Sta meravigliando l’Italia calcistica col suo Sassuolo, capolista in solitario della Serie B grazie al successo di sabato contro il Verona. Una cavalcata straordinaria, quella con la formazione nero verde, che gli è valsa qualche giorno fa anche dei complimenti davvero speciali, quelli di José Mourinho, che via sms da Madrid si è congratulato con lui per l’eccezionale lavoro svolto sin qui. Perché proprio Mou? Perché Fulvio Pea da Casalpusterlengo, l’allenatore che ha trascinato la squadra emiliana verso questo primato, conquistato a suon di vittorie pesanti e bel gioco, nell’ambiente interista è sicuramente ben noto: fino all’anno scorso, infatti, è stato lui a dirigere la formazione Primavera dell’Inter, portandola, nel 2011, alla vittoria nella Viareggio Cup, grazie a un torneo davvero magistrale culminato con la finale di Livorno vinta a spese della Fiorentina.
Fulvio Pea maestro di calcio giovanile, cresciuto sotto l’ala di Gigi Simoni del quale è stato assistente per quattro anni, e che nella categoria Primavera aveva già conquistato un altro trofeo importante, il campionato di categoria nel 2008 quando alla guida della Sampdoria superò proprio l’Inter di Santon (da lui visto e segnalato all’Inter) e Balotelli con il risultato di 3-2, trionfo al quale seguì la vittoria in Coppa Italia. Inter nel suo destino, quindi, Inter dalla quale ha preso il volo verso la prima panchina da capo allenatore, nella quale sta legittimando tutte le sue qualità. FcInterNews.it ha avuto il piacere di intervistarlo in esclusiva:
Salve mister, innanzitutto davvero tanti complimenti per questo campionato strepitoso. Dica la verità, ma a Sassuolo dopo la vittoria di sabato si comincia a sentire aria di Serie A?
“Prima di tutto grazie per i complimenti. Beh, io più che altro mi preoccupo dei miei ragazzi, e soprattutto di mantenere quanto di buono stiamo facendo adesso. Sin qui siamo andati molto bene, e non dobbiamo cambiare nulla di quanto abbiamo ottenuto sinora”.
Però la vittoria col Verona di Mandorlini ha rappresentato una grande prova di maturità per la sua squadra.
“Indubbiamente, perché avevamo di fronte una squadra fatta di giocatori ambiziosi e con un allenatore come Mandorlini che conosce benissimo la categoria. E’ stato un banco di prova importante che abbiamo superato bene. Però dobbiamo stare attenti, la B è un torneo dove le incognite sono sempre dietro l’angolo, basti pensare al Brescia che con Calori ha cambiato marcia o al Torino di Ventura che aveva iniziato bene e ora sta un po’ rallentando”.
Lei ha lasciato la Primavera nelle mani di Andrea Stramaccioni, che qualche giorno fa ha conquistato un traguardo importantissimo con la semifinale delle Next Generation Series. Cosa sente di dire a proposito dei ragazzi e del nuovo allenatore?
“Guarda, purtroppo Stramaccioni non lo conosco personalmente per cui non posso commentare. Posso solo dire che sono molto felice per i ragazzi come Crisetig, Bessa e Romanò, che ho avuto con me l’anno scorso e si stanno confermando anche in questa stagione”.
Secondo lei c’è qualche giocatore che si può ritenere già pronto per affrontare palcoscenici importanti, magari in Serie A?
“Direi che è difficile, perché in Serie A è complicato giocare subito ad alto livello quando si è giovani; però sono convinto che gente come Romanò e Duncan possa perlomeno esordire a quei livelli e poi magari, se trova l’ambiente ideale e l’allenatore giusto, magari può anche disputare una stagione di buon livello anche in B”.
Tra i ragazzi della Primavera che sono arrivati tra i professionisti, a suo dire, qual è il giocatore che ha superato al meglio l’impatto?
“Secondo me in questo senso il giocatore più rappresentativo, quello che ha dimostrato di avere le prerogative giuste, è stato Bardi del Livorno. Ma non voglio dimenticare gente come Nwankwo, oggi al Gubbio, e anche Obi, Destro e Caldirola”.
E’ diventato famoso anche per quel messaggino di complimenti spedito da Mourinho. Ma com’era lavorare con lui? Quanta attenzione dedicava ai giovani?
“Io e Mourinho avevamo un rapporto davvero molto stretto. Fu lui a decidere che bisognava cambiare l’allenatore della Primavera, e tra i tanti nomi proposti dal ds Ausilio lui scelse il mio. Lui, poi, ci teneva tantissimo al fatto che le nostre due squadre lavorassero in stretta sintonia, anche se le qualità erano diverse. Però lui ci definiva ‘la seconda squadra dell’Inter’”.
C’è qualche aneddoto che ricorda con particolare piacere?
“Con Mou di storie ce ne sono state tante. Però posso raccontare questa: quando i giocatori della prima squadra andavano via per gli impegni delle nazionali e ad Appiano restavano in pochi, lui affidava la gestione della squadra a me. Una volta abbiamo disputato un’amichevole contro il Piacenza, e in quella circostanza lui mi affidò completamente le chiavi della squadra, prima e durante la partita. Al punto che quando andai da lui e gli chiesi quando voleva fissare la riunione tecnica, lui mi rispose: “Guarda che non sono io l’allenatore”. José è sempre stato vicino alla squadra, seguiva sempre gli allenamenti, il nostro rapporto col tempo si è consolidato”.
Cosa ha portato in Emilia della sua esperienza con Mou e più in generale dei suoi anni all’Inter?
“Ho lavorato sei anni a fianco di Simoni, ho vissuto due ritiri con Mazzarri alla Samp, ho visto anche allenare Leonardo e Benitez. Direi che un po’ tutte queste esperienze mi hanno consolidato come allenatore”.
Se la sente di consigliare qualche giocatore del suo Sassuolo all’Inter? Qualche tifoso è arrivato a suggerirci Sansone, per dire…
“Beh, l’Inter non ha di certo bisogno dei miei suggerimenti perché ha una rete di osservatori e dirigenti molto preparati, e in secondo luogo l’Inter è tanto infarcita di campioni di livello internazionale che non ha bisogno di rivolgersi al Sassuolo per i suoi acquisti”.
In conclusione le chiedo: lei sogna di tornare all’Inter, magari allenando la prima squadra?
“E’ una cosa davvero lontana… Io piuttosto penso di finire questa stagione sulla panchina del Sassuolo; in B sono saltati tanti allenatori per cui si pensa maggiormente a finire la stagione attuale piuttosto che a quelle future”.
Grazie mille, mister, e in bocca al lupo per il futuro.
“Grazie a te, crepi il lupo!”.
Si ringraziano Fulvio Pea e l’ufficio stampa dell’U.S. Sassuolo per la cortesia e la disponibilità
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