Anche se le due squadre non si sono finora mai incontrate in Europa, Eintracht Francoforte-Inter profuma tanto della vecchia Coppa Uefa, quando si aspettava il famoso mercoledì di Coppa con l'immenso Bruno Pizzul a fare da colonna sonora. Ora sono ottavi di Europa League, la manifestazione ha perso fascino in un una epoca storica che vede la Champions League quasi più importante di un mondiale, ma con lo scorrere delle partite e il pathos dell'eliminazione diretta, l'Inter torna a respirare l'emozione.

L'eliminazione all'ultimo respiro dalla Champions che vedeva i nerazzurri tornare protagonisti dopo sei lunghi anni, è ormai agli archivi. Il campo ha detto che la Beneamata questo tipo d'Europa deve affrontare, tentando di arrivare in fondo senza snobbare chicchessia. Nella doppia sfida contro il modestissimo Rapid Vienna si è comunque vista, soprattutto nel ritorno al Meazza, una squadra brillante, vogliosa e in grado di fare parecchia strada verso la finale in programma il quel di Baku il prossimo primo giugno. L'Eintracht è una squadra forte, con un attacco prolifico, il migliore visto finora in Europa League con 23 reti realizzate. Il serbo Luka Jovic e il francese di origine ivoriana Sebastian Haller, i due terminali offensivi della formazione tedesca, hanno realizzato insieme ben 36 gol tra Bundesliga e Coppa. A supportarli, il vicecampione del mondo croato Ante Rebic. Sarà dunque una doppia sfida da affrontare con grande impegno e intensità. Andata in Germania giovedì 7 marzo, sarà una autentica bolgia il Commerzbank Arena, mentre il ritorno che deciderà la qualificazione si disputerà il 14 al Meazza. A soli tre giorni dal derby di campionato che per calendario vedrà il Milan padrone di casa. Difficoltà medio alta, dunque, poteva andar meglio, ma anche peggio. Evitato un derby italiano con il Napoli che non voleva nessuno, evitate squadre come Arsenal e Chelsea, oltre alle sempre indigeste spagnole.

Ma prima di pensare al doppio confronto europeo, l'Inter non dovrà distrarsi in campionato. Comprese le due gare con il Rapid Vienna, la trasferta di Parma e la gara interna con la Sampdoria, i nerazzurri hanno ottenuto quattro vittorie consecutive. Domani sera prova del nove al Franchi contro una Fiorentina che l'Inter non batte in riva all'Arno dalla stagione 2013/14: 2-1 per i nerazzurri con reti di Palacio, Cuadrado e sigillo vincente di Mauro Icardi, tra i cecchini più puntuali contro la viola. Questa volta Icardi non sarà tra gli attori del match, lo guarderà in tv insieme a Wanda e figli. Così come non ha giocato a Vienna, con la Samp e giovedì nel ritorno con il Rapid. Presente al Meazza, ma in tribuna, con sguardo tra il triste e l'incazzato, applaude ai gol dei compagni che però poi non va a salutare nel sacro spogliatoio. Ormai è guerra tra le parti, con la società che tiene le porte aperte al recupero del suo bomber solo se lui, spogliato dalla fascia da capitano, faccia e dica qualcosa di conciliante. Ma l'argentino, smentito anche da un bollettino medico ufficiale sulle reali condizioni del suo ginocchio, ritiene un affronto non poter più essere riconosciuto come la guida ideale del gruppo, non capisce di cosa debba scusarsi e, mentre continuano messaggi social di sfida da parte della moglie-agente, prende sempre più corpo la rottura definitiva tra un grande centravanti che però sta facendo di tutto per farsi del male e un club che ha deciso, giustamente, di inculcare ai suoi dipendenti che gli interessi collettivi vengano al di sopra di qualsivoglia capriccio personale.

Dopo un silenzio che iniziava a far troppo rumore, ha detto la sua Javier Zanetti, il vicepresidente dell'Inter, di cui è stato Capitano e bandiera amata dai tifosi per svariati anni. “Non ho ancora parlato con Mauro, deve passare un po' di tempo. Sono cose che devono chiarire nel gruppo. Nessuno è più importante della squadra. Ha ragione Handanovic, la fascia da capitano è una cosa importantissima, chi la indossa deve essere esempio per i compagni dentro e fuori dal campo. La decisione che abbiamo preso è stata approfondita e studiata. Ma spero che Icardi torni ad essere importante per l'Inter e che ci possa aiutare anche in Europa League”. Più bastone che carota anche da parte di Javier Zanetti, dunque, a dimostrazione che la soluzione del caso non sembra essere dietro l'angolo.

La maggioranza del tifo nerazzurro sposa la linea della società, si spera che tutto questo coincida però con le vittorie e con le prestazioni sopra le righe di qualche interprete che improvvisamente ha ritrovato la voglia di giocare e vincere per l'Inter. Anche a Firenze guiderà l'attacco della Beneamata: Lautaro Martinez.

Il giovane attaccante argentino, tenuto quasi sempre in panchina da Luciano Spalletti quando la bufera Icardi non era nemmeno preventivabile, ora è diventato il terminale offensivo ideale del tecnico nerazzurro. “È il mio calciatore”, ha detto Spalletti alla vigilia della partita con il Rapid, sottolineando quelle doti di sacrificio e di dialogo tecnico con il resto della squadra, non proprie invece di Mauro Icardi: "Lautaro deve migliorare e mostrare di essere fortissimo anche in area di rigore come lo è indiscutibilmente Mauro. Quando esce fuori a fraseggiare, già offre qualcosa in più”. A prescindere dalla bontà di questi giudizi che rischiano di essere forzati a causa della situazione venutasi a creare, è chiaro che Lautaro Martinez ora dovrà dimostrare soprattutto di avere il carattere necessario per sopportare l'improvviso carico di responsabilità cadutogli addosso. Sostituire come realizzatore Mauro Icardi non è facile per nessuno. Lautaro, lo abbiamo già scritto, sembra però avere la faccia giusta per consacrarsi come uno dei grandi attaccanti della storia dell'Inter. E lo potrà essere anche in coppia con Mauro Icardi, se il muro contro muro dovesse trasformarsi, finalmente, in dialogo che servirebbe solo ad aumentare la competitività della squadra. Attendiamo gli sviluppi della vicenda, attendiamo che Mauro Icardi faccia, se ne è capace, qualcosa da persona veramente matura e attaccata alla maglia che ha indossato con successo per cinque anni, non proseguendo con l'atteggiamento del ragazzo permaloso a cui hanno tolto il giocattolo. Intanto la società dimostra di muoversi, finalmente, con disinvoltura, su più fronti.

L'arrivo di Giuseppe Marotta ha portato una grande chiarezza, le decisioni vengono spiegate ai tifosi così come non ci si nasconde riguardo ai prossimi movimenti di mercato che fanno sognare. Marotta ha detto senza nascondersi che la trattativa per portare Diego Godin a Milano, sponda Inter, è in fase avanzata e c'è ottimismo affinchè a breve il club possa ufficializzare l'arrivo in nerazzurro di uno dei più forti difensori del mondo. L'ex dirigente della Juventus lo ha detto il giorno dopo il gol realizzato da Godin nella sfida di Champions League contro i bianconeri, aggiungendo: "Ci ha ha fatto molto piacere che abbia segnato”. Parole che non avranno certamente fatto piacere agli attuali dirigenti e tifosi della Juve, ma che avvicinano ancora di più Marotta al mondo Inter.

Ma il futuro può attendere, c'è un presente da vivere con grande attenzione e impegno, con tante partite importanti ravvicinate da giocare. In Italia e in Europa. Domani si recita a Firenze contro i viola dell'ex Stefano Pioli. La Fiorentina gioca bene, ha la mente libera e il Franchi, esaurito, sarà un fattore. Servirà l'Inter vista ultimamente, l'Inter che giochi da squadra, memore che il gruppo sia più importante di qualsiasi altra cosa. Forse anche Icardi poi capirà. E se così fosse, sarebbe un'Inter ancora più forte.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 23 febbraio 2019 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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