Domani sera l'Inter torna in campo dopo la sosta per difendere il primo posto in classifica dal tentativo di scatto pomeridiano della Juventus, che sulla carta non dovrebbe avere difficoltà allo Stadium contro il Cagliari (scaramanzia portami via). Il calendario non offre certo un rientro soft dalla pausa invernale, anzi. Al San Paolo, dove i nerazzurri in campionato non vincono dal 1997, bisognerà sfatare la madre di tutti i tabù per iniziare nel modo migliore, contro un avversario fresco di cambio in panchina e reduce da una vittoria che ha reso meno amare le festività sotto il Vesuvio. Non si può sostenere senza rischio di smentita che il Napoli goda di buona salute, la classifica parla chiaro. Eppure guai a fidarsene troppo, perché è storicamente una trasferta che il tifoso interista cerchia di rosso sin da quando la Lega Calcio pubblica i calendari. E se esiste anche un solo motivo per essere ottimisti, oltre al percorso compiuto finora dalla squadra, c'è il recupero di molti dei lungodegenti che finalmente permetteranno ad Antonio Conte di poter scegliere. Possibile per Stefano Sensi una maglia da titolare, che manca da inizio ottobre contro la Juventus, il giorno in cui iniziò la sua parentesi negativa di ben tre mesi). Probabili le convocazioni di Nicolò Barella e Alexis Sanchez, che anche se non dovessero essere titolari garantirebbero alternative finalmente valide e affidabili dalla panchina. Mancherà Danilo D'Ambrosio, perché non esiste sosta che si rispetti senza che l'Inter perda almeno un giocatore. Stavolta le Nazionali non c'entrano, ma la tradizione va rispettata.

Al San Paolo mancherà anche un altro elemento fondamentale per il centrocampo dell'Inter: Christian Eriksen. Una chiara provocazione figlia delle ultime incontrollate voci di mercato scatenatesi intorno al nome del danese, oggetto del desiderio di molte big d'Europa tra cui l'Inter. Sì, perché anche se non tutti siamo più abituati a questo status quo, l'Effecì Internazionale è tornata a esserlo. Alla faccia di chi ancora ritiene che un profilo del genere non possa scegliere i colori nerazzurri per carenza di blasone. Non scherziamo, avrà anche disputato una finale di Champions League lo scorso maggio ma con il Tottenham non ha praticamente vinto nulla. E siccome va assai di moda il confronto 'Inizio decade vs. Fine decade', considerando le bacheche di nerazzurri e Spurs non c'è neanche da discutere sull'enorme upgrade che garantiremmo al classe 1992. Fine del discorso. A Napoli, si diceva, Eriksen non ci sarà. Ma non perché non è arrivato in tempo il transfer, bensì per il semplice fatto che né lui né l'Inter contemplano, ad oggi, un suo sbarco a Linate o Malpensa. Il discorso avviato lo scorso novembre con l'agente Martin Schoots riguarda la prossima estate, quando l'ex Ajax sarà un ambitissimo parametro zero anche se è presumibile che nel mentre avrà già scelto la sua prossima destinazione. Certo, sarebbe bello che i soldi incassati dalla cessione di Gabriel Barbosa venissero subito dirottati sul numero 23 degli Spurs (approvato da Conte, se qualcuno nutrisse dubbi tattici). In un mondo ideale andrebbe probabilmente così. Ma in attesa che qualcuno faccia un'offerta decente per il brasiliano, tutti gli sforzi di Beppe Marotta, Piero Ausilio e la squadra mercato nerazzurra oggi sono indirizzati su Arturo Vidal (ieri a segno da subentrante nel derby catalano), per il quale bisognerà attendere la fine della Supercoppa spagnola e presentare una proposta economica convincente al Barcellona, che dopo lo sgarbo Rafinha non nutre più molta fiducia nelle promesse dell'Inter. Perciò, viste le tempistiche, neanche Re Arturo sarà al San Paolo domani sera.

Eriksen e Vidal, bei nomi. Davvero. Piacevole sensazione vedere l'Inter nuovamente impegnata in questo genere di trattative, a prescindere dall'esito tutt'oggi imponderabile. Quando Conte sosteneva che l'obiettivo era essere credibili, si riferiva anche agli occhi dei top player. Oggi l'Inter è tornata a esserlo e non solo per calciatori a fine carriera. Eriksen sta prendendo in considerazione il corteggiamento nerazzurro, ma è sua intenzione, salvo cambi di idea delle ultime ore, rimanere a Londra fino a giugno. Nel frattempo si vedrà la forza del progetto di Suning, che dovrà convincerlo ad aderirvi anche rifiutando offerte economicamente più vantaggiose. Così come lo è stata agli occhi di Romelu Lukaku la scorsa estate, e come lo è oggi per Vidal, l'Inter ha tutte le carte in regola per presentarsi dal danese e strappargli un sì convinto. Poi potrebbe non accadere, fa parte del gioco. Ma se non sarà Eriksen, arriverà un altro grande centrocampista per rinforzare la mediana nerazzurra della prossima stagione. La strategia è delineata, si porterà a Milano un 'Lukaku del centrocampo'. L'asticella si è alzata, e anche se c'è un bilancio a cui dare sempre conto non è più tempo di ragionare in termini minimalisti. 

Domani sera mancheranno sia Eriksen sia Vidal, e chissà quando e se li vedremo in nerazzurro. Ma ora conta solo il campo e contro il Napoli rivedremo Sensi, magari anche Barella e Sanchez. I migliori colpi di mercato dell'Inter a gennaio.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 05 gennaio 2020 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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