"Cara redazione
Sono un tifoso da mezzo secolo dell’Internazionale avendo ormai raggiunto la sessantina e ho vissuti momenti  fantastici sia ai miei esordi negli anni sessanta che nel primo decennio del nuovo secolo. In mezzo ci sono state decadi  che davano ciascuna una sola soddisfazione e tante difficoltà e qualche volta anche delusioni. E’ indubbio che il ritorno negli anni novanta della famiglia Moratti ha ridato agli “storici” tifosi dell’Inter  un quid di speranze, orgoglio ed enorme passione ed io, e credo molti altri come me, hanno accettato “tutto” nel  bene e nel male. Anche quello che succedeva era chiaro a tutti, ma sopratutto noi interisti avevamo la fortuna di avere gli occhiali con il filtro del tifo nerazzurro che però era in quel momento storico il migliore per leggere gli avvenimenti nella giusta “ottica” e, come solo alcune volte accade nella storia umana, abbiamo avuto la possibilità di vedere, vivendo, molte verità già intraviste, meglio dire “già ..inter_viste”, venire alla luce. Quello che mi preme sottolineare è che l’Inter ha un grande patrimonio che è la famiglia Moratti e quando sento certe critiche verso di loro me ne dispiaccio e un poco mi arrabbio. Sono certo che errori ne sono stati fatti ed altri ne saranno fatti ma non esiste miglior guida dell’attuale proprietà e sono certo che i Moratti sarebbero i primi a lasciare se si rendessero conto di una alternativa veramente migliore a lungo termine. Si sa che gli errori si fanno per incapacità, per presunzione, per passione, ed a volte si scambiano per errori anche momenti non fortunati (così come si ritiene sola bravura anche momenti fortunati). E’ difficile dirigere una società di calcio a certi livelli e con alti obiettivi, un acquisto o una vendita  possono  rivelarsi giusti o sbagliati anche in relazione a fatti della vita che non sempre sono prevedibili (aspetti caratteriali, familiari, fisici etc) sopratutto nel caso di uomini giovani od ancora ragazzi spesso provenienti da ambiti culturali molto diversi. Serve un mix tra un grande equilibrio manageriale insieme ad una grande passione ed alla giusta grinta per guidare da Presidente l’Inter. Non mi sento di dire quale formazione sarebbe da schierare e quali acquisti fare anche se è sempre stimolante leggere le opinioni di giornalisti e di lettori ma forse “obtorto collo” è il momento migliore per imboccare la strada di una squadra che inserisca ogni anno nei tre anni a venire almeno tre o quattro “freshman”, come li chiamano negli States i nuovi giovani delle squadre, cresciuti nei vivai della società. Arrivare ad avere un parco giocatori della prima squadra composto per la metà da giovani del vivaio e l’altra metà dal mercato e poi quel che sarà “lo vedremo solo vivendo ” e tifando serenamente. Tutti guardano al Barcellona per quello che ha realizzato ma a mio parere in quel contesto si è realizzato un giusto mix tra l’avvento di un grandissimo campione; la maturazione di due/tre ottimi giocatori e altri due o tre discreti del vivaio; l’inserimento di un tecnico molto intelligente, equilibrato, esperto di calcio; la passione di un tifo “catalanamente”orgoglioso ed  appassionato che ha fatto da collante e scudo alla squadra. Da ultimo un grande apprezzamento per la nostra Bedy sempre presente"

Stefano

Sezione: Visti da Voi / Data: Mer 04 aprile 2012 alle 20:56
Autore: Redazione FcInterNews
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