talmente spensierata che non si cura del gol del cileno, non si cura del rosso mancato per Lichtsteiner.

Continua sulla via tracciata dal suo comandante. Un comandante giovane, ambizioso e, soprattutto, preparato. Tridente una follia? Ribaltiamo il discorso e ripensiamo alle parole in conferenza stampa: tutto fila, tutto torna. L'Inter c'è, a tratti domina. La Juve non si riconosce: avete presente la prova pessima con lo Shakhtar? Bene, cancellatela. Perché l'Inter fa di più. Non solo ha il possesso palla e crea pericoli, ma tappa la bocca alle azioni di rimessa bianconere.

Conte chiama dal box, Alessio risponde: “Houston, abbiamo un problema!”. Ma è un problema che non si può risolvere e i nerazzurri avanzano a ondate terribili. Tagliavento non vede nemmeno il rigore su Milito, ma c'è Sant'Orsato da Schio. 1-1. L'1-2, invece, è di una crudeltà inaudita: Guarin solca la metà campo dei padroni di casa e fa arrossire Chiellini, poi è Milito a scaraventare in porta. Palacio, infine, ridisegna il punteggio nelle giuste proporzioni.

Tre gol e tre punti. Com'è che dicevano? 30 sul campo? Io sul campo ne ho visti 3.