Quando si è costretti ad affrontare periodi più o meno lunghi di difficoltà, in cui si è ad un passo dal baratro e sembra che tutto voglia girare storto, bisogna ineccepibilmente saperne individuare la causa, per provare a riemergere con rinnovate convinzioni. È una regola di vita, a cui il calcio non si sottrae. A volte si pensa che l’origine dei mali risieda in circostanze esterne, inarrivabili. Più volte il nemico è dentro di sé e deriva dai propri errori. C’è chi inoltre si appella alla sfortuna, alla ruota che non smette di muoversi nel verso sbagliato. I più forti preferiscono guardare in faccia la realtà, e al termine della sfida troneggiano.

Sono stati tanti i momenti negativi che hanno accompagnato l’Inter dalla lontanissima notte del Triplete. Innumerevoli le analisi fatte per capire come e perché i campioni indomabili, da guerrieri che sbancavano i più importanti stadi d’Europa, hanno di colpo perso sul campo armi e armatura, diventando una squadra stanca e molle, una ex corazzata priva delle vecchie certezze. Ovvio che la partenza del condottiero Mou è stato un amaro boccone da digerire per tutti, giocatori compresi. Sul mercato, poi, si è fatto affidamento a una rosa solida ma con un'età media avanzata rispetto agli standard, appagata si è detto, che necessitava quindi di nuovi innesti all’altezza e che non poteva trovare in Rafa Benitez le risposte che cercava dopo i trionfi della stagione precedente.

Si è osannato forse un po’ troppo presto l’arrivo di Leonardo, un tipo di allenatore, ex allenatore, che magari serviva alla squadra in quel momento, insieme agli acquisti fatti a gennaio, ma che nel lungo periodo avrebbe dato prova anch’egli dei suoi limiti. Cercando per la piazza ci si rendo conto che di Mou ce n’è uno solo. Così cresce, giorno dopo giorno, non solo il rumore dei nemici, ma anche lo sconforto dei tifosi orfani dello Special One. La società fa la sua scelta: Gasperini. Disastroso il bilancio nella sua brevissima avventura in nerazzurro, immediato l’esonero. Gasp dirà più volte che il suo è uno dei progetti che necessita di tempo per ingranare, ma l’Inter non ne ha. Anche stavolta, però, il mercato sembra non aver dato una mano al tecnico. I nomi, di chi è arrivato e - soprattutto - di chi se n’è andato, li sappiamo tutti.

Esiste una cura ai mali che attanagliano l'Inter da più di un anno a questa parte? Forse affidandosi alla saggezza e all’esperienza di Ranieri, scelta che ha come scopo quello di portare equilibrio tattico, visto raramente con i predecessori, sicurezza e motivazioni, tornerà la vera Inter. Il tecnico ha ricevuto subito ottimi segnali dai suoi uomini, a Mosca e a Bologna. Se mi chiedete cosa sia mancato alla squadra contro Napoli e Catania, io rispondo nulla. Certo, la reazione... Che ci sarebbe stata un tempo, con in campo l’armata mourinhana, ma che adesso è difficile chiedere ad una rosa più avanti con l’età e che quindi si è indebolita rispetto all’anno magico. Attenzione, anche a Bologna così come nelle ultime due sconfitte, si rischiava di naufragare di fronte all’ennesimo rigore inesistente fischiato contro. Lì l’Inter, con Milito sugli scudi, ha trovato la forza per reagire. Ma andare avanti così sarebbe troppo estenuante, e poco giusto.

A Catania (tralasciando Rocchi e il Napoli), purtroppo, è andata diversamente. Contro il Lille però, in campo europeo, l’Inter ha dato prova di essere ancora viva, ha colpito nel primo tempo e si è chiusa bene nella ripresa, contro una squadra che - pensate - non perdeva in casa dallo scorso 14 agosto. In campionato gli errori arbitrali non hanno aiutato Ranieri. Sia chiaro, nemmeno Gasperini è stato fortunatissimo, ma le prestazioni sul campo non inducevano di certo all’ottimismo e la società ha deciso di cambiare rotta, prima che fosse troppo tardi. Giuste alcune critiche al rendimento, altre un po’ meno. Mi sono sempre chiesto perché si parlasse soltanto di crisi Inter e della fine di questo fantomatico ciclo, quando il Milan, campione d’Italia, aveva un solo punto in più in classifica. Accadeva dopo Novara, ma allora non si metteva in evidenza, ovviamente, il rigore con conseguente espulsione di Migliaccio non fischiato a Palermo, il rosso a Ranocchia, ecc. La causa della brutta partenza dell'Inter (e non del Milan) era la difesa a tre...

L’esperienza di Gasperini è stata segnata da alcune scelte discutibili, da episodi negativi, ma anche da quest'accanimento mediatico, inutile negarlo. Ora Ranieri, come Gasp, si è imbattuto nelle decisioni errate dei direttori di gara, tuttavia la sua squadra ha saputo fornire segnali importantissimi di crescita, in ogni gara. Vedremo se un giorno finirà anche questa striscia di rigori fischiati contro l'Inter (finora siamo a quattro consecutivi…), errori arbitrali che determinano le partite e a cui la squadra in campo non può opporsi, se non con energie che al momento stentano ad arrivare. Scopriremo così se i giocatori sono davvero da rottamare come blaterano alcuni o se riusciranno a rialzarsi con le ambizioni perdute dentro di sé, dando continuità al successo di Lille, e magari con l’arrivo di qualche rinfresco a gennaio. Osserviamo sostenendo, sempre, l’Inter. Agli inguaribili detrattori non rimarrà che l’eco dei rumori.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 22 ottobre 2011 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri
vedi letture
Print