Seconda parte dell'intervista rilasciata da Ezequiel Schelotto a Gianlucadimarzio.com (qui la prima parte) in cui si toccano tanti argomenti legati in particolar modo al suo periodo all'Inter: dal rapporto con Moratti al gol nel derby. "Impossibile dimenticare quel gol - racconta -. Ero all'Inter da pochi giorni e per il derby avevo portato in tribuna tutta la famiglia: genitori, fratelli, moglie, nipoti. Eravamo sotto 1-0, Nagatomo crossa la palla in area, ci vado di testa ed entra. Non potevo credere di aver segnato, non sapevo neanche come esultare. Ho pianto di felicità mentre tutti mi abbracciavano e San Siro urlava il mio nome. Poi la corsa da abbracciare Stramaccioni. Ogni tanto sento ancora il mister, gli devo tanto, lo trovo bravo e per questo spero torni presto nel giro, se lo merita". Ma le emozioni nel derby non erano finite al gol: "Negli spogliatoi vedo arrivare Massimo Moratti, viene verso di me, sorridiamo entrambi. Mi abbraccia e mi dice 'sappi che ora sei nella storia dell'Inter'. Indimenticabile, da un presidente così poi. Moratti è una persona davvero speciale.

Su consiglio di Alvarez sono andato a fare un tatuaggio con la data di quel derby, lo porterò sempre con me". Poi qualcosa è cambiato con il cambio in panchina: "Mi aveva voluto Stramaccioni ma poi Mazzarri non mi ha neanche portato in ritiro. Mi è dispiaciuto non aver dimostrato il mio valore, ero appena arrivato e sono stato fatto fuori come capro espiatorio senza motivo. Avevo solo 23 anni, un peccato".

Poi i ricordi del periodo al Catania, con tanti argentini: "Eravamo in volo tutti insieme, avevamo vinto a Brescia, punti pesantissimi. Poco prima di atterrare ci hanno informati del gol del Genoa contro la Samp: 'Ha segnato Boselli', Lo Monaco esulta. E siamo impazziti di gioia sull'aereo, la salvezza era stata raggiunta. Una festa che non vi dico. Ballavamo tutti insieme e cantavamo con Papu Gomez, anche Simeone era incontenibile... ci eravamo salvati con quello che allora era un record di punti storico. Quel Catania è stato qualcosa di magico e si riassume in quel momento, sembrava di giocare in una squadra argentina! Simeone in panchina era fenomenale, sentiva le partite come un calciatore, sembrava fosse in campo con noi. Era maniacale, e se perdevamo ci difendeva e ci aiutava".

Sul Papu Gomez, suo ex compagno: "Gomez è un amico, ora lo guardo su Instagram: mi fa morire per le fasce da capitano che fa! E poi balla sempre, ballava anche a Catania, anche fuori dal campo è una splendida persona". Dici Papu e pensi all'Atalanta. Per Schelotto, non sarà mai una squadra come le altre: "L'Atalanta rimane nel mio cuore. Sono arrivato giovanissimo, Colantuono ha creduto in me. Poi Bergamo è una piazza fantastica, la cosa più bella che ricordo è il tifo: un calore pazzesco, vincere contro quell'Atalanta era durissima per tutti. Lì sono diventato uomo e poi calciatore, fino a guadagnarmi l'Inter. Adesso stanno facendo cose incredibili, auguro alla Dea di andare in Europa perché se lo meritano tutti, tifosi e squadra così giovane ma così forte...".

Infine un pensiero sull'Italia: "Tornare? Mai dire mai ma ora sto benissimo a Lisbona, un paradiso. Anche se la mia famiglia è ancora in Italia...".

 

 

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Mer 22 marzo 2017 alle 13:51
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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