A Firenze è cambiato il regista, ma non lo sceneggiatore della stagione dell'Inter. Anche nel giorno dell'esperimento di Christian Eriksen come playmaker, la figura misteriosa che si cela dietro la scrittura del film nerazzurro non ha brillato particolarmente in originalità, riproponendo una struttura narrativa già nota agli spettatori. In Coppa Italia, contro una Fiorentina comunque all'altezza, la squadra di Antonio Conte non è riuscita ad andare oltre l'1-1 nell'arco dei tempi regolamentari e ha rimandato il colpo di scena al 119' quando Romelu Lukaku, pur senza un'interpretazione da Oscar, ha mantenuto viva la sua candidatura di attore protagonista 2020-21. Mezzora in più che in sede di montaggio il tecnico avrebbe volentieri 'tagliato' per rendere meno faticose le riprese ai suoi interpreti e per non appesantire il pomeriggio dei tifosi, anche alla luce dello strano orario di proiezione. Il lieto fine prima dei titoli di coda è gratificante nella misura in cui regala il sequel atteso con il Milan che entrerà sicuramente in competizione con Inter-Juve, il colossal che domenica sera verrà trasmesso da San Siro al mondo. Niente incassi record al botteghino, il teatro più bello del mondo sarà tristemente vuoto, ma una platea globale collegata davanti alla tv per vedere l'atteso turning point che sembra non arrivare mai.

L'eroe di questa storia, già trafitto quasi mortalmente dallo Shakhtar, ha ottenuto tante rivincite con diversi avversari, senza però dare l'impressione di forza del personaggio che prevarrà alla fine del viaggio. Manca un'affermazione contro il 'mostro', incarnato nella circostanza dal nemico storico nonché campione d'Italia in carica da nove anni di fila. La prova scudetto, con Pirlo potenzialmente a -1, arriva a metà della storia, puntuale per capire se la creatura plasmata da ottobre può andare i suoi stessi limiti. Alcuni dei quali proposti dallo sceneggiatore di cui sopra, che si diverte a scrivere scene con uno schema comune: gol sbagliati in maniera sciagurata per difetti di mira clamorosi a cui seguono reti subite al primo tiro, condite da scelte arbitrali a random. E' successo anche ieri, anche se in sequenza ribaltata rispetto al solito: Inter avanti con merito (gol di Vidal), poi abbaglio di Massa che quasi ripristina un equilibrio appena spezzato assegnando un rigore inesistente ai viola. In questo buco di sceneggiatura, interviene per fortuna Aureliano, uno dei tanti registi che in sala Var correggono le topiche dei colleghi distratti sul set. Il gol di Kouame che vale l'1-1 è il più classico dei cliché dell'annata della Beneamata, l'indizio minaccioso di un remake dell'Olimpico. Questa volta non è altro che un MacGuffin alla Hitchcock che via via coi minuti perde il significato che lo spettatore gli aveva attribuito. Un espediente per tenere viva la tensione che esploderà dopo il fischio d'inizio del derby d'Italia. Sarà film d'autore o con tanti effetti speciali? Impossibile dirlo, quel che è certo è che servirà una grande prova attoriale da parte di Handanovic e compagni. Anche oltre la sceneggiatura. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 14 gennaio 2021 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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