Mi piacerebbe dire che da tempo non vedevo una squadra così messa male in campo, mi piacerebbe dire che questa Inter si può guarire in qualche modo ma purtroppo non posso, primo perché che la squadra sia messa male da anni è un dato di fatto, secondo perché ormai la medicina sembra non esistere più. Dall’arrivo di Mazzarri ci sono state varie fasi. Prima fase (quella sempre buona): l’entusiasmo iniziale di un allenatore che a Napoli aveva fatto ottime cose, l’idea che fosse un tecnico pronto a sposare la causa e a farne un atto di fede come si richiede a chi deve guidare l’Inter. Seconda fase (quella dell’illusione): la speranza di avere trovato un’identità dopo i primi due mesi della scorsa stagione, giorni e partite fatte di corsa, anticipi, sovrapposizioni sulle fasce e gol. Fin qui tutto bene. Ma poi cosa succede all’Inter in autunno? La terza fase (quella distruttiva): cadono le foglie e con loro le speranze di noi tifosi. Il gioco si spegne, i giocatori non corrono, l’allenatore sembra un corpo estraneo all’ambiente e gli arbitri non ci aiutano. Quindi? Abbiamo già sfogato la nostra rabbia sul tecnico nei giorni scorsi, ora proviamo, a mente fredda, a ragionare sulle lacune che la squadra ha fin qui manifestato. Lo so, ci vorrebbero editoriali a puntate ma proverò a essere sintetico.

La squadra si presenta anonima, tanti buoni giocatori messi in campo con la maglia nerazzurra, nulla più. Mazzarri ai primi scricchiolii l’anno scorso provò a blindare la difesa accorciando la squadra, ma purtroppo ora giochiamo in 100 metri con i reparti staccati l’uno dagli altri e senza nessuno che provi a fare un movimento che sia uno! Mi chiedo: che si fa durante la settimana? Non esiste che, ogni volta, siano Ranocchia a Juan Jesus a impostare l’azione con il classico lancio lungo impreciso per il “povero” Icardi lì davanti. Se fossi Icardi vivrei ogni vigilia di partita come un incubo conoscendo a cosa sto andando incontro e al pomeriggio che mi aspetta. 

A Ottobre inoltrato siamo ancora in piena sperimentazione, il centrocampo è stato cambiato di continuo e ancora non si è trovata una soluzione che dia equilibrio alla squadra. Il (non) gioco è lento e prevedibile, pieno di passaggi in orizzontale (spesso sbagliati e imprecisi) e senza interdizione (povero Medel lì da solo a sbattersi!). Possibile che arriviamo sempre dopo gli avversari (Cagliari docet)? Possibile che non recuperiamo mai un pallone a centrocampo? Possibile che siamo sempre scoperti in difesa? Chi torna a dare una mano ai difensori che spesso devono affrontare l’uno contro uno (e se ti capita con Cuadrado sei finito!)? Potrei andare avanti all’infinito ma le partite le vedete anche voi oltre al mister, quindi mi fermo. Tanto per ora risposte non ce ne sono… e poi avevo promesso di essere sintetico.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 09 ottobre 2014 alle 00:00
Autore: Filippo Tramontana / Twitter: @filotramo
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