Nella vita è bello – e a mio modo di vedere pure giusto – cambiare opinione. Una volta si diceva che solo gli stupidi non lo fanno. E che sia sinonimo di intelligenza, oltre che di perspicacia, mutare le proprie idee. In linea generale il concetto è apprezzabile e veritiero. Ma deve essere contestualizzato in un corretto arco temporale. Mi spiego meglio: sostenere A oggi e B domani è facile, semplicistico troppo volubile. Gli eventi devono essere analizzati con cura. Si deve capire il perché di questo o quel risultato e cosa determini certi effetti. Soprattutto nel mondo del calcio, dove oggi sei un campione e domani un bidone. Certi discorsi vanno bene, non prendetevela, per i tifosi che hanno a cuore la propria squadra. Ma da noi addetti ai lavori mi aspetto argomentazioni più profonde, accurate, non di petto, ma studiate, letteralmente.

Per questo sorrido quando leggo in giro che improvvisamente l’Inter è diventata una squadra scarsa, mentre fino a poche settimane fa era più forte rispetto all’anno scorso. Ci vuole equilibrio. Come nella fase difensiva tanto decantata da Inzaghi e De Vrij prima della partita di Kiev. Credo – ma da inizio stagione, non da oggi – che la rosa nerazzurra possa ambire a traguardi importanti. Ma al tempo stesso sono certo che campioni come Eriksen, Hakimi e Lukaku saranno difficilmente rimpiazzabili. Mi sembra piuttosto lapalissiano che se perdi, per vari motivi, tre campioni, non sia così semplice migliorare l’undici titolare. Calhanoglu ad oggi è stato troppo discontinuo, fenomenale contro il Genoa, fantasma in fin troppi match seguenti. Bene invece Dumfries e Dzeko, ad eccezione della gara dello scontro con lo Shakhtar Donetsk. Ma siccome il calcio è un gioco di squadra e non di singoli, dove si devono esaltare le qualità dei giocatori per migliorare tutto un collettivo, non è giusto puntare la croce su questo o quell’atleta. Se un meccanismo funziona, gli interpreti, anche se sostituiti possono fare bene.

Tutto questo per dire che l’Inter non aveva già vinto il campionato dopo le prime giornate, né tanto meno ora è fuori dalla Champions dopo lo 0-0 in Ucraina. I nerazzurri ad oggi hanno tutte le carte in regola per competere in Serie A e per passare il turno in EuropaI nerazzurri ad oggi hanno tutte le carte in regola per competere in Serie A e per passare il turno in Europa. Anzi, aggiungo una cosa: se non batti lo Sheriff e lo Shakhtar Donetsk non meriti di arrivare agli ottavi di finale, mi sembra piuttosto evidente. E meglio giocare come contro il Real Madrid, dove la prestazione è stata prepotente, correggendo ovviamente il poco cinismo sotto porta, piuttosto che come contro la squadra di De Zerbi, dove solo due paratone di Pyatov ti hanno negato la gioia della vittoria, in una partita in cui però per larghi tratti – e nonostante sporadiche occasioni enormi – sei stato messo sotto dal tuo avversario.

Ad oggi ho fiducia in Inzaghi, un mister capace e preparato. Ma anche nei giocatori della Beneamata. Basterà svolgere al meglio il proprio compito e arriveranno le meritate (ma minime in questo caso) soddisfazioni. Per criticare insomma, o per dire “te l’avevo detto”, c’è sempre tempo.
Sezione: Editoriale / Data: Ven 01 ottobre 2021 alle 00:01
Autore: Simone Togna
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