Sampdorianews.net ha contattato in esclusiva Luisito Suarez, doppio ex di Inter e Sampdoria. Ecco l'intervista al Pallone d'Oro spagnolo.
Sampdoria e Inter come arrivano alla sfida del “Ferraris”? “Non è un bel periodo per la Sampdoria, è una sfida che non arriva nel momento giusto, ma anche per le Inter non tutto sta andando nel verso giusto. La Samp ha pure perso due giocatori molto importanti, difficili da rimpiazzare”.
Nell’operazione Pazzini-Iter, alla Samp è arrivato Biabany, cresciuto nelle giovanili neroazzurre e parte integrante della prima squadra nel girone di andata. Può rendersi utile alla causa blucerchiata? “E’ un giovane di prospettiva, può fare buone cose, ma chi è partito era di un altro livello. Per lui era meglio arrivare in una compagine che stava già andando bene, da lui non ci si può aspettare che possa cambiare la stagione della squadra”.
Appena arrivato all’Inter, Pazzini si è subito confermato un cecchino infallibile. È un giocatore che rientra tra le sue preferenze? “Vero, Pazzini si è integrato molto bene, velocemente, è proprio il giocatore che mancava, chi al posto di Milito finalizzasse il gioco creato dal resto della squadra. È anche un bravo ragazzo, si sta ben comportando e sta realizzando quei goal che stanno mancando invece alla Sampdoria”.
È scontata la vittoria dell’Inter, oppure la Samp si confermerà la “bestia nera” dei neroazzurri? “Secondo me la Samp ha qualche speranza di fare punti, recentemente l’Inter non sta disputando grandi partite, contro il Cagliari ha sofferto tantissimo. Sarà una partita difficile, ma la Samp se la può giocare”.
Si aspettava le illustri cessioni di Cassano e Pazzini nel mercato di gennaio? “Cassano un po’ sì, è successo qualcosa d’importante per quanto ho saputo leggendo i giornali. Non mi attendevo la partenza di Pazzini invece, ma piuttosto l’arrivo di qualche giovane al suo fianco. Nel calcio di oggi i giocatori hanno un potere molto forte sulle società ed è giusto lasciarli andare se chiedono di partire”.
A distanza di anni quali sono i ricordi della sua esperienza in blucerchiato? “Alla Samp ho vissuto 3 anni meravigliosi, l’ambiente era molto buono, la società era sana, si respirava un clima molto familiare che consentiva di vivere il calcio in modo molto tranquillo e di far rendere i giocatori in modo migliore rispetto alle attese. I ricordi sono tuttora molto belli”.
Avrebbe voluto restare più a lungo alla Sampdoria? “Non come giocatore, perché smisi a 38 anni, ma avrei voluto restare a fare l’allenatore delle giovanili, ma in quel periodo ci fu un vuoto di potere, nessuno mi disse più nulla, dopo di che mi chiamò Fossati che mi portò a lavorare nel settore giovanile del Genoa”.
Cosa ha rappresentato l’Inter nella sua carriera e nella sua vita? “Una fase molto importante, una scommessa vinta. Venivo dal Barcellona, una squadra quotata e vincente in Europa e nel mondo, mentre a quei tempi l’Inter non era conosciuta in Europa. Col senno di poi fu un’esperienza molto bella, vinsi più del previsto all’Inter, in confronto molto più di quanto ottenuto in 8 anni vissuti al Barcellona”.
Domani il suo cuore sarà diviso? “Sì. Nelle scorse stagioni la Samp andava bene e perdere contro l’Inter poteva starci, adesso invece la situazione è più complicata. Mi dispiacerebbe per qualunque squadra uscisse sconfitta, se fosse l’Inter, la squadra di Leonardo perderebbe ulteriore terreno nella corsa scudetto. Preferirei il pareggio, ma forse non accontenterebbe nessuno”.
Un saluto ai tifosi doriani e ai sempre più numerosi lettori di Sampdorianews.net. “Mando un saluto affettuoso a tutti i tifosi sampdoriani. La squadra ha bisogno di loro, per uscire da questo periodo occorre calma, bisogna restare tutti uniti, ognuno deve fare la sua parte per incoraggiare anche i nuovi innesti ai quali mancano esperienza e abitudine ad uscire da certe situazioni”.
Autore: Alessandro Cavasinni
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