Tredici anni dopo, si parla ancora di quel giorno e si parla ancora di lui. Vratislav Gresko, tristemente famoso per il 5 maggio, torna a parlare e lo fa ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, poco dopo la decisione di lasciare il calcio giocato: “Fra un paio di settimane compirò 38 anni e ho dato tutto quello che potevo - ha esordito -. Penso sia giunto il momento di lasciare spazio alle nuove generazioni. Che voto do alla mia carriera? Poteva andare peggio, così come meglio. Ho sofferto vari infortuni al ginocchio, che mi hanno limitato. Eppure ho detto la mia in Serie A, in Premier League e Bundesliga e giocato le coppe internazionali. Ho diviso lo spogliatoio con campioni come Vieri, Zanetti, Ronaldo, Ballack, Vidal e Hamsik, quindi non posso lamentarmi. Oggi mi rimangono solo bei ricordi e straordinarie amicizie”.

Il suo nome, purtroppo, resta legato indissolubilmente al 5 maggio: “Tutti noi volevamo quel titolo e la delusione di conseguenza fu grande. Sinceramente, però, trovo poco sensato parlare di un fatto avvenuto quindici anni fa: la vita va avanti e arrivano sempre nuove sfide. Quello non fu l’unico campionato che persi all’ultimo. Successe altre due volte: a inizio carriera, quando vestivo la maglia dell’Inter Bratislava, e poi in Germania con il Bayer Leverkusen. Anche allora furono commessi errori che compromisero il risultato. Eppure io non ho mai dato la colpa a nessuno, sarebbe stato troppo comodo. Nello sport a qualcuno spetta la sconfitta, la differenza è quanto sei bravo dopo a rialzarti”.

All’Inter fu voluto da Tardelli; “Mi notò durante gli Europei Under 21 del 2000, lui era i ct dell’Italia e io giocavo sulla fascia per la Slovacchia. Feci una grande partita e numerose società mi contattarono. Va detto che allora giocavo già al Leverkusen, non ero l’ultimo arrivato. Da me sentirete solo belle parole. L’Inter e la famiglia Moratti sono nel mio cuore. Sono orgoglioso di aver giocato nell’Inter. In Italia, nonostante siano passati anni, ho ancora tanti amici: da Di Biagio, che ho incontrato quando è venuto in Slovacchia con gli azzurrini, fino a capitan Zanetti e Toldo. Ronaldo? Non si poteva marcare, lui è il fenomeno. Per me è stato un fratello, a Milano abitava sopra casa mia. Sono anni che voglio invitarlo in Slovacchia, prima o poi lo farò”.

Sul campionato italiano: “Cerco di seguirlo il più possibile, nonostante i problemi che lo hanno afflitto negli ultimi anni. Quando l’Inter ha vinto il campionato sono stato molto felice, ho festeggiato”.

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Mar 14 luglio 2015 alle 09:52 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Redazione FcInterNews.it
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