Cardine dello Shakhtar e capitano della Romania. Con la squadra ucraina nel 2005 ha sfidato i nerazzurri in un San Siro a porte chiuse. Răzvan Dincă Raț, uomo simbolo della sua Nazionale e del team di Donetsk, tra ricordi e presente, si confida in esclusiva a FcInterNews.

Lei arrivò allo Shakhtar nel 2003. Tempi sicuramente diversi da quelli attuali.
“Allora la squadra non era così conosciuta. C’era la Dinamo Kiev di Sheva e Rebrov, che otteneva ottimi risultati per il calcio ucraino. Poi però tutto il club, non solo il team, crebbe in modo esponenziale. Vincemmo campionati e coppe Nazionali. E anche la Coppa Uefa nel 2006. Il Presidente e Lucescu avevano costruito un progetto vincente”.

Adesso c’è uno Shakhtar che vuole essere competitivo come voi in Europa.
“Dobbiamo sottolineare che non giocare nel proprio stadio resta un problema. In ogni caso c’è la stessa mentalità, con molti giocatori sudamericani che amano il possesso palla e sono dotati di grande tecnica e di un fisico imponente. Oggi lo Shakhtar è una squadra competitiva. Certo calciatori come Douglas Costa, Willian o Fernandinho hanno fatto benissimo e non è semplice eguagliarli. Ma la rosa attuale può fare bene. Non è un caso, o un incidente di percorso da parte del Real, che gli ucraini abbiano battuto per due volte il Madrid”.

Quando lo Shakhtar è in giornata può battere chiunque?
“Assolutamente. Hanno sconfitto il Real Madrid con merito: significa che sono forti. Ed è vero che quando tutto gira, possono sconfiggere qualsiasi avversario. Poi c’è l’altra faccia della medaglia: un qualcosa di strano, ossia le batoste, con tanti gol subiti, contro il Borussia Moenchengladbach”.

Come vede il match Inter-Shakhtar?
“Una partita dura, ma per entrambe le squadre, in un gruppo pazzo, perché tutti hanno possibilità di qualificarsi. I nerazzurri partono con i favori del pronostico, ma questo non vuole che vinceranno”.

In Italia alcuni temono un 'biscotto' tra Real e Borussia.
“I soliti film degli italiani…”.

Addirittura si dice che sia meglio che il risultato resti in bilico sino alla fine.
“Dai, non scherziamo. Ognuno giocherà al massimo delle sue possibilità, nessuno penserà all’altra gara. E si proverà a segnare più gol possibili. Ogni partita avrà la sua storia”.

Che ricordi conserva delle sue sfide contro l’Inter?
“Ci affrontammo nel 2005, in Champions. Venimmo sconfitti in casa per 2-0. E pareggiamo 1-1 in un San Siro vuoto per via della squalifica dei tifosi. “Ricordo una squadra di campioni. Con Recoba, Adriano, Cordoba, Zanetti. Ma il giocatore che mi colpì maggiormente fu Veron. Ci scontrammo nel campo e pensai: ‘questo è una roccia’. Juan Sebastian era tecnico e molto forte”.

E chi apprezza dell’Inter attuale?
“Lautaro Martinez: uno di quei giocatori che sente il gol. E ovviamente Lukaku: è fondamentale per il gioco della squadra e rappresenta la nuova roccia della montagna dei nerazzurri. Sono una bella coppia d’attacco”.

Chiudiamo con due suoi connazionali. Olimpiu Vasile Moruțan e Ionut Radu. Il primo pare sul taccuino dell’Inter, il secondo è il secondo portiere dei nerazzurri.
“Moruțan è un bel prospetto, può e deve crescere ancora. Speriamo sia davvero  sul taccuino dei nerazzurri. Io – come tutti gli amanti del calcio di mio Paese –  auspico di vedere giocatori rumeni in squadre top. Su Radu penso sia meglio vada via in prestito. Qui pensiamo possa diventare il titolare dell’Inter e della nostra Nazionale. Ma perché accada, deve giocare. È giovane, deve crescere e maturare. Questo può avvenire solo scendendo in campo con regolarità, non stando in panchina sempre”.

Sezione: Esclusive / Data: Mar 08 dicembre 2020 alle 23:19
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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