Un autentico déjà-vu. In più di un'occasione è sembrato davvero di vedere la stessa Verona-Inter della scorsa stagione, con qualche sostanziale differenza. Alla fine, sia con Antonio Conte sia con Simone Inzaghi, il Bentegodi è stato ancora terra di conquista, seppur con più di una difficoltà. E alla prima sosta per le Nazionali (incrociamo le dita) i nerazzurri ci vanno a punteggio pieno, come qualsiasi squadra che ha lo scudetto cucito sul petto dovrebbe fare.
L'AFFETTO PER IL CAPITANO - Tornando al déjà-vu: il più eclatante, quasi da pelle d'oca, è il gol di Ivan Ilic che approfitta biecamente di un errore di Samir Handanovic. A fine dicembre 2020 lo svarione del numero uno sloveno è stato più grossolano, certo, ma il disimpegno con cui a questo giro ha messo in crisi Marcelo Brozovic mette in discussione una delle arti (il gioco con i piedi) in cui è diventato quasi maestro. Poco male, Handa deve essere un grande capitano se, in entrambe le occasioni, i suoi compagni di squadra hanno fatto in modo che il suo errore non costasse punti all'Inter. Devono davvero volergli un gran bene...
50 VOLTE IL PRIMO LAUTI - Aveva una voglia matta di segnare, Lautaro Martinez. Senza l'amico Romelu oggi il Toro si sente il leader di questa squadra e cerca sempre di dimostrarlo. Peccato che talvolta la smania lo porti a vedere rosso anche dove è a malapena rosa shocking, con conseguenti errori di varia natura ed eccesso di foga dove non servirebbe (eccolo il cartellino giallo). Martinez però è questo, prendere o lasciare: sei sul punto di mandarlo a quel paese reclamandone il cambio e lui sbuca dal nulla tra le maglie gialloblu restituendo la parità alla squadra. Una rete non banale, per quanto piuttosto facile per uno come lui. Si tratta infatti della 50esima in maglia nerazzurra, considerando tutte le competizioni. E ogni volta, almeno per lui, è sempre come la prima.
CHIAMATELO TUCUMAN - In un periodo in cui Marvel e DC fanno a gara a chi crea nuovi supereroi credibili, ieri sera al Bentegodi ne è nato uno che riempirà gli scaffali di tutti i reparti di giocattoli e a Natale farà il botto: Tucuman. Un ragazzo come tanti, che realizza il sogno di giocare nella squadra che inseguiva da bambino, viene chiamato dal proprio allenatore che crede in lui e, non si sa come, si trasforma in un supereroe che sfruttando qualità inaspettate segna due gol trascinando i suoi compagni alla vittoria. Per tutti lui è Joaquin Correa, ma d'ora in poi, quando chiamato in causa sul rettangolo di gioco, sarà solamente Tucuman.
CORRI RAGAZZO, CORRI - L'idea di Arturo Vidal è buona, ma forse la misura del passaggio meno. Già, sembra troppo lungo per essere tenuto in campo, peccato. o forse no. No, per Matteo Darmian da Legnano, che allungando la falcata dopo 83 minuti corsa danza sulla linea laterale e non solo aggancia la sfera, ma ha la forza di girarla in mezzo sorprendendo un po' tutti. Non el Tucu, che salendo al terzo piano la scaraventa all'incrocio dei pali dove il povero Lorenzo Montipò non può arrivare. Esattamente nel punto in cui, il 23 dicembre 2020, Milan Skriniar, anche lui di testa, aveva indirizzato il pallone che è valso la vittoria nerazzurra a Verona. Eccolo, un altro déjà-vu.
L'AFFETTO PER IL CAPITANO - Tornando al déjà-vu: il più eclatante, quasi da pelle d'oca, è il gol di Ivan Ilic che approfitta biecamente di un errore di Samir Handanovic. A fine dicembre 2020 lo svarione del numero uno sloveno è stato più grossolano, certo, ma il disimpegno con cui a questo giro ha messo in crisi Marcelo Brozovic mette in discussione una delle arti (il gioco con i piedi) in cui è diventato quasi maestro. Poco male, Handa deve essere un grande capitano se, in entrambe le occasioni, i suoi compagni di squadra hanno fatto in modo che il suo errore non costasse punti all'Inter. Devono davvero volergli un gran bene...
50 VOLTE IL PRIMO LAUTI - Aveva una voglia matta di segnare, Lautaro Martinez. Senza l'amico Romelu oggi il Toro si sente il leader di questa squadra e cerca sempre di dimostrarlo. Peccato che talvolta la smania lo porti a vedere rosso anche dove è a malapena rosa shocking, con conseguenti errori di varia natura ed eccesso di foga dove non servirebbe (eccolo il cartellino giallo). Martinez però è questo, prendere o lasciare: sei sul punto di mandarlo a quel paese reclamandone il cambio e lui sbuca dal nulla tra le maglie gialloblu restituendo la parità alla squadra. Una rete non banale, per quanto piuttosto facile per uno come lui. Si tratta infatti della 50esima in maglia nerazzurra, considerando tutte le competizioni. E ogni volta, almeno per lui, è sempre come la prima.
CHIAMATELO TUCUMAN - In un periodo in cui Marvel e DC fanno a gara a chi crea nuovi supereroi credibili, ieri sera al Bentegodi ne è nato uno che riempirà gli scaffali di tutti i reparti di giocattoli e a Natale farà il botto: Tucuman. Un ragazzo come tanti, che realizza il sogno di giocare nella squadra che inseguiva da bambino, viene chiamato dal proprio allenatore che crede in lui e, non si sa come, si trasforma in un supereroe che sfruttando qualità inaspettate segna due gol trascinando i suoi compagni alla vittoria. Per tutti lui è Joaquin Correa, ma d'ora in poi, quando chiamato in causa sul rettangolo di gioco, sarà solamente Tucuman.
CORRI RAGAZZO, CORRI - L'idea di Arturo Vidal è buona, ma forse la misura del passaggio meno. Già, sembra troppo lungo per essere tenuto in campo, peccato. o forse no. No, per Matteo Darmian da Legnano, che allungando la falcata dopo 83 minuti corsa danza sulla linea laterale e non solo aggancia la sfera, ma ha la forza di girarla in mezzo sorprendendo un po' tutti. Non el Tucu, che salendo al terzo piano la scaraventa all'incrocio dei pali dove il povero Lorenzo Montipò non può arrivare. Esattamente nel punto in cui, il 23 dicembre 2020, Milan Skriniar, anche lui di testa, aveva indirizzato il pallone che è valso la vittoria nerazzurra a Verona. Eccolo, un altro déjà-vu.
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