Eppur si muove. No non sto parlando della Terra e del suo moto attorno al sole, su quello ha il copyright Niccolò Copernico. Mi riferisco al mercato nerazzurro che a soli sette giorni dal punto più basso, quello in cui tutte le squadre annunciavano colpi e trattative intavolate a destra e a manca mentre per l'Inter si stilava la lista della spesa con montagne di nomi accostati, ma pochi (pochissimi) contatti ben avviati, sembra aver preso una piega decisamente positiva: mani su un difensore di fama internazionale come Miranda e significativo rilancio per Kondogbia dopo aver di fatto bloccato l'alternativa Imbula nell'attesa che si definisca il futuro del monegasco.

Pare quasi uno scherzo, invece no. “Inter beffata” di qua, “L'Inter prende tempo” di là, eppure adesso i nerazzurri hanno agito con una ratio invidiabile e per iniziare la propria campagna acquisti hanno iniziato dai reparti più discussi sinora: la difesa e il centrocampo. Si è iniziato a gennaio prendendo Murillo, in ordine temporale è seguito Miranda e uno fra Kondogbia e Imbula. Il tutto nell'attesa di un altro centrocampista. Sì, perché se non fosse chiaro, i nerazzurri stanno cercando di ampliare la propria rosa e arriveranno almeno due centrocampisti in grado di fare i titolari e uno, verosimilmente, verrà fuori dal derby francese sopra discusso.

Derby. Questa parola è stata la più utilizzata nel corso della settimana e l'apice si è toccato quando Galliani avrebbe chiamato Fassone la volontà di non interferire nelle operazioni per Imbula e Miranda: da lì in poi il tutto è stato un'escalation sino ad arrivare alle ore frenetiche della serata di ieri. Proviamo a riassumere: Galliani salta il matrimonio di Abate per andare a Montecarlo per "prendere un giocatore", l'Inter nelle persone di Ausilio e Fassone (alla velocità della luce, sempre per parlare di movimenti) raggiungono a loro volta il Principato per dare vita a uno scontro epico di rilanci e contro rilanci, come in una mano di Texas Hold'em conclusasi in una storica cena fra le delegazioni dei club milanesi a cena insieme. Chissà se, rimanendo in tema, la chiamata di Galliani al dg nerazzurro non sia stato un bluff. Viste le ore frentiche e le notizie pervenute, non è che il club di via Aldo Rossi non ci fosse proprio su quei due giocatori e provasse ad ammorbidire l'Inter per evitare rilanci sul mediano francese del Monaco? Pensar male è peccato, ma il più delle volte ci si prende. Anche in questo caso il pensiero malizioso che si insinua nelle menti di chi assiste a questa vicenda ha più di una ragione di esistere e mano a mano che passa il tempo questo pensiero diventa quasi una realtà malcelata.

Ora che queste situazioni si stanno definendo, in un modo o nell'altro, rimane solamente da intuire quali saranno le prossime mosse del club di Corso Vittorio Emanuele. Strano a dirsi, eh? Da che i nerazzurri sembravano il fanalino di coda del mercato nazionale a che tornano a essere una protagonisti di buon livello. Il tutto con il benestare dei #SaveKovacicisti che fino a martedì/mercoledì spopolavano sulla rete. 

Vedete a cosa serve fare mercato in entrata? Per far passare le mode in cavalleria. Non si nega che Kovacic sia un talento e che abbia dei colpi indescrivibili, ma si nega (o quantomeno si mette in forte discussione) quali possano essere le possibilità del croato all'interno del progetto tecnico. In questi termini dovrebbe vertere il discorso su Kovacic, ma ovviamente quando si parla di certe cose con i tifosi interisti il discorso non può essere semplice.

Quello che sarebbe semplice adesso è lasciarsi andare all'euforia del mercato entrato nel vivo, ma bisogna stare calmi. Per citare il nuovo team principal della Ferrari Maurizio Arrivabene: "Piedi per terra. Testa bassa e pedalare". Così i nerazzurri, dalla dirigenza ai tifosi passando per gli addetti ai lavori, non devono esaltarsi ma continuare in questa direzione. Come dei buoni surfisti chi fa parte del mondo nerazzurro deve cavalcare quest'onda buona e proseguire nelle trattative passando, magari, all'attacco: Jovetic piace tanto e il giocatore sarebbe anche ben disposto a trasferirsi. Ma questa è un'altra storia. Adesso i nerazzurri devono proseguire in questo modo dimostrando che questo movimento non è frutto di un'illusione ottica, ma di un piano ben strutturato.

Insomma, visto che il grosso di questa prima parte del mercato nerazzurro si sta svolgendo a Montecarlo, è il caso di dirlo: "Les jeux sont faits, rien ne va plus"

Sezione: Editoriale / Data: Sab 20 giugno 2015 alle 00:00
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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