"Egregio Presidente Moratti,
è ora che Lei dica finalmente basta! Che si faccia sentire, una volta per tutte, per ricondurre le discussioni che in questi giorni stanno avvelenando l’ambiente del calcio, su di un piano di decenza, di verità e di giustizia.
Lo so, Lei è un uomo troppo per bene, una persona che ha fatto del galantomismo e della serietà il Suo stile di vita, un presidente che crede nelle regole e nei valori veri dello sport, un signore paracadutato nel torbido ed infido mondo pedatorio italiano. Per Lei non sarà semplice, me ne rendo conto. Ma deve prendere atto della realtà e, anche violentando la sua natura di uomo dabbene, mansueto ed incline alla composizione delle liti, al superamento delle incomprensioni, deve rispondere colpo su colpo alle violente e volgari bordate che vengono dai nuovi-vecchi padroni del calcio italiano!
Si renda conto di quanto è successo: con inusitata arroganza e con una caparbietà degna di miglior causa, è stata dichiarata “guerra” (non è affatto un’esagerazione!) all’Inter, a Lei e ad un Persona (con la P maiuscola) che neanche può più difendersi e che, probabilmente, come Lei, non sarebbe stata capace di rispondere per le rime.
Non me ne voglia, ma Lei sta sbagliando, e di grosso!
Se Lei avesse fatto partire il giorno dopo la richiesta di revoca dello scudetto 2006, un’analoga istanza di revoca degli otto titoli vinti dalla Juve negli “anni del doping” (1994-1998), molto di quanto accaduto, tantissimo di quanto si è detto in maniera falsa, faziosa e vergognosa, sarebbe stato lontano dalle pagine dei giornali con enorme beneficio per l’Inter e per l’intero movimento.
Se Lei avesse detto: rinunzio volentieri alla prescrizione se altrettanto farà la Juventus per i suoi titoli vinti con l’attuazione di “un disegno criminoso per alterare i risultati sportivi” (parole testuali della Cassazione), molti sarebbero stati zitti, avrebbero abbozzato e tenuto a freno la loro boria e la loro presuntuosa ed ingiustificata baldanza, e forse avrebbero fatto in tempo a cambiare strada!
Se avesse detto che, neanche nella peggiore dittatura della storia, una semplice relazione di un pubblico ministero, scritta a prescrizione maturata, senza contraddittorio e senza neanche un grado di giudizio, sarebbe stata fatta assurgere a decisione certa ed incontrovertibile; che le valutazioni del dottor Palazzi sono di una gravità e di un’enormità tali, e che sono andate al di là (ultra petitum, diremmo noi avvocati) dei desiderata dello stesso Luciano Moggi che non ha mai ritenuto le telefonate del nostro Cipe un “illecito sportivo” ma unicamente prova del fatto che anche i dirigenti di altre squadre chiamavano i designatori; che la Federcalcio non avrebbe potuto decidere alcunché e che, anzi, ben avrebbe fatto a non ricevere quell’atto, nella sostanza e nella forma, giuridicamente irricevibile.
Se avesse fatto tutto questo, sono convinto che le cose sarebbero andate diversamente. Il mondo del calcio non sarebbe inquinato da nuovi veleni e mai sopiti rancori e, soprattutto, la nostra moralità, il nostro blasone e la memoria del compianto Giacinto non sarebbero stati macchiati irrimediabilmente. E già, perché, caro presidente, la frittata è fatta! Non basteranno provvedimenti, sentenze, scuse, ripensamenti, distinguo, "se" e "ma" per cancellare quanto dato in pasto alla opinione pubblica, abituati a non andare al di là dei titoli urlati sui faziosi e inqualificabili giornali italici, prodotto di linee editoriali maleodoranti e vergognosamente di parte.
So che Lei, come tutte le persone responsabili, s’impone di parlare solo dopo aver pensato, ponderato e valutato ma, mi creda, nel mondo del calcio italiano, questo è un esercizio deleterio, infruttifero e soprattutto pericoloso. Urli, strepiti, respinga al mittente accuse e colpi bassi, si divincoli dalla morsa mediatica che sta stringendo l’Inter, non porga cristianamente l’altra guancia.
Non vorrei che, tra l’altro, in quest’anno e in quelli in avvenire, saremo costretti a scontare sul campo il suo atteggiamento signorile ed ... evangelico. Da interista e "per esserci già passato", ovviamente, sa bene a cosa mi riferisco. So che la rissa, la volgarità, l’offesa, non sono mai state nelle Sue corde ma stavolta la signorilità diventerebbe indice di debolezza. Non basta dire: bella notizia la mancata revoca dello scudetto. E' una non notizia, è il mero quanto inevitabile prevalere del rispetto della verità, dei fatti, della storia. Ed è una buona notizia soprattutto per la Juventus, che se come società decidesse finalmente di piantarla anziché tentare di farsi perdonare i clamorosi fallimenti sportivi assecondando i più bassi istinti delle frange peggiori della sua tifoseria (quelle, per intenderci, che si accoltellano tra loro prima di un'amichevole precampionato) mostrerebbe buon senso e un pizzico del tanto sbandierato stile, ma soprattutto darebbe prova di ritrovata lucidità e buon senso nei confronti del calcio italiano, della Federazione e soprattutto di se stessa rimettendo in cassaforte tre scudetti sporchi e nell'armadio tutti gli scheletri.
La prego, intervenga duramente e, soprattutto, faccia presto!
Sempre con stima e grande affetto".
Avv. Claudio Sara
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