L’Inter di cuore e nervi batte il Verona all’ultimo respiro, rischiando grosso ma portando a casa una vittoria essenziale nella corsa scudetto.

Il Verona parte con un blocco basso 5-3-2 compatto e pronto a ripartire, con la linea di difesa quasi all’altezza dell’area di rigore, memore delle imbucate prese nell’ultima sfida con i nerazzurri al Bentegodi finita 0-5. Zanetti disegna un centrocampo con Gagliardini vertice e due mezze ali di corsa e inserimento come Bernede e Akpa Akpro. L’Inter risponde con il palleggio basso che passa soprattutto da destra tra i piedi di Akanji e Calhanoglu. Il turco per evitare la marcatura di Gagliardini si abbassa sulla linea di difesa per impostare, Bisseck si apre e Bastoni si alza a sinistra. Ma il gioco nerazzurro si sviluppa principalmente nel centro destra sull’asse Akanji-Sucic. Lautaro viene in contro come al solito, ma é meno brillante nella sponda e non riesce mai a girarsi palla al piede con esplositivà. Bonny nel primo tempo è avulso dal gioco, troppo molle e poco reattivo sui palloni vaganti nella tre quarti. Anche Luis Enrique, diligente

in difesa per controllare le sgroppate di Bradaric, in fase offensiva si fa vedere pochissimo, con pochi inserimenti e uno-due stretti. Il Verona aspetta l’Inter e riparte con gamba. L’obiettivo di Zanetti è chiaro: cercare subito la verticale e liberare in transizione uno tra Orban e Giovane per andare al tiro, una volta recuperata palla. Ed è esattamente quello che succede nel gol del pareggio, con il brasiliano in contropiede liberato nell’uno contro uno con Bastoni. Col passare dei minuti nel primo tempo il Verona cresce di intensità mentre l’Inter è sempre più imprecisa e compassata nella manovra. 

Il secondo tempo si apre con il calcio in “touche” rugbistica stile PSG dell’Hellas, che vuole far capire che alzerà ulteriormente i giri e la pressione sui nerazzurri. Il gioco non é fluido, da entrambe le parti. Aumentano i falli e le occasioni da gol rasentano lo zero. Con il cambio degli esterni nerazzurri il gioco si comincia a sviluppare di più a sinistra con Dimarco rispetto che a destra con Dumfries, che rimane timido e bloccato. Il Verona resta sempre compatto e aggressivo, con Gagliardini a guidare la pressione. I gialloblu provano a ripartire in transizione rapida come nel primo tempo, ma sono meno precisi anche se Giovane rimane il pericolo pubblico numero uno partendo largo a destra. La pioggia rende ancora più “sporca” e meno fluida la battaglia del Bentegodi. Esposito dona più presenza in area di rigore e tiene la linea veronese ancora più bassa. Arrivano palloni alti da sinistra in area degli scaligeri, ben presidiata da Nelsson e Frese. La partita sembra destinata al pareggio, con il Verona che in contropiede ha le occasioni migliori. Ma vince l’Inter, all’ultimo respiro, solo di nervi. Solo di cuore.

Sezione: Angolo tattico / Data: Dom 02 novembre 2025 alle 19:48
Autore: Riccardo Despali / Twitter: @RiccardoDespali
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