È stato a lungo un sogno, si è tramutato negli ultimi tempi in ossessione, fino a vestire i panni dell’incubo. Lucas Moura, il Re Mida del calcio moderno, farà presumibilmente la gioia dei già sazi tifosi del Paris Saint-Germain. Lo sceicco, frugando le tasche, si è trovato quasi inaspettatamente 45 milioni di euro da scialacquare per la sua campagna acquisti e li ha affidati al suo scudiero Leonardo per farne ciò che voleva. Risultato: ‘scippo’ all’Inter e, dopo Lavezzi, un altro campione che si sfila la maglia nerazzurra per indossarne un’altra, meno blasonata ma di certo più ricca. Che rabbia! Stavolta pensavo davvero che l'obiettivo fosse a portata di mano, l'instancabile attività di pubbliche relazioni (in loco, ndr) dei vari Ausilio e Branca aveva finalmente abbattuto il muro di gomma del Sao Paulo. La tavola era ormai apparecchiata, in altre parole, non restava che iniziare a banchettare.

Tutto fatto? Col cavolo, perché se all'ultimo momento si siede a tavola anche mister Alegria con il portafoglio pieno, è inevitabile che qualcuno resti con la pancia vuota. E quel qualcuno, ancora una volta, siamo noi. Francamente, trovo profondamente ingiusto questo comportamento da squalo, in barba alle leggi (non scritte) del mercato e ai regolamenti Uefa. Capisco che a Parigi ci sia fame di grande calcio, ma approfittare dei fondi illimitati di uno sceicco per frustrare mesi di trattative altrui giunte ormai a un punto di (felice) svolta, lo considero scorretto. Il tutto, per uno sfizio (Lucas partirà dalla panchina, troppa grazia davanti a lui...). In altri tempi, chi vende avrebbe privilegiato i buoni rapporti e il lavoro di chi arriva prima e si sbatte. Oggi però il dollaro comanda su tutto, anche sull’etica.

Rassegniamoci, è il calcio moderno, quello che trae origine dal mecenatismo berlusconiano, abile collezionista di figurine e offuscatore di campioni (quanti ne ha fatti marcire in tribuna…), che trova supporto nelle follie galactiche del Real Madrid e prosegue la scia sul terreno delle new entry, dal Manchester City all’Anzhi. Berlusconi e Perez, ora, fanno i conti con i voli pindarici dell’epoca d’oro. Gli sceicchi, invece, continuano a ostentare ricchezza, al limite del volgare e dell’offensivo e in barba a un clima di ristrettezza internazionale che invita tutti, e sottolineo tutti, a limitare gli sperperi. Lo ammetto, c’è una significativa puntina di invidia in questo attacco neanche troppo velato, il mio stato d’animo sarebbe diverso se si tornasse ai tempi di Moratti Paperone, che soddisfa ogni suo sfizio anche gettando al vento vagonate di soldi. Ma quei tempi sono ormai andati. Ciò che infastidisce in questa vicenda è farsi bruciare sul traguardo, soprattutto in tempi di ristrettezze e autoimposta oculatezza. Ma stavolta la dirigenza, pur tra mille difficoltà, si era mossa bene e ce l'aveva quasi fatta.

In questo contesto non passi inosservata la valutazione assegnata a Lucas (45 milioni): fuori dal mondo. Un ragazzo di 20 anni, neanche titolare della nazionale brasiliana olimpica, pompato mediaticamente come un canotto dai milioni di dirigenti del Sao Paulo, non può valere certe cifre pur essendo un ottimo prospetto. Thiago Silva, considerato il miglior difensore in circolazione, è stato pagato meno, giusto per capirci. Si pensi poi allo stesso Lavezzi, che guadagnerà 5 milioni a stagione, per non parlare di Ibrahimovic (45 milioni in tre anni). Se un giorno il Paris Saint-Germain volesse cedere una delle sue gemme, quali acquirenti troverebbe disposti a pareggiare certi stipendi? L’Inter fatica con ingaggi anche più bassi, figuriamoci. E meno male che bisognava adeguarsi al clima economico internazionale.

Chiosa finale su Leonardo: lo ritenevo un amico dell’Inter, di Moratti. Eppure, al di là della sua fuga estiva che un anno fa ha creato il panico in Corso Vittorio Emanuele, causando una spirale di errori nelle scelte tecniche, mi sorge il dubbio che i suoi rapporti con il Milan non siano poi così incrinati dal gelo con il Berlusca. Non a caso, godendo di un portafoglio colmo all’inverosimile, risolve i buchi nel bilancio rossonero acquistando a peso d’oro Thiago Silva e liberando via Turati dall’insopportabile ingaggio di Ibrahimovic, tassa da pagare per prendere il brasiliano. Il non plus ultra, per il buon Galliani. Non resta che attendere l’ipervalutazione di Abate per chiudere il cerchio. Peccato però che, pur con tanta disponibilità a spendere, Leo si sia limitato a privarci di Thiago Motta per quattro soldi e non si sia mai fatto avanti per altri giocatori nerazzurri dichiaratamente sul mercato. Ma come, Pazzini non aveva fatto la sua gioia? E Maicon, non è un terzino unico nel suo genere? Poi c’è sempre Julio Cesar, che senza offesa può ancora insegnare molto a Sirigu. In compenso, ci ha 'rotto le scatole' su Lavezzi e Lucas. Di occasioni mister Alegria ne avrebbe avute per migliorare il Psg pescando in casa Inter, eppure il suo sguardo è andato dritto verso l’altra sponda del Naviglio, giusto in tempo per aiutare il suo Milan ripulendo il bilancio desolante. Vediamo se qualche cuore rossonero avrà il coraggio di definirlo ancora, vigliaccamente, ‘uomo di m****’…

P.S. – Ora che ci siamo liberati dall’incubo Lucas, invito la dirigenza a tornare con i piedi per terra e pensare a rinforzare l’Inter in modo adeguato, senza necessariamente fenomeni ma con giocatori utili alle necessità di Stramaccioni. L’immagine non ne godrà immediatamente, ma magari sarà il campo a fare la differenza…

Sezione: Editoriale / Data: Mer 08 agosto 2012 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino
vedi letture
Print