Altro che calcio champagne. L'Inter che approccia alla nuova stagione ha la faccia dura di Vidic, quella rognosa di M'Vila e quella da killer di Icardi Osvaldo. In attesa di Medel, un altro tipetto ''poco raccomandabile''. È questo il volto mostrato anche nella tournée statunitense dal gruppo di Mazzarri, che pare cominciare a raccogliere i frutti del lavoraccio della scorsa annata, quando – tra stenti vari – si è giunti a un dignitoso quinto posto. Ma è chiaro che l'Inter è l'Inter, anche se sei costretto a fare con quello che passa la casa, per cui è difficile dover raccontare ai tifosi nerazzurri che quella a cui assisteranno sarà la terza stagione sottotono.

Stavolta Ausilio ha fatto le cose in grande. Non nel senso più puro del termine, ma sicuramente in quello sostanziale. Meglio di così, sul mercato, non si sarebbe potuto fare. Almeno non con questa disponibilità economica. In attesa di qualche cessione ''pesante'', il direttore sportivo ha portato a casa gente funzionale al progetto tecnico-tattico, con la conseguenza pure di restituire entusiasmo a tutto l'ambiente. Una manovra degna del miglior governo tecnico che si possa immaginare, in un periodo di vera crisi.

Alla corte di WM tanti elementi di sostanza, anche perché la qualità c'era già con Kovacic, Hernanes, Palacio e Alvarez. Un'Inter che ha aggiunto polmoni e grinta, tutto al punto giusto. L'idea è quella intravista nell'ultimo match della kermesse americana contro la Roma: pressing feroce, asfissiante, e ripartenze mortifere. La strategia della Guerra Lampo. L'anno scorso, spesso, i nerazzurri non sono riusciti a tradurre sul campo le indicazioni del tecnico e, non a caso, al Meazza agli avversari bastava chiudersi con due linee fitte per mandare in tilt i tentativi offensivi. Quest'anno sarà diverso, per più motivi. C'è appunto un innesto di maggior consapevolezza, che consente giocate più efficaci; gli ingranaggi sono già noti dopo un anno di lavoro con lo stesso allenatore (pensiamo a Kovacic); il gruppo si sente responsabilizzato dalla partenza dei senatori; in attacco le armi sono aumentate (Icardi sta bene, c'è Osvaldo); i ruoli sono tutti coperti per non correre rischi.

Insomma, sulla carta il lavoro è ben fatto e anche i primi riscontri in campo – sebbene si parli di amichevoli d'estate – hanno dato responso positivo. Ma non pensate a un'Inter sulle punte, che si crogioli sulle giocate di classe. Sarà un'Inter operaia, concreta. Di ferro in difesa, di sudore in mezzo al campo e chirurgica in attacco. Brutti e cattivi, nel senso sportivo. E, si spera, anche vincenti.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 05 agosto 2014 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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