Approccio, spettacolo, sofferenza moderata, tenuta e ripartenza. Inter, bene e avanti così. Mazzarri esce dal 'Bentegodi' con il bottino pieno dando seguito all'ottimo momento iniziato dalla caduta libera di Torino. L'Inter non conosce sconfitta da quel maledetto 2 febbraio, da allora 4 vittorie e due pareggi con prestazioni di primo livello. Già, la prestazione, la tanto proclamata e ricercata prestazione che Walter Mazzarri cita praticamente ad ogni conferenza stampa pre match: "Risultato attraverso la prestazione, il gioco". Beh, la squadra ha imparato tutto e, eccezion fatta per le 'fatiche' tra le 'mura amiche' contro il Cagliari, lo champagne in campo si è visto, insieme ai punti. Il mister può e dev'essere soddisfatto. Casualità? Assolutamente no.

Dire che l'Inter ieri sera è stata squadra è dire poco, quella vista a Verona è stata una famiglia, un gruppo unito, una bella realtà. Parlando di singoli, davanti ad un Handanovic spettatore non pagante fino al minuto 45 della ripresa (doppio miracolo su Romulo e Iturbe, voto alto in pagella meritato), giù il cappello davanti al ritrovato Ranocchia. Le parole pronunciate a fine primo tempo erano una simpatica bugia: la presenza in tribuna del Ct Cesare Prandelli avrebbe potuto mettergli fiato sul collo, la cosiddetta 'pressione addosso', ma Andrea ha trasformato tutto questo in carica, energia positiva, cattiveria agonistica a servizio della squadra. Risultato, Seconda giovinezza-Toni annientanto, Ranocchia in cattedra e difesa con il 'lucchetto', bentornato.

Forse è sbagliato parlare di singoli, ma occorre sottolineare quanto possano essere determinanti nel lungo-medio periodo la tecnica, la fantasia e l'intelligenza calcistica di Hernanes. Non è ancora al 100%, ma quando sta bene la squadra cambia marcia: primo tempo in ombra e 'pallino' del gioco concesso per 20' agli avversari. Nel secondo il Profeta si ricorda di essere anche lui un Joga Bonito people e allora è spettacolo, il tifoso ammira, Mazzarri applaude, la traversa... trema. Peccato per quella punizione di sinistro, praticamente da fermo, che avrebbe significato il 'primo' timbro in nerazzurro, da maestro, ma per quello ci sarà tempo. Già, perché quello che ha mostrato il brasiliano nella ripresa è spettacolo puro, da vero maestro del Futebol. Profeta già fondamentale. Intanto con lui in campo l'Inter vince sempre, convincendo.

La copertina della gara la meritano, però, Don Rodrigo e i suoi mille chilometri. Ieri lo stesso Mazzarri lo ha elogiato per il binomio efficacia-corsa che fanno del Trenza un giocatore unico. WM ha chiamato, Palacio ha risposto. Gol siglato su gentile concessione di Jonathan (altro top player di serata, grande assist e gol di prepotenza) e rendimento per tutto l'arco della gara. Corsa, impegno, sacrificio e gol numero 130 da professionista. L'attaccante moderno l'Inter ce l'ha in casa, per fortuna dopo il rinnovo fino al 2016 sarà anche quello del futuro. Chapeau.

Chiosa dedicata a D'Ambrosio, tanto reclamato dall'opinione pubblica dal momento del suo arrivo ad Appiano e finalmente prima gara da titolare: ottimo match, soprattutto in fase difensiva. Con un Jonathan dirompente sull'out di destra, il tecnico avrà chiesto all'ex Torino di preoccuparsi di più della fase difensiva, oscurando un Romulo che quest'anno ha fatto paura. Bene così, Danilo. Serata di gala per l'Inter, quindi, che esce dal 'Bentegodi' con prestazione, punti e morale rafforzato. Europa sempre più obiettivo attuale, con la Champions - perché no - all'orizzonte. L'Inter è tornata grande? Forse è presto per dirlo, ma per il momento... spettacolo e avanti così.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 16 marzo 2014 alle 00:00
Autore: Francesco Fontana
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