Ospite dell'evento 'Palla Lunga e Raccontare', organizzato da Pantheon Verona, l'ex difensore dell'Inter Andrea Mandorlini ha raccontato il suo rapporto con Giovanni Trapattoni, il tecnico dello Scudetto dei record: "Un grande, c’è poco da fare e da dire. Per lui parla la carriera, quello che ha fatto, quello che ha vinto. Mi fa ridere chi lo definisce difensivista. La sua Juve giocava con Boniek, Platini, Tardelli, Paolo Rossi, Cabrini, Vignola… E all’Inter, c’erano sempre almeno due punte e altri due-tre giocatori d’attacco. No, grande allenatore, grande anche nella gestione di tutti questi campioni. Perché se alleni l’Inter o la Juve, devi anche saper gestire le varie situazioni che ti si presentano. Perché, diciamolo, tutti i giocatori sono uguali, ma… qualcuno più degli altri… Se Zenga ti rientra alle 7 di mattina e alle 10 c’è allenamento, tu mister un occhio lo devi chiudere. Allora chiamava Castellini, l’allenatore dei portieri, gli strizzava l’occhio, Zenga riposava… E Matthaeus? Fuoriclasse vero, uno di quelli che si metteva la squadra in spalla. Certo, anche lui ogni tanto aveva le sue fughe, prendeva la macchina e rientrava quando rientrava. Che gli dici a uno così? Che devi fare come Mandorlini? No, dai…

Il tuo rapporto con il Trap, finito con un bigliettino...
"Bigliettino che conservo ancora. L’ultimo anno, avevo giocato poco, lasciavo l’Inter, se ne andava anche il mister. Ci siamo salutati, lui m’ha dato un biglietto, c’era scritto: “So che hai avuto poco spazio e ci sei stato male. Capirai tutto quando diventerai allenatore e vivrai certe situazioni da un’altra prospettiva.

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Sab 15 novembre 2025 alle 22:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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