"Buongiorno a tutti i lettori e grazie alla Redazione di FcInterNews che mi dà la possibilità di cantare questo romanzo a tanti altri lettori neroazzuri. Ultimamente imperversano numerose lettere sull’inesistente mercato nerazzurro. La mia, però, vuole essere una voce fuori dal coro: è mia intenzione, infatti, fare il mio più caloroso “in bocca al lupo” ad un ex Comandante nerazzurro sicuramente tra i più umili e, per questo, degni del mio rispetto.
Un uomo tutto d’un pezzo e dai così sani principi da essere chiamato “hombre vertical”. La Sua carriera parla per Lui: un Poulidor prestato al calcio, un eterno secondo tremendamente struggente e sfortunato da far quasi tenerezza.
Il Maiorca presumibilmente non vincerà mai niente nella storia, forse non giocherà più nemmeno una finale di Coppa Nazionale: eppure solo la Lazio di Vieri e Salas, di Mancini e Mihaijlovic, di Nedved ed Eriksson ha avuto la meglio sul Suo Maiorca in finale di Coppa delle Coppe nel 1999.
L’anno successivo è il Valencia che Lo chiama. Un Valencia armato solo di cuori giovani, inorgogliti dal Suo proverbiale colpo fuori dal tunnel prima di ogni match, e pronti a battere solo per Lui (e non è un caso se Farinos, Gerard, Mendieta, ecc, falliscono non appena separano le proprie strade da quelle del loro méntore). Il Valencia è tra i club più importanti di Spagna, ma è con Lui che arriva a giocarsi la prima finale di Champions della sua storia: peccato però che Raul e soci sono un osso troppo duro per ragazzini valenciani ed anche il 2000 per Lui finisce a “zeru tituli”.
Tutti pensano che il Valencia non avrà mai più una seconda opportunità, ma ecco che l’entusiasmante gioco del Valencia riprende da dove aveva lasciato, i cuori dei ragazzini riprendono a battere e, in men che non si dica, l’hombre vertical si ritrova a San Siro per una nuova finale di Champions. Stavolta è contro il Bayern di Monaco che, dall’alto delle sue 3 vittorie, è ben più abituata a tali palcoscenici. Si arriva ai rigori ma, un po’ saracinesca-Kahn e un po’ la fortuna che, vigliacca, sta sempre dalla parte del più forte, la coppa prende la via della Baviera e al Valencia del 2001 non resta che fare rientro in patria con le pacche sulle spalle di tutti gli addetti ai lavori.
La stagione seguente l’hombre vertical si trasferisce all’Inter e con una squadra modesta dietro a Vieri e Ronaldo riesce a stare davanti a tutti per quasi tutta la stagione, nonostante a sinistra si passi da Georgatos a Gresko passando per Michele Serena, nonostante Sergio Conceiçao non riesca a fare un cross decente nemmeno da calcio d’angolo, nonostante Cordoba e Materazzi non fossero mai stati Scirea o Beckenbauer, nonostante Vieri rimproverasse palesemente e a più riprese Guglielminpietro di aver sbagliato mestiere. Ma l’Inter è sempre lì davanti: vince i derby, non perde mai con la Juve, fa 4 punti con la Roma. E’ sempre lì davanti, nonostante Di Michele porti via punti preziosi rubandosi un inesistente rigore a Udine in “zona Cesarini”; nonostante Maniero addirittura schernisca i nerazzurri confermando (ridendo) alle telecamere di essersi buttato in occasione del rigore del pareggio del suo ormai retrocesso Venezia; nonostante a due giornate dalla fine (e quasi in odore di matematica per i nerazzurri) un tal arbitro De Santis (un nome che in futuro sarà ben noto a tutti e non perché nei “giusti”) a Chievo neghi un colossale rigore a Ronaldo sul 2-1 per l’Inter e conceda qualche minuto di recupero eccessivo, ma sufficiente a Cossato per pareggiare. L’Inter è sempre prima, nonostante tutto e nonostante la Juve sia condotta dai fresco-radiati Moggi e Giraudo. Ma il 5 maggio la fortuna gira ancora le spalle all’hombre vertical…
Ma quando pensa di essere arrivato all’apice della sfortuna, ancora non sa cosa Lo attende l’anno seguente. In campionato i fresco-radiati se ne vanno in classifica e se vincere in Italia resta un’utopia nessuno Gli impedisce di provarci in Europa, dove con tanta umiltà riesce a raggiunge le semifinali di Champions, da giocare contro gli odiati cugini del Milan. Se si crede che nel regolamento UEFA non ci sia beffa maggiore che uscire con un doppio pareggio per via dei gol in trasferta, beh… allora bisogna chiedere all’hombre vertical quanto sia più beffardo quando il doppio pareggio arriva non in campi distanti migliaia di km, magari frutto di trasferte in Russia o in Inghilterra, bensì nello stesso stadio, in un derby, magari col portiere avversario (oltretutto di riserva) che ti compie il miracolo decisivo al 95’. Ed è così che il nostro Comandante firma un altro anno a “zeru tituli”.
L’anno seguente, purtroppo, dura poco più di 3 mesi perché la foga del presidente Moratti Lo conduce ad un esonero forse immeritato, frutto di un ritardo in campionato (non tuttavia incolmabile) ma controbilanciato da un punteggio pieno certificato nel girone di Champions, in cui l’Inter ha avuto anche l’onore di vincere 3-0 a Londra con l’Arsenal.
Mai il confine tra vittoria e sconfitta è stato così sottile quanto nei Suoi confronti. Mai un allenatore così perdente è riuscito ad entrare così prepotentemente nei cuori neroazurri.
E’ di qualche giorno la notizia del suo ingaggio da parte del Racing Santander: un motivo in più per non guardare la Spagna solo attraverso gli occhi di Mourinho o per ammirare il bel calcio del Barcellona di Messi.
In bocca al lupo, Comandante! Stavolta il colpo al cuore Te lo diamo noi prima di questa Tua nuova sfida! Rimarrai sempre nei nostri cuori, perché saremo sempre grati all’hombre vertical. Saremo sempre grati ad HECTOR RAUL CUPER…"
Dario
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