Rinomato e stimato allenatore, con una ciliegina sulla torta nel proprio curriculum. Quella di aver puntato per la prima volta su un difensore centrale, ex centrocampista avanzato, appena 17enne, che ha fatto la storia. Gerardo Pelusso è il mister che lanciò nel professionismo Diego Godin. In esclusiva per FcInterNews tra aneddoti e quello che sarà, il pensiero del tecnico di Florida.
In questo momento sta lavorando con la Conmebol, la lega calcistica sudamericana.
“Precisamente mi trovo in un seminario della durata di quattro giorni. Stiamo mettendo a posto tutti i dettagli tecnico, tattici e strategici per la Copa America che inizia il 14 di giugno. C’è una collaborazione con la federazione. Auspico venga fatto un buon lavoro”.
Lei ha guidato tantissime compagini in Sud America, in sei Paesi distinti. Ha provato anche un’esperienza in Qatar. E soprattutto può fregiarsi di aver intuito per primo le qualità di Diego Godin, lanciandolo in prima squadra.
“Correva l’anno 2003, con il Club Atlético Cerro. Ho un ricordo permanente di quell’esordio grazie alle prestazioni costanti del giocatore degli anni successivi. Che soddisfazione è stata vederlo trionfare con Atletico Madrid e selezione uruguagia. Diego giocò qualche mese nella quinta divisione, poi decidemmo di farlo allenare con noi. Esordì a 17 anni, nell’ultima giornata di campionato. E poco dopo lo schierai nuovamente, in un mini torneo nel quale l’obiettivo era la qualificazione alla Libertadores”.
Cosa aveva di diverso rispetto ai suoi coetanei?
“La classe. Un ragazzo serio, concentrato in campo, con molta tecnica e capacità aerea. Devo dire la verità, all’inizio dovette adattarsi alla posizione di difensore centrale. Questo perché prima di arrivare nelle nostre giovanili veniva schierato a centrocampo, da mezzala offensiva”.
Che ricordi nutre di quell’adolescente Diego?
“Il migliore dei migliori. Un bravo ragazzo. Studioso e di buona famiglia. Rispettoso e con personalità. Le racconto poi un aneddoto riguardante il campo. O meglio una leggenda. Un giorno vennero due colleghi dal Cile. Io indicai quel ragazzino magrolino che correva sul verde profetizzando che sarebbe arrivato lontano, sino alla Nazionale. E così è stato. Perché parliamo di leggenda? Perché io sinceramente non ricordo di aver detto tali parole, nonostante già credessi in Godin. Ma i miei due amici ne sono sicuri. Quindi deve corrispondere a verità”.
Pensa potrà essere determinante anche in Italia, all’Inter?
“Certo. Ha le qualità per imporsi ovunque nel mondo. Io amo i nerazzurri perché hanno gli stessi colori del Liverpool dell’Uruguay, squadra in cui ho militato. Ma negli ultimi anni, almeno dall’esterno, mi è sembrata una società poco seria. Sempre in mezzo ai fatti della stampa, in mano alle decisioni di alcune donne (Wanda Nara? ndr). Ecco, io le dico questo. Non so se Diego giocherà bene o male. Ma tutti questi casini con lui, e con l’ingaggio di un allenatore come Conte, termineranno. Senza se e senza ma”.
Pensa sia il migliore al mondo nel suo ruolo?
“Io non sono obiettivo quando parlo di Godin. Sicuramente lo è stato. E vedrete che sarà determinante anche nella sua nuova tappa in quel di Milano. Speriamo che davvero possano lottare per vincere il campionato”.
Magari anche vincendo il suo personale duello con Ronaldo.
“In Spagna già c’è stata spesso questa contesa. C’è da dire che la lotta tra Atletico Madrid e Real era notevole. A volte ha avuto la meglio Pelusso, ff, altre Godin. Come con le rappresentative nazionali, in cui il centrale ha letteralmente stoppato il lusitano. Potrebbe tranquillamente ripetere tali prestazioni anche nei prossimi Inter-Juve”.
VIDEO - DOPPIETTA DI LAUTARO NELLO SHOW DI MESSI AL NICARAGUA: 5-1
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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