Uno è bello, l'altro no. A uno gli riesce tutto, all'altro niente. Uno è fortunato e intelligente, l'altro stolto e sfigato. Uno viene esaltato da tutto e da tutti, l'altro annichilito come fosse il peggiore dei mali.

Di chi stiamo parlando? Ovviamente di loro due, Adriano Galliani e Marco Branca. Loro, loro che hanno in mano il mercato di Milan e Inter. Loro che si rincorrono sulle trattative. Loro che vengono sempre messi a paragone da tutti, addetti ai lavori e tifosi. E' incredibile la differenza con cui vengono trattati e il detto 'due pesi due misure' impallidisce dinanzi ai commenti fatti su Adriano e Marco.

L'ad rossonero è quello sagace, tattico, in grado di vincere bracci di ferro contro club ricchissimi. Il geometra l'ha sempre vinta, riesce in qualche modo ad ottenere ciò che vuole e da chi vuole. Può farsi fotografare con Tevez e agente al seguito, in una posa che è già leggenda. Può anche parcheggiare giocatori in un hotel per giorni e giorni. E chissenefrega: lui è l'Eldorado, vogliono tutti vestire la casacca del Milan per allenarsi a Milanello (dove tutto è bello). “Non ho mai visto nulla di simile nella mia carriera, è una cosa irreale”, dice Vincenzo Montella in relazione alla vicenda Maxi Lopez. Il tecnico del Catania pare l'unico in grado di rendersi conto dell'assurda situazione. Perché non lasciare Lopez a Catania in attesa dello sviluppo dell'operazione Tevez? Perché non fare come si fa sempre? Perché utilizzare l'argentino per dimostrare forza agli sceicchi del City? Domande le cui risposte sono fin troppo semplici da reperire.

Il dt nerazzurro, invece, è quello che perde sempre e che non riesce a condurre in porto nemmeno una trattativa che sia una. Milito? Bisognava venderlo prima. Maicon? Idem. Destro? Un delitto lasciarlo andare. Balotelli? Ancora idem. Per non parlare di Alvarez, Coutinho e compagnia. Tutti brocchi quelli che arrivano, tutti fenomeni quelli che vanno. Poi capita che il derby finisca 1-0 e che segni Milito. Benvenuti sul carro. E pazienza se solo due anni fa l'Inter ha scritto la storia con la 'S' maiuscola. I cicli finiscono, e l'Inter è ormai anni e anni che è lassù. E nessuno può dire che non ci rimarrà anche quest'anno. Errori? Certo, ne sono stati fatti, ma chi non ne fa? Aspettiamo e giudichiamo alla fine, sperando che qualcosa a gennaio, almeno a livello numerico, arrivi. Almeno qui nessuno dovrà giustificarsi con fotografi e hotel.

Ma Galliani e Branca sono solo due esempi di come vengano visti e trattati i rispettivi club. Il Milan ha tutto e può tutto; l'Inter, sebbene vittoriosa da stagioni, è sempre un passo dietro. Per non parlare dell'appeal a livello mediatico: quello rossonero è il club per eccellenza, e prima di dargli addosso bisogna che prenda 7 gol dall'Aversa Normanna; i nerazzurri, invece, possono venir presi a male parole come e quando si vuole. Sempre. Moviola? Fuorigioco netto e decisivo quello di Pazzini, così così quello di Ibra. Sneijder da rosso! Van Bommel? Un angioletto. Rigore di Maggio su Milito? Gol regolare di Motta? Manata di Dias a Pazzini? Niente, muti. Tutti. Bravi.

Adriano e Marco, in questo, rappresentano Milan e Inter. In Italia, Topolino e Paperino. Già, in Italia. E non è un complimento.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 28 gennaio 2012 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni
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