Sabato, 22 maggio 2010. Madrid. Nelle strade della capitale spagnola si respira l'attesa di una serata epica. Il termometro segna 25 gradi centigradi, cielo sereno, ma le vere stelle sono destinate a solcare l'erba del Santiago Bernabeu. Al crepuscolo i riflettori si accendono sul tempio del Real, gremito di tifosi provenienti da diverse nazioni. Il sipario si alza su quella che è la finale della 55esima edizione di UEFA Champions League. Di fronte, i campioni di Germania del Bayern Monaco contro i freschi vincitori, per la quinta volta consecutiva, della Serie A italiana, l'Internazionale di Milano. L'inglese Howard Webb fischia l'inizio di una di quelle partite a scacchi in cui le mosse dei re risultano decisive. Ma, in quest'occasione, è un principe a decidere le sorti del match. Diego Milito fa a polpette la difesa bavarese con due reti d'antologia e diventa il protagonista indiscusso della magica notte del triplete. Il capitano, Zanetti, alza al cielo la Coppa, quella dalle grandi orecchie che sinora aveva visto solo da lontano. Il prestigioso trofeo entra con merito nella bacheca interista, dove si affianca agli altri due risalenti a quasi mezzo secolo prima. E' il terzo titolo stagionale raccolto dai leggendari nerazzurri di Mourinho. Nel tripudio di lacrime e gioia, il conquistador portoghese dà il suo addio alla squadra. Lui ha già deciso: quel campo deve essere il terreno su cui mietere altri trionfi. Delusi, i tedeschi tornano a casa a mani vuote, non sapendo che, solamente 9 mesi dopo, il destino avrebbe concesso loro la chance per rifarsi.

Mercoledì, 23 febbraio 2011. Milano. Ci sono ancora entrambe tra le sedici squadre che contano di arrivare fino in fondo alla massima competizione europea. L'urna di Nyon, però, stabilisce che solo una tra Inter e Bayern Monaco si assicurerà il passaggio ai quarti di finale. All'andata la vendetta tanto meditata dai tedeschi arriva nel momento in cui fa più male, agli sgoccioli di una partita incanalata verso il pari. Julio Cesar, che a Madrid era volato per respingere in corner la conclusione di Robben, stavolta cade al 90'. La parata del portierone nerazzurro sul sinistro dell'olandese diviene un assist per il rapace Mario Gomez, fantasma sino a quel fatidico pallone. Al Giuseppe Meazza in San Siro termina 0-1, ma qui nulla viene assegnato al vincitore.

I conti si faranno solo dopo il triplice fischio della gara di stasera, martedì 15 marzo 2011, nella bollente tana tedesca. E' il terzo atto, quello conclusivo, della sfida tra le due squadre, e il principe Milito, protagonista del primo e assente nel secondo, vorrebbe tornare a interpretare il ruolo che gli compete. Diego ce la sta mettendo tutta, come ha dimostrato con il gol e i buoni segnali emersi dall'allenamento di ieri, ma potrebbe non bastare. Qualora non dovesse farcela - la sua presenza verrà stabilita solo all'ultimo -, toccherà al re leone Eto'o guidare la truppa nerazzurra all'assalto del fortino di Van Gaal. Qualsiasi carta scelga di giocarsi Leonardo, noi di FcInterNews.it ci crediamo e saremo all'Allianz Arena. Un grande sforzo redazionale e un grande orgoglio per la nostra giovane realtà, che vi racconterà tutte le emozioni direttamente dallo stadio bavarese.

L'Inter arriva alla partitissima d'Europa dopo il deludente, in quanto risultato e occasione fallita, pareggio di campionato contro il Brescia. Lo scorso anno il ritorno degli ottavi di Champions in terra inglese veniva preceduto dalla sonora batosta subita a Catania. Servirà di buon auspicio? Dall'altra parte la squadra di Van Gaal fa paura, come allora ne faceva (tanta) il Chelsea. Sta bene e nel weekend si è riscoperta in forma splendente, vedi i sei gol rifilati all'Amburgo che ricordano quasi le quattro reti con cui, nella scorsa stagione, i blues di Ancelotti strapazzavano il West Ham e si avviavano al match contro l'Inter con ottime speranze di rimonta e di qualificazione. Sappiamo tutti come invece finì quella partita e chi decise di impugnare lo scettro e salire sul trono di Stamford Bridge...

I nerazzurri, a differenza della gara con gli inglesi, oggi partono dallo svantaggio dell'andata e, a fronte degli schiaffi incassati da Milan e Roma ad opera di Tottenham e Shakhtar Donetsk, sono chiamati all'impresa da tutta Italia per risollevare il prestigio del nostro calcio. In chiusura del giorno del mio ventunesimo compleanno, non potrei attendere un regalo migliore.
 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 15 marzo 2011 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri
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