In quel preciso momento ha sorpreso tutti, me compreso. Nel mezzo di un discorso molto istituzionale, doverosamente in inglese, Erick Thohir è partito in contropiede con una frase che ha destato i giornalisti intorpiditi in attesa della traduzione: "Chi non salta milanista è". Suono un po' meccanico, quasi innaturale, spiazzante. Ma ha colto nel segno, il nuovo presidente dell'Inter.

Tra buoni propositi e infiniti ringraziamenti, Thohir ha già dimostrato di essere consapevole della storica e campanilistica rivalità con il Milan e di sapersi documentare. Il resto lo scoprirà con il tempo. Non mi si taccia di blasfemia, ma questa frase a sorpresa mi ha riportato indietro nel tempo, precisamente al giugno 2008, quando ad Appiano Gentile venne presentato colui che cambiò la storia dell'Inter, chiarendo subito di non essere un pirla. Ecco, non lo conosco ancora bene ma neanche Thohir mi sembra un pirla, tutt'altro. La sensazione, dopo averlo visto ieri dal vivo e averne seguito a distanza i movimenti, è che il nuovo presidente abbia ben chiaro il quadro complessivo di ciò che bisogna fare per riportare la squadra si massimi livelli internazionali. Lavoro duro, entusiasmo, passione (o pazienza? La pronuncia non ha aiutato a capire) e idee. Oltre a risorse economiche significative, aggiungo io.

Ieri io e tanti miei colleghi siamo rimasti in trepida attesa dell'esito dell'assemblea per molto tempo. In pochi però pensavamo che la presidenza sarebbe andata proprio a Thohir, con Massimo Moratti fuori dal CdA. Il ruolo onorario sa molto di contentino alle insistenze dell'indonesiano, ma quanto meno gli consentirà di essere ancora il volto dell'Inter, considerati i lunghi periodi di lontananza geografica di chi ne ha preso il posto. Meglio così, il tifoso (e Moratti è il primo) non vuole rinunciare a certe abitudini.

Adesso, ultimata la pratica, bisogna diventare operativi al più presto. Gennaio è dietro l'angolo e la gente nerazzurra confida nel regalo di benvenuto da parte del nuovo presidente. Che ha sì un piano pluriennale di crescita (apprezzabili le parole sul lavoro di Mazzarri, hanno il sapore della stabilità), ma è abbastanza saggio da sapere che i consensi e i successi si ottengono soprattutto con gli investimenti, meglio se immediati. Dopotutto, neanche lui è un pirla.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 16 novembre 2013 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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