"L’argomento è sempre lo stesso (ovviamente molto gettonato in questi giorni). Ma intervengo per segnalare alcuni aspetti che non sono stati abbastanza approfonditi.
1)        La Procura ordinaria e la Polizia giudiziaria, dopo avere ascoltato e vagliato non solo le telefonate, ma dopo avere ricostruito anche tutta la rete di relazioni tra e varie figure in campo, ha sostanzialmente identificato nell’Inter una vittima e non l’ha considerata neppure un colpevole marginale. La relazione Palazzi, incurante di questo, non si è preoccupata minimamente di contestualizzare le telefonate, dicendo che l’Inter chiamava comunque per avere vantaggi. Ci si chiede quali siano stati i vantaggi. E, se così è, contro chi agiva la Juve che pure, sempre secondo Palazzi, è sommamente colpevole: contro il Bologna ? Delle due l’una: o ha ragione la Procura di Napoli o ha ragione Palazzi. Ma se ha ragione Palazzi, allora Moggi ha messo su tutta la sua reticolare organizzazione solo per gestire le retrocessioni ?
2)        Qui non si tratta di nascondersi dietro un morto, come dicono alcuni. Ma non si è mai visto in alcun tipo di ordinamento giuridico, benché di tipo domestico, neppure nel più scalcinato paese del mondo,  formulare considerazioni giuridiche su un’ipotesi di reato in cui l’ipotetico reo è deceduto e non più perseguibile. Questa macabra operazione, fatta con piena consapevolezza che le ipotesi di reato sportivo sono prescritte ed improcedibili, a quale finalità obbedisce se non a gettare fango gratuito ?
3)        Perché continuare ad evocare l’art. 6 del codice di giustizia sportiva dell’epoca quando questa impostazione, per stessa ammissione del Procuratore federale, non ha retto nei due giudicati sportivi del 2006 ? Non sarebbe stato intellettualmente onesto autoemendarsi e limitarsi a profilare in maniera più realistica ed equilibrata l’articolo 1 ? Magari si sarebbe ottenuto di invogliare l’Inter a rinunciare alla prescrizione per affrontare un equo procedimento e non una annunciata esecuzione sommaria, visto il vento di revisionismo che tira ? Bene, se Palazzi voleva sfidare l’Inter sul terreno della prescrizione ha lui stesso chiuso la porta a questa possibilità: infatti solo un folle irresponsabile potrebbe rinunciare alla prescrizione in un contesto di imputazione come quello formulato nella relazione.
4)        L’ultima perla dal loquace prof. Sandulli. Il 1° luglio dice che lo scudetto del 2006, pur teoricamente revocabile, non può essere revocato oggi. Il 7 luglio dice il contrario perché secondo lui è stato un atto amministrativo a consegnare quello scudetto. Errore su circostanza di fatto (grave per un giurista della sua levatura). Il Commissario dell’epoca prese semplicemente atto dei giudicati sportivi e della classifica che ne sortiva. Solo se avesse deliberato di non assegnare il titolo avrebbe dovuto produrre uno specifico atto amministrativo (come fu per la revoca del 1927).
5)        Il presidente Abete (2010) disse: “datemi una sentenza” (e io revoco). Ha avuto solo una requisitoria di discutibile regolarità (anche formale). Cosa se ne farà ?
Da quanto si legge in questi giorni sembra quasi che il Club considerato all’epoca un po’ da tutti gli addetti a lavori come una banda di dilettanti, disorganizzata e maldestra, di proprietà di un ricco signore poco avveduto, presieduta da un “brindellone non di grande intelligenza” (Moggi+Fazi+Bergamo), abbia realizzato il delitto perfetto mandando gli abilissimi, furbissimi e capacissimi avversari storici in serie B e privandoli di due scudetti prendendosene poi uno (saldo +3). E senza neppure pagarne il fio. Ma, signori tutti, volete che la povera Inter sbeffeggiata da tutti fosse capace di tanto ? Si trattò semmai di semplice errore (del buon Commissario straordinario Guido Rossi). Come di errori in buona fede giustamente (giustamente ?) si parlò a proposito del Campionato 1998 e del Campionato 2002. Di fronte all’errore cosa si può fare ? Nulla".

Enrico

Sezione: Visti da Voi / Data: Sab 09 luglio 2011 alle 11:03
Autore: Redazione FcInterNews
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