Diciamo la verità, al di là degli scontati atteggiamenti di cautela, l’urna di Nyon ci ha restituito con gli interessi quanto negatoci nelle due precedenti occasioni di questa stagione europea. Senza contare la sfortuna di incontrare due big inglesi negli anni precedenti già dagli ottavi di finale. Insomma, io sono molto contento per l’accoppiamento con il Cska Mosca, avversario di certo da non sottovalutare (errore che il più quotato Siviglia ha pagato fragorosamente) ma che altrettanto palesemente non vale il Barcellona, il Manchester United, né i vari Arsenal, Bayern Monaco o Lione. Se avesse scelto il popolo nerazzurro, il sorteggio sarebbe stato proprio questo, sena girarci troppo intorno. Purtroppo oggi non c’è neanche il tempo per mettere da parte la Champions League, perché il prossimo appuntamento, al Meazza, è tra quindici giorni. Sei giorni dopo, il ritorno sul terreno sintetico del Lužniki, una variante da non trascurare per chi è abituato all’erba tradizionale, il return match che sancirà la prossima avversaria di Barcellona o Arsenal (pochi scommettono sui Gunners).

Chiaramente, il rischio di beccarsi i catalani in semifinale è altissimo, ma chissenefrega: prima di tutto bisogna esserci, tra le prime quattro d’Europa. Poi, poco importa chi ci si troverà di fronte, a quel livello nessuno può prendersi il lusso di scegliere, e francamente la rivincita contro i blaugrana mi attrae non poco, perché siamo cresciuti da allora. Intanto, il Cska Mosca riporta alla mente bei ricordi recenti nella gente nerazzurra: il doppio confronto del girone eliminatorio di due stagioni fa, vincente sia a Milano sia a Mosca. Due partite dure, vinte con la forza, la caparbietà e la classe dei campioni. Rispetto ad allora non ci sarà Ibrahimovic, mattatore con una doppietta nella partita di ritorno a San Siro (vinta 4-2, dopo lo 0-2 inquietante della prima mezz’ora di gioco). Ma anche questo è un dettaglio trascurabile, considerato che gli stoccatori in casa Inter non mancano di certo.

Ottimismo sì, dunque, ma senza fidarsi troppo della propria superiorità. Siviglia docet, e poi tra i russi spicca quel Krasic destinato a una brillante carriera. Non è certo un caso se anche la società di Corso Vittorio Emanuele gli abbia messo gli occhi addosso. Fermarlo, o quanto meno limitarlo, sarà fondamentale, poi il resto verrà da sé. Nyon regala dunque un sorriso alla truppa di Mourinho, l’iniezione di fiducia di cui si sentiva bisogno dopo l’exploit londinese e a poche ore dalla partita del Barbera. Una realtà diversa rispetto alla Champions League: si parla infatti di campionato, dove ultimamente le cose non sono andate benissimo. È il momento dunque di dare una svolta anche al torneo nazionale, per respingere l’assalto di chi solo un paio di mesi fa pensava al massimo a un’onesta qualificazione in Champions League. Abbiamo regalato troppo negli ultimi mesi ed è il caso di smetterla, tornando a macinare gioco e punti come fino a qualche settimana fa. Noi tifosi ce lo aspettiamo da una squadra che oggi fa la voce grossa anche in Europa, e che indubbiamente è superiore a qualunque undici del torneo italiano.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 19 marzo 2010 alle 16:10
Autore: Fabio Costantino
vedi letture
Print