Luci a San Siro. Un capolavoro indimenticato, insuperabile e forse anche un po' abusato. Il celebre pezzo composto da Roberto Vecchioni viene ritirato fuori ogni volta che se ne ravvisa l'occasione, quando l'impianto milanese si trova a dover ospitare eventi importanti, gare fondamentali nell'economia di una stagione, grandi occasioni. Non è dunque particolarmente originale, da parte mia, ritirare fuori questo titolo proprio adesso. Ma non credo che ce ne fosse un altro in grado di riassumere pienamente tutto quello che c'è da dire sulla giornata appena conclusa e su quella che si consumerà domani.

Oggi è stato il giorno del ritorno a Milano di Erick Thohir, a non molti giorni di distanza dalla prima visita e dal primo vero contatto con il mondo Inter. C'era meno attesa stavolta, la stampa presente alla Malpensa e all'hotel Bulgari era più calma e meno numerosa, la grande curiosità era stata ampiamente soddisfatta dalla visita precedente e dalle tante dichiarazioni rilasciate dal tycoon anche dall'Indonesia. Eppure nessuno riesce a rimanere pienamente indifferente quando Thohir torna in Italia, anche perché non capita spesso che un imprenditore importante decida di investire in un campionato per certi versi disastrato come quello italiano. Dopo una giornata intensa, densa di incontri e segnata dal tanto atteso summit di mercato, il neo presidente nerazzurro si prepara all'atto forse più importante fin qui: il debutto ufficiale a San Siro.

Si sa, queste sono cose che segnano. Vi immaginate se la gara non dovesse concludersi con un risultato positivo? L'esordio ufficiale di Thohir verrebbe bollato a vita come sfortunato, magari si direbbe pure che il neo numero uno nerazzurro porta un po' sfiga. Ma tant'è, prima o poi doveva succedere, tanto vale rompere immediatamente il ghiaccio. Sarà inevitabilmente lui il protagonista primario di Inter-Sampdoria, anche se le tematiche di rilievo non mancano. Sarà la giornata del ritorno al Meazza di una cinquantina di grandi ex nerazzurri che hanno risposto positivamente all'appello dello stesso tycoon (che verrà anche da lontano lontano, ma ha dimostrato in più di un'occasione che qualche nozione di storia nerazzurra ce l'ha anche lui). Sarà la giornata del possibile (probabile?) ritorno in campo di Javier Zanetti dal primo minuto, complice l'infortunio di Yuto Nagatomo. Sarà il giorno del ritorno a San Siro di un altro grande ex, che non sarà sugli spalti bensì sulla panchina avversaria: Sinisa Mihajlovic, che all'Inter ha lasciato ottimi ricordi.

Per una luce, quella di Erick Thohir, che si accende, ce ne è però un'altra che si spegne. Non è un argomento legato strettamente all'Inter, ma è inevitabile dedicare una chiosa finale ad Adriano Galliani, che tra poco meno di due settimane lascerà il Milan dopo 27 anni di onorata carriera. Diciamoci la verità, da queste parti forse non ci è mai stato troppo simpatico, non abbiamo mai amato troppo il suo esasperato ricorso alle frasi fatte e ai luoghi comuni, ma ne abbiamo comunque apprezzato le capacità da dirigente e il suo riuscire a fare scudo alla squadra anche nei momenti peggiori. Gli ultimi risultati, ovviamente, non gli danno ragione e i rossoneri più attenti non potranno non chiedersi che fine hanno fatto i soldi ricavati dalle tante cessioni degli ultimi sei anni. Ma tant'è. Lascia per 'colpa' di una donna, perché nel 2013 evidentemente risulta ancora assurdo che una donna ambisca a occuparsi di calcio. Ciao geometra, non possiamo esattamente dire che ci mancherai.

Sezione: La Rubrica / Data: Sab 30 novembre 2013 alle 00:30
Autore: Alessandra Stefanelli / Twitter: @Alestefanelli87
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