Ajax, Sassuolo, Cagliari, Slavia Praga e Cremonese. Riecco l'Inter, la vera Inter. Cinque vittorie di fila, tre in campionato e due in Champions. La stagione raddrizzata sui binari giusti prima della sosta nazionali che arriva probabilmente nel peggior momento possibile. C'è chi parla e si diverte parlando di calendario agevole e ignorando quello che l'Inter è tornata a fare in campo.

Anche perché tra le vittime recenti dei nerazzurri ci sono la Cremonese (imbattuta fino a sabato e vittoriosa per 2-1 a San Siro contro il Milan) e il Cagliari (battuto al Maradona dal Napoli solo all'ultimo secondo). La partita di ieri certifica una cosa: nessuno in Italia gioca un calcio così travolgente come l’Inter. Qualità, velocità, verticalità, aggressività, bellezza, modernità.

E i meriti di questo filotto sono tutti da attribuire a Chivu. In primis perché non era facile e scontato avere questo rendimento dopo i due ko contro Udinese e Juventus. Il rischio di precipitare nell'abisso era altissimo. Invece Chivu è riuscito a non perdere il controllo dello spogliatoio.

Poi ci sono le scelte fatte. L'alternanza Martinez-Sommer, lo spazio concesso a tutti, tra cui Pio e Bonny, la gestione fisica di alcuni pilastri come Acerbi, De Vrij, Bastoni, Dimarco, Mkhitaryan.

E poi c'è il modo di giocare. Perché l'Inter di Chivu è diversa dall'Inter di Inzaghi in alcuni aspetti. Un'Inter più aggressiva e più verticale, che si è riscoperta poi efficace e bella anche in quello che sapeva fare prima. L'Inter ora è tornata anche a divertirsi in campo. Deve riuscire a mantenere sempre alta l'asticella della concentrazione e deve tornare a portarsi a casa i big match. Questo ancora manca e a Roma e a Napoli l'Inter dovrà dare delle risposte da questo punto di vista.

Poi c'è l'aspetto comunicativo. Chivu per qualcuno non avrà ancora l'esperienza giusta per guidare una panchina come l'Inter (ignorando la sua carriera calcistica), ma dal punto di vista comunicativo può insegnare tanto a diversi colleghi.

E allora i meriti di questa rinascita sono tutti da dare a Chivu. Salire sul carro ora è troppo facile, noi il caschetto lo abbiamo sempre indossato e siamo fieri di non averlo mai tolto.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 06 ottobre 2025 alle 00:00
Autore: Raffaele Caruso
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