È già entrato di diritto nella storia dell’Inter. Con il suo esordio a 16 anni e 225 giorni è il più giovane calciatore ad aver indossato la casacca della Beneamata in una gara Europea. Meglio di lui solo Beppe Bergomi, che iniziò la sua brillante carriera in nerazzurro a 16 anni e un mese, ma nella Coppa Nazionale, contro la Juventus. Per Sebastiano Esposito quei minuti contro l’Eintracht Francoforte devono essere l’inizio di un percorso molto più lungo. Anche perché tutti a Milano sono pronti a scommettere ciecamente sulle sue qualità. Agostino, il padre del classe 2002, in esclusiva per FcInterNews, con l’affetto che solo un papà può darti, un garbo di altri tempi, con un’educazione impeccabile e ogni parola misurata e pesata prima di essere pronunciata, oltre anche alle competenze di un addetto ai lavori (si tratta dell’ex mister delle Giovanili della Juve Stabia e vice allenatore dei campani nel torneo di Lega Pro per svariate stagioni) traccia un profilo di Sebastiano fuori dal campo, “un ragazzo che con i suoi fratelli è cresciuto a pane e pallone e ha imparato a camminare insieme alla palla”, e di Esposito, la giovanissima promessa della Beneamata.

Ha metabolizzato l’esordio in Prima Squadra di suo figlio?
"Sì, è stata una grandissima soddisfazione. Un orgoglio. Dobbiamo ringraziare tutto lo staff dell’Inter, l’intera società per quanto successo. E per la volontà di indirizzare Sebastiano nel miglior percorso possibile per lui".

Da genitore cosa ha provato?
"Non ero allo stadio. Ma quando io, mia moglie, mia figlia Annamaria e mio figlio Francesco Pio lo abbiamo visto entrare sul terreno di gioco abbiamo urlato dalla gioia. E poi non le nascondo che è scesa qualche lacrima. Che emozione".

Lei ha lavorato come allenatore in Promozione e in eccellenza. Ma anche in Lega Pro. Da professionista, che consigli si sente di dare a Sebastiano? E quali invece come da padre?
"Non voglio dargli consigli tecnici. Posso solo dire, da questo punto di vista, di seguire i consigli di chi lo guida all’Inter e in Nazionale giovanile. Per il resto lo esorto a non mollare mai. Non deve sentirsi arrivato. Solo così il suo sogno potrà avverarsi. Ora gioca già in Primavera, è due anni in avanti rispetto alla sua età. Ma deve pensare a sacrificarsi. Non si deve montare la testa. Piedi ben saldi per terra insomma. Il suo esordio europeo deve restare lì. Deve continuare ad impegnarsi al massimo, migliorare e farsi trovare pronto quando serve".

Chi lo ha portato all’Inter?
"Roberto Samaden. Dobbiamo ringraziarlo perché ha mantenuto sempre le promesse. Non ci ha raccontato frottole. Se oggi siamo fieri dell’Inter, e grati alla Beneamata, il merito iniziale è suo".

Tra l’altro si è parlato già del PSG sulle tracce di suo figlio.
"Noi genitori siamo contentissimi dell’Inter, il miglior club per le squadre giovanili in Italia. Sebastiano pure è felicissimo a Milano. La nostra priorità è la Beneamata. Per una crescita corretta della sua carriera. Abbiamo un contratto e vogliamo rispettarlo. Se la società non decide di cederlo, resta in nerazzurro. Senza dubbio alcuno. Se ne sentono tante sul suo conto, ma lui deve restare lontano da tutte queste voci e situazioni".

Sezione: Esclusive / Data: Mer 01 maggio 2019 alle 16:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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