Wesley Sneijder torna a parlare e lo fa alla Gazzetta dello Sport, alla vigilia di Italia-Olanda, amichevole di lusso in scena stasera a Bari. Nella chiacchierata, ovviamente, si è parlato anche di Inter e di quella squadra che vinse tutto.

Prandelli che impressione le ha fatto?
"Mi piace: cerca il dialogo e vuole giocare a calcio. I sistemi di gioco non sono tutto: 4-2-3-1 o 4-3-3, non è quello il punto. L’importante è avere l’atteggiamento giusto e Prandelli credo che farà questo tipo di lavoro. Dobbiamo vincere il campionato turco e migliorarci in Europa: il Galatasaray ha soldi e può fare investimenti, se non fosse così Prandelli non avrebbe accettato il posto, uno come lui non si sposta se non sa che può vincere. Ma i club turchi non possono prendere più di 5 stranieri, e in Europa è tutto diverso. Il sogno è la semifinale, anche se ci rendiamo conto che arrivarci è molto difficile". 

L’anno scorso avete fatto l’impresa contro la Juve e lei ha fatto il gol decisivo.
"Fare gol non mi interessa mai molto. Una vittoria singola non basta. Bisogna passare più turni per poter dire di aver fatto un’impresa". 

L’Europa è complicata per il calcio turco, ma nemmeno il calcio italiano passa un bel periodo.
"Il calcio italiano è andato giù, ma non è così strano da spiegare. Non ci sono soldi e senza soldi non c’è calcio. Però la Juve ha vinto tanto in Italia, la Roma sta crescendo. È un po’ più difficile per le milanesi che erano abituate ai tempi d’oro". 

Pensa ancora all’Inter?
"Ci penso e mi rendo conto che in poche stagioni lo squadrone del Triplete si è dissolto. Dovrebbero fare capitano Nagatomo, è uno dei pochi rimasto lì da tanti anni. L’Inter non mi ha trattato bene, ma parlo di qualche dirigente. Io al club voglio bene e ne voglio anche ai tifosi. Spero che l’Inter vinca lo scudetto". 

A proposito di ex compagni. Sorpreso di non vedere nell’Italia Balotelli.
"Meglio per noi, magari ci faceva subito gol... A me però dispiace perché non lo vedo da molto tempo. Lo avrei salutato volentieri, Mario è un simpatico matto, era così anche all’Inter". 

A proposito del passato, al top delle sue preferenze mette ancora Mourinho?
"È il numero uno, non ce n’è come lui". 

Lascerebbe Istanbul per Mourinho?
"Discorsi inutili, dovrei rispondere mai dire mai, come si fa in questi casi, e non serve a niente. La verità è che le cose nella vita cambiano, ora sono in Turchia, ho tanti amici, vivo bene, la mia famiglia si trova bene e Istanbul è splendida. A me piace vivere bene, qui i tifosi sono molto emotivi e in certe partite creano problemi, ma per strada è un’altra cosa. La gente ti rispetta, ti lascia vivere. Persino i tifosi del Fenerbahçe mi rispettano. Nel calcio turco c’è tanto da fare, ma ci sono anche le risorse per farlo". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 04 settembre 2014 alle 08:29 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print