NEFTCHI-INTER 1-3 - Con qualità, tante novità e uno sprazzo di gioventù. L'Inter sbanca Baku e riprende il cammino in Europa League. Neftchi-Inter, viviamola... da Zero a Dieci.
Zero a chi ha messo mediaticamente sulla graticola - anche solo per poche ore - Andrea Stramaccioni. Dopo la sconfitta col Siena, sceglie di cambiare e costruisce un'Inter diversa. Un 3-5-2 ricostruibile dal centrocampo in su a seconda dell'avversario, tanto da rivelarsi perfetto anche in chiave turnover contro il modesto Neftchi. Stramaccioni ha il coraggio di rivoluzionare nel momento più delicato, i risultati e il gioco parlano per lui. Anche a Baku, con un'Inter giovane ma comunque organizzata e letteralmente spietata. Altro che graticola...
Uno solo è il gol subìto in trasferta dall'Inter, quest'anno. Proprio contro il Neftchi, con Wobay che sorprende Silvestre sulla sua corsia e imbecca Canales. Semplice incidente di percorso, ma comunque nota che conferma la solidità trovata da una squadra operaia e cinica fuori casa. Anche tra le mura di San Siro, sta imparando a diventarlo. Diamo tempo al tempo, ma anche da Baku con una difesa decisamente inedita arrivano ottime indicazioni dal solito perno Juan, da Cambiasso reinventato centrale di impostazione, meno da un Silvestre che deve ancora essere rodato. Ma la difesa (quella titolare, che vedremo domenica sera) sta iniziando a prendere forma.
Due sono i gol di Marko Livaja in Europa League, quest'anno, su due presenze. Una media da brividi, per un ragazzo classe 1993 che nel suo processo di maturazione calcistica si è recentemente trasformato in prima punta. Il Neftchi soffre i suoi movimenti da centravanti moderno, con Coutinho nel primo tempo è champagne. L'avversario sarà modesto, ma dopo il Rubin anche stavolta Marko ha colpito. Stavolta, con un colpo di testa dopo una deviazione. Si può dire che il senso del gol non gli manca per nulla, merita la fiducia che sta avendo da Stramaccioni. Spietato.
Tre sono le perle con cui Fredy Guarin ha portato al gol Coutinho, Obi e Livaja. Prima il soave assist a Coutinho per il tacco vincente, poi la palla a rimorchio che Joel non sbaglia, quindi l'assist sporcato per il gol di Livaja, ma tutto suo perché da una giocata a testa bassa con cucchiaio inventa il pallone del 3-0 momentaneo. Fredy, dopo un comprensibile periodo di lieve appannamento, torna gran signore del centrocampo e giganteggia dove vuole. Sempre primo su ogni pallone, in vena di dribbling e non solo compagni. In due parole? Un Guaro in purissimo formato derby.
Quattro, i punti nel gironcino di Europa League per l'Inter. Insieme al Rubin Kazan, la squadra di Stramaccioni comanda quindi il proprio girone. La vittoria contro il Neftchi era importantissima per rimettersi in carreggiata dopo il pareggio interno all'esordio con il Rubin. L'Inter dei giovani, con turnover e sprazzi di baby talenti veri, ha portato a casa il massimo risultato con il minimo sforzo.
Cinque pieno all'arbitro, il signor Kevin Blom. E siamo anche generosi. Perché non vede un rigore grosso quanto una casa su Coutinho, e gestisce malissimo i cartellini nel corso della gara. Assolutamente esagerate le ammonizioni a Ranocchia e Alvaro Pereira in chiusura di partita. Il fischietto olandese dalla bionda chioma è bocciato.
Sei sono i big esclusi dalla sfida contro il Neftchi. Perché domenica c'è il derby, e allora l'Inter sceglie un ragionevole turnover. Restano a casa Zanetti, Palacio, Samuel, Milito e Cassano, con Nagatomo in aggiunta che per Baku è partito ma non è stato utilizzato proprio per riposo precauzionale. Naturalmente, non conteggiando gli indisponibili per la stracittadina contro il Milan. Autentici pezzi da novanta, ma l'Inter sbriga comunque il suo compito senza alcun affanno. Turnover riuscito.
Sette all'Inter vista in Azerbaigian. Appoggiata sulle giocate di Guarin e le magie di Coutinho, rinforzata dai muscoli di Mudingayi e dal pimpante Obi. E poi, un Pereira incisivo a fiammate e un Jonathan positivo. Stramaccioni fa benissimo a scegliere ancora il modulo con difesa a tre, la continuità è l'arma fondamentale per poter rodare un'Inter che sappia come adattarsi con ogni interprete al determinato sistema di gioco. Anche se farcita di riserve, la squadra risponde bene in una trasferta avvolta dall'ignoto, visto l'avversario. Gioco piacevole, compattezza al punto giusto. Esame superato.
Otto agli attori nerazzurri. Davvero impeccabili. Perché Stramaccioni sceglie la via della pretattica parlando in conferenza pre-Neftchi di una possibile difesa a quattro in terra azera. Un'opzione, ma sì, ma alla difesa a tre mai avrebbe rinunciato. E così è stato. Attore consumato, ormai lo conosciamo bene. Anche quando giura che "al derby non pensiamo". Gli faceva eco Andrea Ranocchia, in sala stampa: "Non ricordavo neanche che il derby fosse domenica...", ha detto con sorrisino e aria ingenua. Ci pensano tutti alla sfida col Milan, eccome se ci pensano. In città si respira, ma l'Inter voleva fortemente i tre punti a Baku per arrivare carica e serena a un derby importante. Con questi attori, deve essere un grande spettacolo...
Nove al progetto giovani dell'Inter. Perché c'è sempre chi si lamenta, chi addirittura urla alla barzelletta. Convinti che lanciare i giovani sia prenderli e mandarli al macello. No, non funziona così. Stramaccioni e tutti quelli che ci lavorano all'Inter sanno come si fa. Perché tanti ragazzi lavorano quotidianamente alla Pinetina con la prima squadra, imparano e poi si prendono il loro spazio. Marko Livaja è un gioiellino raffinato dalla cantera Inter, Joel Obi è un prodotto doc che ormai già conosciamo da anni tutto di casa Interello, Philippe Coutinho è quel talento che l'Inter ha scelto a 16 anni e si è coccolata sempre facendogli respirare l'aria della prima squadra e anche il campo, quando poteva spedirlo in Primavera. E poi, qualcuno ha già dimenticato Mbaye o di quel Longo che all'Espanyol è intoccabile e presto tornerà. A Baku, intanto, ha debuttato anche Luca Garritano. Sentirete parlare anche di lui. Ma i giovani forti e meritevoli ci sono, lo spazio - come visto - si apre. Tempo al tempo, quindi. Il progetto è più vivo che mai. Col Neftchi, fornito a tutti un biglietto da visita.
Dieci è il futuro numero di Philippe Coutinho. Nessuno vuol mettere in discussione Wesley Sneijder, ma il destino dell'Inter che verrà è nei piedi di questo folletto classe 1992. Ammirarlo in campo è un piacere. Salta l'uomo, scappa in velocità, si allarga e rientra, prova progressioni per vie centrali, tenta il tiro a giro, si procura un rigore (negato), mette in porta i compagni e segna anche lui. Se poi è di tacco, allora chapeau. Philippe respira la fiducia dell'ambiente, ha capito che il suo momento è finalmente arrivato. I difensori del Neftchi impazziscono solo per seguirlo, specialmente nel primo tempo, quando il ricciolino di Rio de Janeiro è una scheggia impazzita. Letteralmente imprendibile. Ora, non si tratta più di caricarlo di responsabilità. Ma semplicemente di attestare il suo oggettivo talento. Questo ragazzo merita spazio, perché il futuro dell'Inter è suo. Un diamante che si sta raffinando, con dei colpi veramente fantastici. Appunto, da... numero dieci.
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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