Nella giornata in cui il Milan diventa in pratica campione d'Italia, l'Inter trova comunque un motivo per sorridere. La vittoria di sabato contro la Lazio è importantissima, soprattutto in questo momento. Tre punti che scacciano via tutte le paure di una crisi profonda che potesse rovinare questo finale di stagione. Vittoria importante per il modo in cui è maturata: grande rimonta in 10 contro 11. Una delle partite più belle della stagione, per il cuore che i giocatori hanno tirato fuori nel momento in cui sono stati messi in discussione. Sotto di un gol e di un uomo, c'è stato bisogno dello spirito della vecchia Inter, quella del triplete, per riuscire a vincere grazie a due lampi di Sneijder ed Eto'o. Due gol per tenere a distanza la Lazio e il quarto posto. Dopo la sconfitta di Parma si erano aperti scenari catastrofici, che si sarebbero verificati in caso di vittoria della Lazio. Si era immaginata l'Inter in lotta per la zona Champions, facendo attenzione anche all'Udinese. Invece così non è stato, anzi, la sconfitta del Napoli ha riproposto l'Inter al secondo posto. Una posizione da confermare a fine stagione e che darebbe dignità al campionato dell'Inter. Mancano quattro partite, contro Cesena, Fiorentina, Napoli e Catania, in cui bisognerà fare di tutto per vincere. Oltre a queste partite ci sarà il ritorno della semifinale di Coppa Italia, unico obiettivo stagionale rimasto, da non fallire. Perché siamo ancora in tempo per evitare che questa stagione sia ricordata come fallimentare. Anche se il 23 maggio 2010, a 24 ore dalla grande vittoria in Champions, coronamento del triplete, non mi sarei aspettato di più da questa stagione. 

Se una stagione di transizione come questa potevamo preventivarla, dobbiamo fare in modo di tornare in breve tempo ai massimi livelli. Per farlo, non c'è bisogno di una grande rivoluzione, ma di 3 o 4 colpi mirati e di prospettiva, in modo da iniziare un nuovo ciclo duraturo nel giro di un paio d'anni. Anche se per vincere il campionato italiano, che al momento non è al suo massimo splendore, non serve molto. Quest'anno il Milan è riuscito a imporsi sfruttando la pochezza degli avversari e i lunghi momenti di pausa dell'Inter. E' indicativo il fatto che il Napoli sia rimasto in corsa così a lungo. I ragazzi di Mazzari hanno fatto una stagione straordinaria, ma rimangono una squadra da zona Champions. Grandi come Roma e Juve hanno avuto una stagione fallimentare, senza essere riuscite a rialzarsi nella parte finale. Tanto che squadre come Udinese e Lazio sono addirittura riuscite a lottare per la Champions. Il Milan ha soprattutto approfittato della mancanza dell'Inter in alcune settimane clou del campionato. I rossoneri sono stati più costanti per tutta la durata del campionato. Gli unici momenti poco brillanti, a inizio 2011 e dopo l'eliminazione in Champions, sono stati superati portandosi solo qualche pareggio sulle spalle. Non è stato un super-Milan, che oggi come oggi non è destinato a vincere per altri 5 anni. Galliani ha costruito una squadra che potesse piacere al pubblico con qualche grande nome (Cassano, Robinho, Ibrahimovic) e alcuni innesti utili a breve termine (Van Bommel, Yepes). Non mi sembra una squadra programmata per vincere tutto e aprire un ciclo vittorie, e spero di non sbagliarmi. Se il Milan farà pochi acquisti e rimarrà più o meno la stessa squadra di quest'anno, non sarà un'impresa impossibile vincere lo scudetto.

Dipenderà soprattutto da noi, come è successo in questa stagione. Per evitare di ripetere gli errori di quest'anno, dobbiamo ricordarceli e memorizzarli. Per prima cosa, a giugno la società dovrà decidere chi sarà l'allenatore della prossima stagione. Al momento potrebbe essere confermato Leonardo, ma tra un mese chissà. L'importante non sarà tanto il nome, ma l'appoggio che riceverà da squadra e società, e perché no anche dai tifosi. Un allenatore che ha una Champions nel curriculum, ma che non ha un buon rapporto con giocatori e dirigenti, sarà un nuovo Benitez. Quindi servirà un mercato all'altezza: in questo periodo bisogna osservare e tenere i primi contatti, a giugno programmare e tra luglio e agosto comprare. E contemporaneamente cedere gli elementi non utili alla squadra o magari utili per fare cassa, anche se cessioni dolorose. Per presentarsi a settembre con una squadra pronta e programmata per gli obiettivi che la società si è posta. Tornare subito grandi protagonisti in Europa sarà difficile, quindi meglio puntare soprattutto sul campionato. In Champions poi può succedere di tutto ed è meglio non fare piani. Costruire dunque una squadra che possa competere in campionato, con i ricambi all'altezza e i giocatori giusti per aprire anche le difese più chiuse. Massima attenzione agli scontri diretti, che quest'anno hanno portato ben poche soddisfazioni. A partire dai derby, da cui deve partire la lotta al Milan. Vanno dimenticate in fretta le due sconfitte di quest'anno, che hanno contribuito a decidere il campionato. Non saranno state decisive solo quelle due partite, ma se l'Inter le avesse vinte entrambe, il Milan ora sarebbe 4 punti dietro di noi. 

La differenza l'hanno fatta i momenti di crisi vissuti dall'Inter. Il primo periodo nero, tra novembre e dicembre, è costato caro a Benitez, che pure era partito bene in campionato. Lo scudetto l'abbiamo perso per la prima volta lì. Ma con Leonardo siamo riusciti a tornare in corsa grazie ad una grande rimonta. Fino a perdere lo scudetto per la seconda volta, con la sconfitta nel derby. Leonardo ha avuto grandi meriti nella tentata rimonta, ma non solo. Perché anche in questi giorni tormentati, in cui si è parlato di Mourinho, Guardiola e altri possibili successori, il brasiliano ha mantenuto la calma, trasmessa poi ai giocatori. Il risultato non è stata la solita crisi nerazzurra a cui eravamo abituati nel periodo pre-calciopoli, ma la vittoria contro la Lazio, in cui l'Inter non ha perso la testa. Questo dovrà essere di monito anche nella prossima stagione: una sconfitta può capitare, non può iniziare ogni volta una crisi. Le colpe di Leonardo però sono altrettanto importanti, perché il brasiliano ha clamorosamente fallito in tutte le partite importanti (tranne il ritorno col Bayern). A Monaco ci è andata bene, ma non si può vivere di rimonta. Per l'anno prossimo dunque niente rimonte o missioni impossibili, ma speriamo di partire bene e finire meglio. Perché si può e si deve fare di più rispetto a questa stagione.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 25 aprile 2011 alle 00:01
Autore: Guglielmo Cannavale
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