Se l’anno ormai andato agli archivi, per la prima squadra, è stato un anno davvero nero, per le giovanili nerazzurre, ormai è cosa assodata, è stato un anno da antologia. Un termine da prendere nella sua eccezione etimologica, considerato che in greco il termine antologia vuol dire letteralmente ‘raccolta di fiori’. Fiori, appunto: una raccolta bellissima di fiori che fanno bella mostra di sé ad Interello, e che soprattutto continuano a mietere successi in serie, secondo una tradizione che dura ormai dal 1984. E culminata quest’anno, dove tre titoli nazionali dei quattro campionati nazionali giovanili sono finiti nelle mani dei nerazzurri: mai successo.

I Giovanissimi Nazionali di Salvatore Cerrone, che vedete nella foto, non sono che l’ultimo tassello di un mosaico bellissimo che l’Inter ha saputo completare strada facendo, prima con la Berretti di Sergio Zanetti che ha superato nella doppia finale l’Atalanta, poi con la Primavera di Daniele Bernazzani che dopo una cavalcata magnifica ha portato a casa il settimo titolo nazionale della propria storia. Il tutto con la ciliegina sulla torta della prima Next Generation Series. Un filotto di trionfi che porta giustamente l’Inter a fregiarsi del titolo di miglior vivaio d’Europa, definizione coniata anche dallo stesso presidente Massimo Moratti. Moratti che anche nelle dichiarazioni degli ultimi giorni ha toccato con puntualità questo tasto, facendo anche capire che sì, da questa CanterInter può passare una buona parte dei progetti futuri dei nerazzurri.

Un’Inter che riparte dai giovani, ecco il punto: un’Inter che tanti tifosi chiedono, forse spinti più dal sentimento e dalla voglia di vedere questi ragazzi che tante gioie hanno dato ai nostri colori misurarsi nei palcoscenici che contano. Una nuova formula che porrebbe l’Inter allo stesso piano di quei club che dal vivaio hanno saputo costruire le loro fortune (ogni riferimento a fatti e club ben noti non è per nulla casuale), soluzione che giunge magari con qualche anno di ritardo ma comunque sicuramente ben gradita a pubblico e critici che lamentano spesso e volentieri l’assenza di spazio per i nostri giovani. E chissà se anche all’Inter non riesca di costruire un ciclo vincente coi propri talenti coltivati in casa.

Ma guai a pensare che questo possa essere un passaggio scevro da problemi e da crisi di rigetto: nessuno ha la bacchetta magica e nessuno può pretendere che di punto in bianco questi ragazzi possano d’incanto risolvere tutti i problemi. Ha ragione la società a predicare un inserimento graduale delle giovani leve, aiutate da un nucleo di giocatori esperti. Soprattutto, di fronte ad un progetto di questo tipo occorre usare soprattutto una parola chiave: pazienza. San Siro è un palcoscenico affascinante ma è anche un mostro che può divorarti, se non riesci a superare l’impatto e soprattutto se l’ambiente dopo un po’ ti etichetta in maniera negativa. E’ successo a giocatori affermati, e lo sappiamo bene…

Aprite le porte al nuovo che avanza, cominciate a pensare ad un’Inter più verde: ma sappiate anche che tutto questo va fatto con giudizio e senza far sentire subito il fiato sul collo. Senza paura, ma con giudizio…

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 01 luglio 2012 alle 17:00
Autore: Christian Liotta
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