L'Inter è posizionata nella parte alta della classifica di serie A, ma finora il cammino non esalta e ci si lecca ancora le ferite per un derby perso. In Champions League, due gare da vincere sono state pareggiate e la strada appare già in salita, visto che martedì l'avversario si chiama Real Madrid e San Lukaku è fermo ai box. La squadra alterna bei momenti, vedi primi tempi a Roma con la Lazio e a Kiev con lo Shakhtar, a fasi di gioco in cui la manovra appare lenta e scontata. Senza il necessario guizzo di fantasia.

L'Inter è una squadra organizzata, molto organizzata, forse anche troppo per il dna della Beneamata che ha visto, nella sua storia, prevalere l'estro e la genialità dei singoli. Ma poi, nel cosiddetto calcio moderno, vince quasi sempre chi ha un canovaccio ben preciso e Antonio Conte ha ragione a insistere sul concetto di credibilità tattica e sulla necessità di uno spartito che possa funzionare anche a fronte di qualche infortunio di troppo. Figuriamoci poi giocando ogn tre giorni in era covid, con la spada di damocle del tampone che fa più paura dell'avversario di turno. E l'Inter, purtroppo, ha pagato dazio in questa prima fase della stagione più anomala della storia.

Però, se la squadra vorrà centrare gli obiettivi che società e tifosi auspicano, dovrà migliorare a breve giro di posta, perché non c'è tempo per poter sbagliare di nuovo. Specialmente in Champions dove sarebbe veramente frustrante abbandonare per il terzo anno consecutivo il palcoscenico più prestigioso prima degli ottavi di finale.

Quest'Inter è forte, molto forte, così come il suo allenatore. Conte ha quindi la capacità e le necessarie conoscenze per aggiungere, al suo canovaccio ben definito, quel pizzico di imprevedibilità che aiuti a vincere partite come quella di martedì scorso pareggiata a Kiev, contro una squadra che si è messa per l'intera gara dietro la linea della palla in attesa degli eventi.

Ma emerge un altro problema per i nerazzurri, un problema che non viene evidenziato e passa sotto traccia. Riguarda evidenti e oggettivi errori arbitrali che sia in campionato, che in Coppa, hanno pesantemente condizionato almeno tre gare. Eclatante il fallo di mano di Parolo nella sua area in Lazio-Inter, come eclatante è stata la mancata espulsione di Kessie nel derby che si aggiunge al rigore dato e poi tolto dal Var per il contatto Donnarumma-Lukaku. E anche in Champions, il rigore non concesso per l'evidentissimo fallo in area su Lukaku nei concitati momenti finali della gara, ha pesantemente indirizzato il risultato.

Non è vittimismo, è una oggettiva constatazione dei fatti visto che anche nelle gare in cui l'Inter sia riuscita a vincere, non sono mancati gli episodi contrari. Per chi non crede, basta andarsi a rivedere le partite con Benevento e Genoa. Ma la cosa è passata sotto traccia perché all'Inter hanno sorvolato. Nessuna dichiarazione in merito, nessuna lamentela.

Ieri, sollecitato sull'argomento in conferenza stampa, Antonio Conte ha passato la palla alla società, sostenendo che, eventualmente, dovrebbe essere la dirigenza a farsi sentire nei luoghi competenti. Attenzione, questa volta non esiste nessun tono polemico nelle parole del tecnico, non c'era nessuna intenzione di tuonare contro il club come successo dopo Bergamo per altri motivi. Conte ha solo voluto puntualizzare quali siano i compiti di un allenatore e quali quelli della società rispetto alle varie situazioni. L'augurio è che da stasera contro il Parma, né l'Inter né i ducali abbiano modo di recriminare per decisioni arbitrali errate e Var poco attenti, ma il dato statistico rimane e i nerazzurri non sorridono.

Dicevamo del Parma. Da sempre avversario ostico da affrontare tre giorni prima della delicatissima sfida di Champions in quel di Madrid. La notizia arrivata nella serata di giovedì è stata una mazzata: out Romelu Lukaku. Il totem di quest'Inter, il goleador, il gigante a cui aggrapparsi per arrivare al traguardo. Mancherà anche Sanchez contro il Parma, mentre Lautaro ha lo sguardo triste per il gol che non arriva più.

Serrare le fila, azzeccare la formazione al netto delle difficoltà e tenere la barra dritta per conquistare comunque i tre punti prima di volare in Spagna. Magari con Lukaku. Questo attende Antonio Conte e la sua band. La stagione, anche se sembra già lunghissima e stressante, in fondo è appena cominciata.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 31 ottobre 2020 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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