"Mi ha fatto davvero piacere tornare ieri sera a San Siro a vedere l’Inter. Anzi a tifarla, mancavo da 5 anni a Milano ed è stata l’occasione giusta anche per rivedere vecchi amici come Walter e Ricky (Zenga e Ferri, ndr) con cui abbiamo condiviso anni fantastici e vinto insieme la Coppa UEFA 1994”. Sorride in centro a Milano Ruben Sosa, che si sta godendo un periodo di vacanza europeo. Il capoluogo milanese è, infatti, la prima di tre tappe. In agenda infatti ci sono anche Roma e Saragozza, altre due città dove da calciatore è stato assoluto protagonista: "Starò tutta la settimana a Milano e sto cercando tre biglietti per il derby di sabato sera. Contro il Milan non voglio mancare, è una partita troppo importante, naturalmente Forza Inter!”.
Il suo sinistro fatato ha fatto innamorare milioni di tifosi nerazzurri dal 1992 al 1995. Tre anni speciali caratterizzati da tanti gol e giocate spettacolari, culminate nel trionfo europeo del 1994. Numeri da top player quelli dell’attaccante uruguaiano con l’Inter: 50 reti in 103 presenze ufficiali. A FcInterNews si è raccontato in esclusiva facendo un tuffo tra presente e passato.
Il cuore l’ha riportata a Milano per seguire dal vivo la sua Inter.
“Contro l’Udinese non era facile. Tudor ha messo in campo una squadra ben organizzata, che difensivamente ha concesso pochissimo. Non era facile vincere e sono stati tre punti pesanti per la classifica, visto che adesso l’Inter è in testa. Una vittoria che può portare grande carica ed entusiasmo in tutto l’ambiente”.
I nerazzurri possono vincere lo scudetto?
“Per me sì. L’Inter ha costruito una grande squadra in grado di interrompere dopo tanti anni il dominio della Juve. C’è una squadra forte e ben equilibrata in cui si mescolano un’anima italiana con il talento dei tanti sudamericani, mi piace molto. Può essere l’anno giusto per rivedere finalmente trionfare l’Inter, ne sono convinto”.
Vista da vicino, chi l’ha colpita maggiormente?
“Antonio Conte. Un allenatore formidabile. Come dico sempre, un tecnico vincente e carismatico è fondamentale per arrivere in alto e collezionare trofei. È davvero un bravo mister, mi piace molto”.
Ieri prestazione super con tanto di assist da parte del suo amico e connazionale Godin.
“Diego non molla mai! Anche contro l’Udinese ha giocato benissimo, dimostrando tutto il suo carisma in campo. Un leader vero che porterà in nerazzurro la sua garra e la sua mentalità vincente. Il miglior acquisto che potevano fare è stato lui”.
Avete avuto modo di parlare a fine gara?
“Non mi piace disturbare i ragazzi a fine partita. Andrò con calma mercoledì o giovedì a trovare lui e la squadra alla Pinetina. Lo saluterò con grande affetto”.
Un altro grande colpo di mercato è stato Lukaku. È il bomber giusto per riportare l’Inter allo scudetto?
“Ieri ha faticato un po’, ma nelle prime gare mi era piaciuto molto. Non è magari un cannoniere che pensa solo a segnare, ma lavora molto per la squadra. L’ideale per far coppia con un attaccante piccolo e veloce che si inserisce e vede la porta”.
L’identikit sembra il suo...
“Saremmo stati una bella coppia! (Risata, ndr). Per caratteristiche sicuramente ci saremmo trovati a meraviglia, ma anche Sanchez e Lautaro si sposano bene. Ieri mi ha colpito anche il 12...”.
Parla di Sensi?
“Si, proprio lui. Non lo conoscevo bene e ha fatto una bella partita. Anzi fossi in lui sfrutterei ancora di più Lukaku, che è bravissimo a tenere il balón e nel far salire la squadra, per cercare l’uno-due e inserirsi in zona-gol”.
Martedì la Champions e sabato sera il derby. Può essere la settimana della prova del nove per l’Inter?
“Bisogna ragionare partita per partita, solo così si arriva in alto. Certamente il derby è una partita unica e quando la vinci può dare la spinta a una stagione. Vincerlo darebbe ancora più convinzione e fiducia a tutto il gruppo, ma prima c’è lo Slavia e fa bene Conte a tenere tutti concentrati su una gara alla volta”.
Rispetto ai suoi tempi oggi è un altro Milan?
“Allora erano la squadra da battere. Una formazione formidabile con campioni come Gullit, Van Basten e Rijkaard, però nei derby contro di noi soffrivano...”.
Lei nelle grandi partite si è spesso esaltato. I tifosi ricordano ancora la doppietta decisiva alla Juve a Torino nel ‘93.
“Che bei ricordi...”.
A proposito di ricordi piacevoli, molti sono legati a San Siro che rischia di essere demolito.
“Spero proprio di no! San Siro è la storia del calcio italiano e non può sparire”.
Torniamo al presente, in cui lei collabora come ossservarore per il Nacional di Montevideo e ha una scuola calcio in patria: ci racconta la sua nuova vita?
“Il calcio resta parte di me e non potrebbe essere diversamente. Sono ambiasciatore del Nacional e cerco di aiutare i giovani talenti con i miei consigli, inoltre mi occupo della mia scuola calcio “Ruben Sosa allegria allegria” che aiuta i ragazzi del Barrio Carrasco ad affacciarsi nel mondo del pallone”.
In chiusura una domanda secca: c’è in giro un nuovo Ruben Sosa?
“Si, mio figlio Ruben Nicolas (sorriso, ndr). Ha 14 anni e sta crescendo bene. Ogni 10 bambini che nascono in Uruguay, 8 sanno giocare bene a calcio. È qualcosa di incredibile per una nazione piccola come la nostra e negli ultimi 12 anni con il Maestro Tabarez abbiamo fatto grandissime cose. Adesso dietro la generazione d’oro dei Godin, Cavani e Suarez sta crescendo un gruppo di ragazzi di 21-22-23 anni molto interessanti e che presto saranno protagonisti in Europa”.
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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