"Quando capisci che questa deve essere la tua serata, che non conta quanti trofei hai vinto, quanti gol hai fatto, quanto corri, quanto attacchi, quanto difendi, quanto sei stato decisivo fin ad ora, quanti assist che hai fatto, quante giocate, quante volte hai predicato nel deserto in questa stagione, non conta che ti hanno inserito come una semplice pedina di scambio per arrivare ad uno pseudo - campione con perenni "mal di pancia" motivati, con molte probabilità, da evidenti limiti dovuti alla ristrettezza del proprio personalissimo raggio di azione/vittoria; quando capisci che devi essere tu il protagonista, quello che non deve avere mai paura, quello che deve assumersi il peso delle responsabilità di un'intera squadra che crede solo in te e basta, quando capisci che un gol dopo 4 minuti di gioco non basta, devi fare di più, devi aiutare prima il folletto di Utrecht e poi devi far ritrovare quel macedone triste. Questa è dedicata ad Eto'o.
Quando non capisci come hai fatto a non prevalere, a non passare il turno, visto che in fondo è stata impostata la stessa partita di Milano, visto che ci sono gli italiani, quei "catenacciari", visto che eri così sicuro di accedere ai quarti che ti sei permesso il lusso di fare il giornalista, di scherzare con "Gomez capelli stirati"; eri così così convinto dopo il 6a0 all'Amburgo che hai preferito non rischiare Robben, tanto questi sanno solo difendersi e, nel peggior dei casi, ci mettiamo anche noi dietro la linea del pallone in modo tale da ripartire con i nostri campioni. Questa è dedicata al "promesso" disoccupato Van Gaal, con i suoi stupidi pregiudizi: il Barça è un'altra cosa, lascia stare, solo loro possono giocare costantemente nella metà campo avversaria; e poi se vuoi qualche dritta su come difendersi, inizia a guardare anche un po' il sistema italiano, perchè a volte si può vincere anche così, mica è un peccato; e pensare che l'Inter gioca male in difesa, ma in fondo come potevi saperlo? ti piace vedere il Barça, con l'assurda convinzione di poter, un giorno, emularlo.
Quando "errare humanum est, perseverare autem diabolicum", ma è successo, e allora come rimediare? iniziamo a fermare Ribery che, tutto solo, corre come un indemoniato; iniziamo a fermare Gomez con la complicità dell'italiano e del palo; iniziamo a fermare nuovamente SuperMario e il suo tiro a volo di destro; iniziamo a fidarci dei due centrali, a comunicare con loro, c'è sempre un debuttante in Europa che deve essere aiutato come in campionato, c'è sempre quel pazzo scatenato di un brasiliano che parte senza pensieri, all'avventura, incurante del pericolo che si può correre, un pazzo che deve essere fermato; perchè non si può uscire con due papere su tre gol subiti, non si può. Questa è per l'uomo che non ha vergogna ne' di assumersi le proprie di colpe, le proprie di responsabilità, ne' di commuoversi non solo per quello che ha vinto, ma anche per quello che stava combinando: Julio Cesar.
Quando hai sognato di vincere il pallone d'oro e, dopo la delusione, hai capito che forse doveva andare così: assegnato non al giocatore che si è limitato a segnare una rete, seppur importantissima, ma consegnato al migliore in assoluto, forse di tutta la storia del calcio. Quando la stagione è iniziata malissimo, poi però è cambiato l'allenatore, è cambiato stile di gioco e di approccio; e allora di nuovo pedina importante, come l'anno scorso, l'anno trionfale; quando c'è Eto'o, ma devi esserci pure tu, perchè sei grande, sei forte. Questa è per Sneijder.
Quando "spiegare questa partita diventa difficile, sono morto!E' stata un'Inter tutta cuore. Anche in campionato abbiamo fatto partite con questo spirito. Uno spirito che questa squadra ha sempre avuto dentro, anche se possono esserci momenti migliori e peggiori nell'arco di una stagione. Abbiamo una rabbia anomala". Questa è per Leonardo.
Quando sei costretto a non giocare, quando sei costretto a dare forfait in una delle partite più importanti della stagione, proprio tu, quello che si è allenato prima di sposarsi, quello che "io se avessi la possibilità di prendere un solo giocatore dall'Inter", quello che "ma davvero ha 37 anni?non ci credo, ma come fa?", quello che è impegnato con la fondazione P.U.P.I. per cercare di dare, in virtù della sua grande fortuna relativa alla professione, un sostegno economico ai bambini disagiati; quello che sono 738 con l'Inter, ma stavolta non poteva giocare, doveva sostenere i suoi compagni da fuori. Questa è per Zanetti.
Quando in Europa le hai viste di tutti i colori, quante disfatte, quanti dolori, quante delusione. E poi il 2010, l'anno perfetto con i cinque "tituli", la soddisfazione, la felicità. Quando la tua squadra alla fine si è solo qualificata per un quarto di finale, non ha mica già vinto! Ma resta sempre l'unica italiana, e allora goditela "fin quando fa male, fin quando ce n'è", caro interista.
Quando hai visto segnare Pandev e hai esultato come se fosse stato un gol della tua squadra: maledetto Ovrebo! Questa è per un tifoso della Fiorentina.
Quando sei triste per la tua gente, per la sofferenza del tuo popolo, per il dramma, per i dispersi, per i morti; quando hai portato la bandiera del tuo paese,"Hinomaru", in panchina, per stringerla a te, per non lasciarla mai, per pensare a ciò che accadrà, per sentirti vicino ai tuoi connazionali, per sognare l'impresa ovvero rialzarsi di nuovo, per sentirsi nuovamente vivi; quando hai mostrato la bandiera a tutti, in occasione del minuto di silenzio, per la tua gente, affinchè non venga dimenticata, non venga lasciata sola; quando ti sei alzato e hai abbracciato Eto'o senza mollare per un solo istante quel disco rosso, quel disco solare; quando sei stato chiamato in causa per giocare gli ultimi nonchè decisivi minuti di gioco, quando hai fatto tutto questo la tua testa non era lì, il pensiero aveva abbandonato quel campo verde, ma le gambe correvano, lo facevano in automatico perchè senza ragione. Questa è per il piccolo samurai Nagatomo, questa è per il Giappone.
E infine, questa partita, questa vittoria è anche per Abidal: il terzino del Barcellona venerdì verrà operato per un tumore al fegato: ritorna presto campione!".
Salvo
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