"Leggo sempre con piacere l'editoriale di Sir Lapo, difficilmente non condivisibile. Ieri, soprattutto il secondo tempo, sembrava che i giocatori fossero rientrati in campo con l'intento di aspettare e vedere cosa succedesse. I nostri attaccanti, tanto bravi in certe occasioni, hanno mostrato tutti i loro limiti di concretezza e incapacità di tenere alta la squadra, non essendo capaci di stoppare una palla che sia una, e non avendo tanto supporto dai centrocampisti, molto più concentrati sul difendersi. Ciò detto, registro "con piacere" che anche Conte e staff incominciano a spazientirsi per l'operato degli arbitri, e della "poca serenità" con la quale arbitrano a S. Siro: ma dico io, tutti i famosi giornalisti detrattori del mondo Inter (Società, allenatore, giocatori, ex-presidenti, ex-giocatori, magazzinieri) non potrebbero serenamente dare anche un giudizio onesto su quello che succede? Sono 25 anni che sono abbonato e cerco di essere onesto ed obiettivo (a volte mi lascio trascinare anch'io dal tifo), ma vedere questi scempi di arbitraggi in cui 3 falli su 4 da scontri fortuiti a sfavore dei giocatori Interisti, ammonizioni istantanee al primo fallo dubbio sul giocatore dell'Inter, VAR che vengono sistematicamente invocate e utilizzate ad ogni sacrosanto gol, ammonizioni continua a allenatore e staff, come se fossero gli unici a protestare, finultimo tempi di recupero ridicoli (non ho mai visto un recupero di 7-8 minuti, soprattutto quando l'Inter pareggia....., cosa che in vece accade a Juve, Milan, Napoli, Roma), insomma palese disparità di giudizio e trattamento. Senza contare che con un arbitro come Manganiello, qualcuno mi spiega come su 9 partite arbitrate al Cagliari, quest'ultima ne ha vinte 7? E su 7 all'Inter, quest'ultima ne vinte 3? Che caso la statistica. Com'è che Lukaku prende un'ammonizione a centrocampo su un contrasto in cui arriva primo sulla palla, l'avversario si dimena come se gli avessero staccato una gamba, per poi alzarsi e correre come niente fosse? Queste cose, palesi ad uno fuori dal campo, come possono essere tanto oscure per chi dovrebbe condurre con serenità e lucidità la partita (inclusi i "18" arbitri intorno, che non si sa cosa facciano)? Ieri ho chiesto ad un amico arbitro (di serie minori) comunque persona di spessore umano e culturale, come ritenesse l'operato di Manganiello: mi ha risposto "inadeguato ed indisponente". Vorrei che qualche Milanista o Juventino, che ci accusano di piagnistei, avessero anche loro 3-4 partite di fila con arbitraggi di questo genere. E che noi, come ai tempi di Mou, potessimo uscire dal campo (qualche volta, non potrebbe essere sempre così) dicendo che "per batterci oggi dovevano lasciarci in 6". Amiamola".

Matteo

"Oggi alle 12e30 ero seduto a San Siro per la prima volta nella mia carriera da interista...che dire...se questa è l idea del calcio che vogliono dare e meglio lasciar perdere,mi spiego,l arbitro di oggi ha sbagliato tutto e di più,ma se chi sbaglia paga,perchè questi personaggi non pagano mai,perche io devo essere privato di una cosa piacevole per incapacita in un ruolo chiave come l arbitro?la società intervenga e si faccia valere,adesso è ora,vorrei nuovamente provare la voglia di vedere a San Siro la partita,oppure seguiro distrattamente alla tv,per favore fatevi sentire basta".

Gianluca

"Gentile Redazione, Toh! Tutti a San Siro si aspettavano l’arrivo di Christian Eriksen ed invece si è presentato in sala stampa il suo omologo nostrano, nel senso di Cristian (senza ‘h’) Stellini, il vice di Conte. Non proprio la stessa cosa o, più precisamente, non proprio la stessa fedina... Ma non ho voglia di polemizzare argomentando sulle scelte “da leprotto” del tecnico leccese, sin troppo lesto a metterci la faccia quando si tratta di prendersi i (giusti) meriti per le vittorie (passate) e demandare, invece, le rogne al suo subalterno in occasione dei mancati successi. Che si trinceri pure, chessò, dietro alla scusa di una afonia più marcata del solito, dell’urgenza di una sistematina all’(invidiabile) impianto tricologico, o di qualsiasi altro impedimento. Non mi interessa. Intendo piuttosto affrontare l’analisi della partita da un’altra angolatura, confessando subito che giovedì scorso - alla notizia della designazione dell’arbitro Manganiello per Inter-Cagliari - ero idealmente sobbalzato sulla sedia. Di certo non potevo immaginare che quella stessa sedia si sarebbe materialmente sfasciata nel primo pomeriggio domenicale a seguito del funesto esito della gara. Ma andiamo con ordine. Non penso di scrivere fregnacce precisando che quella news avesse generato reazioni diverse a seconda della categoria di utenti nerazzurri che l’avevano recepita. In primis, i cultori della geografia e della onomastica dure e pure avevano fatto rimostranze di fronte alla carta d’identità “agonistica” di tale fischietto, da cui risultava la netta “idiosincrasia” tra il suo cognome - di chiara estrazione campana - e la sezione AIA piemontese di appartenenza: quella di Pinerolo (TO), che sta sì in collina, ma non esattamente “in coppa a Posillipo”. Peccato che quegli stessi utenti avessero, però, dimenticato che questa “anomalia topo-anagrafica” avesse almeno un altro precedente storico: quello riconducibile al fischietto Borriello di Mantova, ch e ha diretto in Serie A fino ai primi anni 2000. Poi si sono registrati gli alti lai della categoria dei dietrologi, appassionati normalmente dotati di ottima memoria, che avevano messo subito in fila le 3 abominevoli decisioni prese contro i nerazzurri dallo stesso fischietto nel precedente incrocio dell’anno scorso, allorché l’arbitro piemontese Manganiello - e fa effettivamente un certo effetto anche solo citare questo strano binomio... - non sanzionò col calcio di rigore una evidente deviazione di mano dell’allora parmense Dimarco proprio sulla linea di porta - col portiere fuori causa - dimenticando pure di addossargli il sacrosanto cartellino rosso. Ironia della sorte o beffa del destino - chiamatela come meglio Vi aggrada - volle poi che quello stesso giocatore ducale diventasse l’autore del gol vittoria degli emiliani con un tiro dalla lunga distanza, ma con tutte le moviole del globo terracqueo - pare financo quella della TV vaticana - che accertarono come ci foss ero ben 2 giocatori parmensi in netta posizione di fuorigioco. Nella coppia di circostanze appena citate, occorre precisare che il (grave) mancato intervento della VAR fosse da ascrivere - secondo la narrazione degli spettatori nerazzurri sugli spalti - ad un’indifferibile (doppia) impellenza fisiologica del cosiddetto assistente tecnologico dell’arbitro, espletata nel pubblico esercizio di San Siro più vicino alla sala VAR. Sì Insomma: dal varista al barista il passo era stato breve... Tornando seri, in ultimo sono arrivate - ma chissà, forse ce ne saranno state pure delle altre - le reazioni della categoria degli utenti nerazzurri alla quale il sottoscritto dichiara di appartenere, ossia di coloro che - pur incazzati come iene - tentano ora di commentare con un minimo sindacale di lucidità tanto la scelta del designatore Rizzoli quanto la direzione del fischietto “subalpino”. Partiamo dall’ex giacchetta nera bolognese. Quattro domande indifferibili. 1) Ci sarà pure “peluria” di arbitri - come direbbe l’amato Totò - anche se la loro insufficienza numerica è stata “certificata” dallo stesso ex Casarin, ma ci chiede quale motivazione abbia indotto il designatore a scegliere proprio l’arbitro Manganiello, alla luce dei suoi precedenti coi nerazzurri - pocanzi ricordati e tutt’altro che positivi - soprattutto con l’Inter recente reduce da 2 gare consecutive con un mal sopportato retaggio di 3 evidenti torti subiti (non occorre ricordare gli episodi di Lecce), a fronte di 1 solo fruito (il fallo da rigore, di pura malizia, “perdonato” a Lautaro Martinez contro l’Atalanta). 2) Solo nel fantacalcio o nel mondo dei sogni si sarebbe potuta immaginare una direzione di gara di Manganiello in qualche misura, non dico risarcitoria, ma men che meno vessatoria come si è invece rivelata? 3) Come mai, quindi, per il fischietto di Pinerolo non è operativa quella sorta di ricusazione nerazzurra (che nessuno della CAN A mai confermerà), alla stessa stregua di quella che è, con tutta evidenza, ancora in essere nei confronti di Orsato, autore di ben altri misfatti nerazzurri (il fischietto di Schio non li arbitra da ben 21 mesi)? 4) Sul curriculum nerazzurro di Manganiello pesa poi un’altra strana ombra. Come mai dopo la prima designazione “premio” all’ultima giornata del torneo 2013-14 (sconfitta nerazzurra a Verona col Chievo) sono dovuti passare quasi 5 anni (esattamente 52 mesi) prima del successivo abbinamento con l’Inter nella precitata e parimenti funesta gara contro il Parma allorché, più o meno nello stesso arco di tempo, il fischietto piemontese era stato invece designato, ad esempio, per 4 gare della Lazio? Valutando infine con obiettività lo specifico operato dello “sfollagente”, pardon, di Manganiello, rimangono al pettine almeno un paio di nodi sostanziali: il primo è la mancata concessione di un rigore per un netto fallo di ostruzione subìto da Young con i nerazzurri ancora in vantaggio per 1-0 (a tal riguardo basta e avanza il commento parso grottesco dell’ex arbitro Marelli, il quale rimanendo serio, ha affermato che “Su Young è un episodio molto borderline”, ma “Si vede dalle immagini che Oliva si disinteressa del pallone e cerca Young”); ed il secondo nodo è un evidente, fastidioso doppiopesismo nell’applicazione delle regole sui falli di gioco. Nel senso che, ad ogni caduta di un giocatore cagliaritano nella metà campo nerazzurra, sono stati accordati a favore dei sardi - a prescindere - altrettanti calci di punizione; mentre, invece, a fronte dei numerosi contrasti - ne ho contati almeno una decina in tutta la partita - che hanno visto protagonista Lautar o Martinez (da cui la sua frustrazione finale, sfociata nel doppio cartellino giallo, per l’ennesimo fallo rimasto impunito) - sono state fischiate appena un paio di punizioni, di cui peraltro solo una in prossimità dell’area sarda. Ed ora ci sarà pure qualche buontempone delle squadre avversarie che potrebbe pure eccepire sul mancato annullamento del vantaggio nerazzurro per quel buffetto dell’argentino sulla schiena del difensore cagliaritano. Se Manganiello avesse ”impreziosito” la sua performance - “assistito” dalla VAR - con cotanta spocchiosa, unilaterale pignoleria regolamentare, ci sarebbe stata - come minimo - un’invasione di campo in massa. Così come, per similitudine, senza bisogno di demolirlo, sarebbe letteralmente venuto giù San Siro (fatte salve le persone, ovviamente) se solo Lukaku avesse avuto un po’ più di fortuna nel tiro in porta dopo quel suo meraviglioso coast to coast che avrà fatto (quasi) crepare d’invidia l’ex dirimpettaio Weah, purtroppo ancora detentore “di colore” in esclusiva di quella prodezza. E magari, con un esito diverso di quella sgroppata, noi “diversamente” appassionati, non saremmo qui a rovinarci il fegato per le recriminazioni arbitrali, ma staremmo gongolando per i riconquistati 3 punti e per aver trovato il degno erede del precursore “bianco” di Lukaku: Adriano".

Orlando

"Gent.ma Redazione, è veramente fastidioso ed alquanto irritante dover manifestare la profonda delusione per l’ennesima occasione persa dalla nostra Inter che ultimamente ha sperperato 4 punti contro squadre non di certo irresistibili (Lecce e Cagliari)! L’organico ridotto e per giunta la mancanza di sostituti in grado di far rifiatare i titolari, ormai allo stremo delle forze, sono la causa principale del rallentamento nella corsa allo scudetto sebbene nel girone d’andata la nostra Inter sia rimasta attaccata alla Juve. Eppure, sarebbe bastato un maggior sforzo economico nel mercato estivo per integrare l’organico e mettere a disposizione di Conte valide alternative. Ma, purtroppo, così non è stato e pertanto la nostra Inter è stata eliminata, per il secondo anno consecutivo, dalla Champions nonostante la qualificazione al turno successivo fosse alla portata. L’eccessiva lentezza e la parsimonia da parte della società nel portare alla conclusione le trattative per l’acquisizione di nuovi giocatori, con il rischio che alcuni acquisti possano saltare, sono in netta controtendenza con la tradizione, quella delle precedenti gestioni dei presidentissimi Carlo Masseroni (che portò campioni di valore assoluto come Benito Lorenzi nel ’47 per 12 milioni di vecchie lire, Amedeo Amadei nel ’48 per 40 milioni di lire dalla Roma, Skoglund nel ’50 addirittura per 100 milioni di lire e Wilkes), Angelo Moratti (che acquistò nel ‘61 il pallone d’oro Luisito Suarez per ben 300 milioni di vecchie lire, corrispondenti ai 300 milioni di euro attuali, e nel ’66 raggiunse l’accordo con il Benfica sulla base addirittura di 500 milioni di lire per Eusebio e concluse l’acquisto di Franz Beckenbauer per 900 mila marchi ma la chiusura delle frontiere da parte della FIGC fece purtroppo saltare questi colpi sensazionali), Ivanoe Fraizzoli (che nel ’78 fece firmare a Platini un pre-contratto di tre anni con un ingaggio di 250 milioni ma la proroga della chiusura delle frontiere vanificò il tutto), Ernesto Pellegrini (che appena rilevata la proprietà nell’84, si presentò con l’acquisto del campionissimo Karl-Heinz Rummenigge dal Bayern per la cifra di 10 miliardi di lire, continuò nella campagna di rafforzamento con Lothar Matthaeus, Andreas Brehme e Nicola Berti nell’88 e nel ’93 soffiò alla Juve e ad altri top club europei Dennis Bergkamp per 15 miliardi di lire) e Massimo Moratti (dai 48 miliardi nel ’97 per Ronaldoro ai 90 miliardi nel ’99 per Vieri). Ecco, noi tifosi vogliamo una proprietà più decisa sul marcato, pronta a strappare alla concorrenza i campionissimi per aprire un nuovo ciclo di successi e riportare la Beneamata al vertice sia in Italia che in Europa!".

Michele

"Arriva gennaio, il gioco si fa duro, l'Inter crolla.. Un film già visto. Questa volta, la società ha colpe clamorose. Le squadre si fanno ad agosto e noi siamo contati, in emergenza da mesi. L'arrivo di Eriksen è tanta roba, ma non copre i grandi errori di mercato. Sono stati fatti fuori gli unici due giocatori tecnici che avevamo sulle fasce: Lazaro non ha praticamente avuto chance; Politano , pure . Purtroppo il nostro pur bravo allenatore è molto rigido e non riesce a cambiare mai modulo; e allora, perchè in estate prendere o confermare le ali? In mezzo al campo siamo in apnea da mesi: pochi e stanchi, con giocatori bravissimi, ma giovani e con fisico penalizzante. In queste condizioni, con Gagliardini che si fa male al piede ogni 15 giorni, siamo riusciti a mettere fuori rosa Vecino, che è ancora a libro paga ma viene lasciato a casa a guardare la partita in tv. NESSUNO FA COSI',. NESSUNO. . Questi sono capaci di vendere Vecino e non comprare nessun centrocampista.Che delusione, non riusciamo proprio a fare il salto . E poi questo mercato sempre così faticoso; per noi più che per qualsiasi altro. Sembrava che la rosa sarebbe stata ritoccata già dai primi di gennaio; è finito il mese e giochiamo ancora con Borja Valero. Inutile comprare Eriksen, quando la frittata è fatta. tanto valeva prenderlo gratis a giugno Sono moooolto delusa cari saluti".

Daniela

"Gentilissimi di fc Inter, non è un periodo brillante per l'Inter anche se è ancora presto parlare di crisi, anche se non manca poi molto , un altro pareggio per esempio, per dare il fuoco alle polveri. Probabilmente ha inciso in questa flessione il mercato aperto e determinati atteggiamenti di quei giocatori che hanno chiesto la cessione possono avere turbato la serenità del gruppo. Mi riferisco in particolare a Vencino da me indicato spesso come giocatore supponente e sopravvalutato, seppur non scarso , spesso però evanescente. La proprietà dell'Inter impara poco alla volta e sarà bene comunque tenere presente che le squadre si fanno in estate, un concetto che nell'ultima sessione estiva non era ancora ben chiaro agli Zhang. Una tournee estiva giocata senza attaccanti, l'arrivo sul filo di lana di Lukaku hanno dato ancora una volta l'impressione che determinate dinamiche di preparazione e affiatamento di un gruppo non sono state ancora apprese ai massimi livelli del nostro club. Chissà quando potremo partire per una preparazione estiva con il gruppo al completo al netto dei nazionali tenendo presente che negli anni liberi dagli impegni di mondiali ed europei il gruppo si c ementa meglio nelle dinamiche di gruppo e nell'intesa e apprendimento sul rettangolo verde. Inoltre affiorano anche alcuni legittimi dubbi su alcuni giocatori. Se Sensi ,per esempio, sia solo una meteora o se Biraghi sia realmente da Inter, se in generale vi siano qualità a sufficienza per risolvere le gare in bilico. Una nota particolare la merita Godin che in ogni gara regala ripartenze agli avversari con appoggi errati in uscita che purtroppo molto spesso si tramutano in goal subiti. Non vorrei insomma ( e sarebbe un disastro) che come accaduto spesso negli ultimi anni si finisca il campionato con il Milan ( criticato e male assortito) un punto sotto e quest'anno, accadesse, vorrebbe dire aver fatto un girone di ritorno da retrocessione. Un tanto tuonò che piovve che rimarrebbe per sempre scritto nella storia del club. Finisco con una annotazione. Un Barella che viene fatto entrare a gara quasi conclusa per trovare gamba e si fa ammonire saltando così la gara decisiva contro l'Atalanta fa pensare molto. Purtroppo se si vuole arrivare a vincere bisogna che ogni singolo calciatore arrivi a curare ogni dettaglio dalla contabilità dei cartellini che consta di non mettersi nei guai senza però mettere in difficoltà i compagni , alla cura dei propri limiti sapendoli prevenire, imparando a gestire le situazioni di gioco e a ciò si arriva se c'è grande attenzione, capacità sana di autocritica, capacità di sapersi appoggiare ai compagni di gioco lavorando con loro per coprire i punti deboli altrui e farsi coprire i propri. Probabilmente a questa Inter manca un po' di attenzione in alcuni, un po' di esperienza in altri e il gruppo si è lasciato portare troppo in alto rispetto a quel che sa fare, che è cosciente di saper fare. Serve maggior consapevolezza, va trovata al più presto. Ciao!!!!!!".

Andrea

"Gentile Redazione, adesso è troppo facile dire che l'aver cacciato Nainggolan è stata una vera iattura dal punto di vista tecnico e comportamentale della società. Vecino che ieri ci sarebbe servito come il pane è stato fatto fuori inspiegabilmente e si è visto ieri come il nostro centrocampo non esisteva proprio. Non è possibile che ogni qualvolta, un giocatore anche di grosso spessore, se poco poco si permette di rispondere all'allenatore viene subito fatto fuori dalla Società. Vecino, Nainggolan, Icardi, Politano , ne sono solo alcuni banali esempi. E' una politica dissennata e autolesionista che non mi vede assolutamente d'accordo. Ieri se giocava Vecino non si pareggiava in casa! Alla juve , che questi episodi sono all'ordine del giorno, vedi Bonucci, Higuain ,Ronaldo, farebbero la stessa cosa?...Lautaro ieri doveva essere difeso e invece si becca pure una multa. Ieri l'arbitro era di Pinerolo!!! che arbitraggio ci si poteva attendere?".

Alexis

VIDEO - ERIKSEN ATTESO IN SEDE, TIFOSI IN DELIRIO A MILANO

Sezione: Visti da Voi / Data: Lun 27 gennaio 2020 alle 22:33
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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