"L'Inter è da scudetto? No". Questa la risposta secca di Zlatan Ibrahimovic, visibilmente contrariato dopo il derby perso e che pensava ormai vinto. Lo svedese non tentenna minimamente alla domanda dei cronisti, anche se quel "no" – frettoloso e cupo – sa più di rosicata che di giudizio pensato. D'altronde, come fargliene una colpa? Ibra aveva trascinato il Milan in un primo tempo da sogno per i rossoneri. Un sogno poi diventato un incubo: l'Inter ha alzato le marce e ha triturato gli avversari, segnando 4 gol, colpendo una traversa e fallendo almeno altre tre ghiotte occasioni. Con buona pace di Stefano Pioli, al solito caparbio nel cercare di minimizzare i meriti degli avversari. No, caro Stefano, non è stata solo questione di episodi o di esperienza.

L'Inter vince un derby che vale molto più di un derby. Lo fa rimontando due gol e conquistando una consapevolezza forse ancora mai avuta finora. Adesso la squadra nerazzurra sa che è anche capace di imprese epiche, che è durissima a morire e che ha le armi per ribaltare anche la più difficile delle situazioni. La rosa ampliata a livello di qualità comincia a dare i suoi frutti: quando dalla panchina si alza gente come Sanchez, Eriksen, Moses e Godin è tutta un'altra storia. Mancava Lautaro, assenza che in altri tempi sarebbe stata mortifera, e invece ora non è più così. Antonio Conte ha ormai capito che può contare su una rosa ampia e di valore, che cresce in ogni suo singolo elemento, con la possibilità di alternare a seconda dell'avversario o delle esigenze contingenti. Fattore dirimente adesso che ricomincia anche la campagna europea.

L'Inter, insomma, si presenta ai nastri di partenza di quest'ultima e decisiva fetta di stagione con le carte in regola per ben figurare e per rendere complicata la vita a chi sulla carta parte con i favori del pronostico. Magari non sarà da scudetto come dice Ibrahimovic, ma chi lo è davvero? Lo è la Lazio che boccheggia con Roma e Verona e che vince in modo poco limpido a Parma? Lo è la Juventus che inizia a mostrare crepe e che, in generale, non ha mai del tutto convinto? E allora corsa aperta, senza illusioni ma con tanta voglia di stupire. La stessa voglia vista nel secondo tempo di un derby che – al di là di come finirà il campionato – resterà nella storia. Vero Zlatan? Quel "no" così perentorio è un certificato di garanzia che fa felici gli interisti.

VIDEO - DAL BARATRO AL TRIONFO, IL MERAVIGLIOSO DERBY DI TRAMONTANA

Sezione: Editoriale / Data: Mar 11 febbraio 2020 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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