Forse è stato il rifiuto finale di Fabio Capello a indurre Massimo Moratti a viraare su Rafa Benitez quale nuovo tecnico della panchina nerazzurra. Probabile che il Ct dell'Inghilterra fosse il primo della lista dei papabili eredi di Josè Mourinho alla guida dei Campioni d'Europa. Ma personalmente la scelta di affidare questo pesante incarico a uno come Benitez mi convince. Forse più di quella che avrebbe portato all'Inter Capello. Premessa: il Ct britannico è forse l'allenatore più vincente al mondo assieme a Mourinho (anche se rispetto al porrtoghese, di Champions ne ha vinta solo una). Ovunque ha lavorato ha lasciato ottimi ricordi e regalato titoli alle sue squadre. Anche come simbolo di italianità all'estero, Capello poteva rappresentare una scelta vincente. Non è andata come doveva, pazienza. Nessuno strappo di capelli, nessuna imprecazione. Capello voleva rimanere al suo posto e ha approfittato del corteggiamento di Moratti per mettere pressione alla FA e ottenere il contratto che si aspettava. Adesso proseguirà il suo compito con più serenità, buon per lui.

Moratti invece ha aspettato che qualcosa si sbloccasse altrove, e alla fine ha optato per Benitez. C'è chi lo voleva interessato soprattutto a Hiddink, ma l'olandese non è mai stato vicino all'Inter. Perciò è stata una strategia saggia quella di non sbilanciarsi troppo, attendendo che uno dei tecnici in lista si liberasse. E così è stato. Alla fine l'Inter incasserà 16 milioni per la rinuncia a Mourinho, senza pagare alcuna clausola rescissoria per l'ingaggio di Benitez. A liberare lo spagnolo è stato il Liverpool, che gli ha persino corrisposto una buonuscita. E il suo stipendio lo pagherà il gentile Florentino Perez, che rispetto alla dirigenza nerazzurra non ha saputo attendere pazientemente che qualcosa accadesse, e ha frettolosamente annunciato l'arrivo del miglior allenatore al mondo. Tattica suicida, infatti il presidente del Real pagherà il suo tecnico, tra clausola e ingaggio (senza contare i 'regalini' che gli ha promesso) una cifra spropositata (si parla di una settantina di milioni). Ennesima conferma che a Madrid sanno solo spendere soldi, senza un briciolo di criterio.

Adesso l'Inter ripartirà dunque da Benitez, un nuovo corso che trarrà spunto dal vecchio. Lo spagnolo infatti garantisce continuità con il credo tattico di Mourinho, per quanto, a livello di espressione della personalità, i due siano molto differenti (lo Special One è un vulcano, Rafa predica sempre calma). Benitez, con il Liverpool, ha praticato il 4-2-3-1, lo stesso modulo che ha reso grande l'Inter in Europa: difesa a quattro, due mediani a copertura, tre mezze punte e una boa centrale, non necessariamente un gigante (Milito come Torres, insomma). Il metariale umano a sua disposizione è di prim'ordine, i giocatori che eseguano lo schema alla perfezione non mancano e già lo hanno metabolizzato. Il resto, lo farà la sua esperienza, la passione per il calcio come materia di studio, che ha raffinato negli ultimi anni. Benitez è un 'sacchiano' non nella scelta del modulo, ma nella cura di ogni particolare. E anche in questo somiglia a Mourinho. Inoltre, ed è un aspetto da non ignorare, il bilancio nelle precedenti sfide tra i due allenatori vede il madrileno in netto vantaggio, a conferma che anche di fronte a un mostro della panchina Benitez non si è fatto trovare impreparato, anzi.

Infine, per il tecnico ex Liverpool l'Inter rappresenta un'occasione per rilanciarsi, dopo l'ultima deludente stagione in Inghilterra. La panchina nerazzurra per lui è un regalo, che deve cercare di preservare al meglio. Una chance di quelle che non tornano una seconda volta, anche per questa ragione Moratti può dormire sonni tranquilli. Non sarà stato la prima scelta, ma di certo è un ottimo acquisto, che ritengo il più adatto a questa Inter. Perché l'unico errore che un allenatore potrebbe commettere adesso, è stravolgere quanto Mourinho ha costruito in questi due anni. Proseguire il suo lavoro non significherebbe ammetterne la superiorità, ma sarebbe un segno di grande intelligenza. Dote che a Benitez di certo non fa difetto, perché, come il suo predecessore, neanche lui è un pirla...

Sezione: Editoriale / Data: Mar 08 giugno 2010 alle 10:54
Autore: Fabio Costantino
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