"Se avessi voluto un lavoro facile sarei rimasto al Porto, con una bellissima sedia blu, una Champions in bacheca, Dio e dopo di lui, io". José Mourinho non è uno come tutti gli altri, ma neanche questo articolo è uno dei tanti perduti nell'elogio e nel rimpianto. Perché José Mourinho è un uomo troppo intelligente per poterci anche solo far sognare un suo ritorno. Non tornerà, almeno nelle vesti di allenatore. E fondamentalmente è tutto molto più bello e molto più giusto così. Perché Mourinho ha deciso di non danneggiare la sua immagine cristallina e storica associata all'Inter, ha deciso di lasciare il suo ricordo come un qualcosa di esclusivamente meraviglioso. Un qualcosa di straordinario da lasciare in un passato dorato. Tornare significherebbe fare molto meno e rompere l'incantesimo. Pensate se Maicon e Sneijder fossero andati via nella notte del 22 maggio, ad esempio: ne avremmo un ricordo meraviglioso, non avremmo questi due anni nauseabondi davanti da mandar giù. Uno spettacolo.

Ebbene, perché citare quella frase? Perché quello che ha detto Mourinho ieri sull'Inter è eloquente e fondamentalmente perfetto. Le sue parole fanno capire perché José è uno Special vero e perché vuole davvero il bene dell'FC Internazionale Milano. Come al Porto avrebbe potuto vivere di rendita per l'eternità, da allenatore del Real Madrid ormai esterno alle vicende dell'Inter avrebbe potuto sparare a zero su Ranieri e sull'attuale squadra per rimarcare il suo capolavoro nel 2009 e soprattutto nel 2010. Se avesse detto anche un "nessuno sarà mai come me all'Inter", che poteva anche starci, avrebbe preso gli applausi di tutti senza che nessuno potesse alzare il dito per dire il contrario. Non l'ha fatto. Ha voluto il bene della nostra Inter. Ha invitato la gente nerazzurra a non cantare il suo nome, ma quello di Claudio Ranieri e quello dei nostri giocatori. Perché l'Inter bisogna sostenerla, sempre. E ricordare il passato vuol dire disintegrare il presente. Ovvero, fare il male dell'Inter.

E allora apprezziamo ancora una volta la grandezza di Mourinho, ringraziamolo e andiamo avanti per la nostra strada. Ascoltandolo. Perché lui, José, rimarrà per noi sempre il più bel ricordo possibile. Ma cristallizzarsi nel passato è un suicidio. Bisogna sostenere l'Inter di adesso. Bisogna restare uniti e combattere. Anche lamentandosi, ovviamente, ma senza imporre il passato. Altrimenti rimarremo per sempre vittime di un qualcosa che non c'è più e mai più ci sarà. Un appello inutile di pura rabbia, il sopravvento della foga sulla ragione. Non esiste, l'ha detto anche José. Non uno qualsiasi, uno che vuole il bene dell'Inter. Perché è davvero uno speciale, come tutti gli interisti. Tutti insieme.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Dom 19 febbraio 2012 alle 18:00
Autore: Fabrizio Romano
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