L'Inter saluta l'Europa piazzandosi ultima nel Gruppo K, dietro Sparta Praga, Hapoel Beer-Sheva e Southampton. Una campagna fallimentare divisa addirittura tra tre allenatori: due ko e un successo per De Boer, una sconfitta per Vecchi, una sconfitta e una vittoria per Pioli. Competizione affrontata senza la giusta mentalità e non raddrizzata nemmeno dopo l'addio al tecnico olandese. Facile trovare i Flop, molto più complesso scovare i Top. Ecco il riassunto di tre mesi con tanto nero e poco azzurro nel cielo europeo per questa 'Special Edition' di All you can EL, che sarà anche l'ultima della stagione.

I TOP

IL PRIMO TEMPO DI BEER-SHEVA – L'Inter che poteva essere e che non è stata. Quarantacinque minuti decisamente convincenti quelli che i nerazzurri propongono sul terreno del Turner Stadium di Beer-Sheva: due gol, azioni efficaci, difesa solida. Un dominio che però si rivelerà soltanto un'illusione.

I TRE PUNTI SUDATI COL SOUTHAMPTON – Un sussulto. L'Inter di De Boer continuava ad alternare anche nella stessa partita ottime fasi di gioco ad altre sconcertanti. Con i Saints, a San Siro, arrivano tre punti dopo tanta sofferenza. L'1-0 è firmato Candreva e restituisce speranze di qualificazione dopo le iniziali due sconfitte.

LA DIGNITÀ FINALE – Il 2-1 allo Sparta Praga è storia recente. Giusto un contentino a margine di una delle peggiori Inter di sempre in campo internazionale. Dentro al successo contro i cechi ci sono le note positive del debutto di Pinamonti, del buon rendimento di Miangue, del ritorno in campo di Andreolli e dei due gol di Eder. Soprattutto, si è vista una dignità: quella non dovrebbe mai mancare.

 

I FLOP

LA LISTA RIDOTTA – Al di là di tutto, è evidente come l'esclusione forzata dalla lista Uefa di Kondogbia, Joao Mario, Jovetic e Gabriel Barbosa abbia ridotto drasticamente le scelte e compromesso il cammino, lasciando insoddisfatti gli esclusi che - a parte il lusitano - hanno trovato poco spazio pure in campionato. Al netto della spericolata gestione dei conti degli anni passati, sul banco degli imputati finisce anche il Fair-Play Finanziario della Uefa. Il FFP voluto da Platini si è rivelato un meccanismo iniquo e anacronistico, specie quando ha csotretto i club (come nel caso dell'Inter) a escludere dalle liste i giocatori - i protagonisti principali - finendo per penalizzare il fascino di un torneo già di scarso appeal.

I KO CON L'HAPOEL – Sono state proprio le due sconfitte con gli israeliani - sulla carta l'avversario più abbordabile - a segnare indelebilmente il cammino dell'Inter. Brutale quello all'esordio: uno 0-2 terribile, scandito nella ripresa dai gol di Miguel Vitor al 54' e di Bar Buzaglo al 69'. Non meno indigesto il ko nel match di ritorno: da 2-0 a 2-3, con Maranhao, il rigore di Nwakaeme e il sigillo finale di Sahar a decretare l'eliminazione nerazzurra addirittura con un turno ancora da giocare.

L'AVVIO DI PRAGA – Tremebondo fu pure l'inizio gara di Praga. Allo Stadion Letna, complice un netto fuorigioco non segnalato, i cechi passarono subito con Kadlec al 7' minuto. E al 25' arrivò addirittura lo 0-2, ancora a firma di Kadlec, con un gol che fotografa alla perfezione l'intera Europa League dei nerazzurri: punizione battuta velocemente sulla trequarti, tutti fermi come le belle statuine ed è di nuovo rete. E pensare che la squadra ceca arrivava dall'esonero dell'allenatore e da un'invasione di campo a margine del derby perso in casa con lo Slavia. Dal successo per 3-1 sui nerazzurri, lo Sparta è riuscito a riemergere, vincendo il girone europeo e risalendo in campionato. Lo stesso, però al contrario, potrebbe dirsi per l'Inter. 

Sezione: All you can EL / Data: Ven 09 dicembre 2016 alle 14:14
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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