Nessuno si azzardi a definirlo modello Barcellona. Quello è lontano anni luce sotto tutti i punti di vista. Ma il concept non dista poi così tanto. Gli ultimi giorni di mercato, con l'arrivo a sorpresa di Cassano al posto di Pazzini, hanno confermato le intenzioni della dirigenza di affidare a Stramaccioni un reparto offensivo dai piedi buoni, rinunciando a giganti nel cuore dell'area pronti a sfruttare assist e cross. L'allenatore romano se la gode, perché oggi ha tra le mani un gruppetto di attaccanti in grado di dare del tu al pallone, pur peccando dal punto di vista dei muscoli e dei centimetri. Un pò nello stile catalano, insomma.

Via Pazzini, escluso ormai da settimane dal progetto tecnico della nuova Inter, ecco che l'attacco nerazzurro si presenta con un solo centravanti, Diego Milito, e tante mezze punte che fanno del talento e della duttilità il loro forte. A Locarno si è intravisto il modo in cui Strama vuol proporre la sua squadra senza punti di riferimento offensivi: inserimenti, cambi di posizione, movimento e rapidità nei tocchi, rigorosamente palla a terra. Un'idea di calcio che ha reso grande il Barcellona, guarda caso in difficoltà l'unica volta in cui si è affidato al centro boa (Ibrahimovic), errore di valutazione a cui ha posto rimedio la stagione successiva, tornando grande.

Nella nuova Inter il gioco offensivo non sarà mai predefinito. Lo stesso Milito è un centravanti atipico, che entra in area solo quando sente l'odore del sangue ma partecipa molto all'azione. E i suoi piedi sono così educati da sintonizzarsi senza difficoltà con quelli di chi gli gioca alle spalle. Uno stile di gioco, con una sola punta, che apre varchi agli inserimenti da dietro di trequartisti e centrocampisti. Che sia 4-3-2-1, 4-2-3-1, 4-3-1-2 o 4-3-3 poco importa, è la filosofia dei piedi buoni la carta d'identità della nuova Inter di Stramaccioni. Con gente come Cassano, Sneijder, Palacio, Coutinho e Alvarez dalla trequarti in su il talento è straripante, tanto da rendere complicate le scelte dell'allenatore.

Pazzini è il classico centravanti che partecipa poco all'azione e preferisce attendere l'assist in area per colpire. Per questo non è mai sbocciato l'amore calcistico con il suo tecnico, che gli ha sempre preferito il più 'anziano' e duttile Milito, con ottimi riscontri. Avvicendare il Pazzo con Fantantonio, pur lasciando vacante il ruolo di vice Principe, aumenta il tasso tecnico del reparto e soprattutto l'imprevedibilità della manovra. Chiaramente, la squadra perde profondità e forza fisica, non avendo quella boa che fa salire i compagni nei momenti di difficoltà. Ma se l'intenzione è avere sempre il pallino del gioco, è un rischio che si può correre. Proprio come capita al Barcellona.

Piedi buoni davanti, solidità a centrocampo. Non si può prescindere da questo binomio. Così si spiega anche la decisione, in sede di mercato, di puntare su mediani come Mudingayi e Gargano, che offrono rispettivamente prestanza fisica e dinamismo. Con Cambiasso, Guarin, Stankovic e Obi, il reparto può definirsi completo e sufficientemente affidabile (in attesa di gennaio, il mese di Paulinho). Manca la stella, che in mezzo è sempre gradita, ma alcuni elementi della mediana sanno trattare bene il pallone, quanto basta per alimentare il gioco dei creativi. Il resto lo farà la capacità di Stramaccioni di fare un'identità anche sul campo all'Inter che ha in mente. Un'Inter dai piedi buoni, almeno dalla cintola in su.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Ven 24 agosto 2012 alle 16:00
Autore: Fabio Costantino
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